
Blackout, quo vadis
Dopo il blackout di domenica si possono ipotizzare tre scenari futuri: lo sviluppo programmato di fonti rinnovabili, la costruzione di nuove centrali termoelettriche e nucleari o la stasi nella situazione attuale.
Dopo il blackout di domenica si possono ipotizzare tre scenari futuri: lo sviluppo programmato di fonti rinnovabili, la costruzione di nuove centrali termoelettriche e nucleari o la stasi nella situazione attuale.
Incendi in estate, alluvioni in autunno e primavera, frane e valanghe in inverno, terremoti ed eruzioni vulcaniche tutto l’anno. Che cosa sta succedendo e che cosa si può fare per prevenire le catastrofi naturali?
Qualcosa di nuovo sotto il sole. Si realizzerà nel paese di Villarrubia de los Ojos una centrale fotovoltaica, grazie al sostegno di Greenpeace.
Con la costruzione di questo impianto l’Italia si colloca come punto di riferimento mondiale nello sfruttamento dell’energia solare.
E’ il sole la nostra alternativa pulita. La latitudine a cui si trova l’Italia, rende il nostro paese particolarmente adatto all’utilizzo dell’energia solare.
Fonti naturali e inesauribili possono salvare il nostro pianeta fornendo tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, senza inquinare. Ecco quali sono.
Anche i campi elettromagnetici a bassa frequenza agiscono sui sistemi viventi. Sono in atto studi di approfondimento sulla loro influenza su sintesi di proteine, rilascio di ormoni e fattori di crescita.
Le possibili soluzioni al fenomeno di surriscaldamento della crosta terrestre coinvolgono direttamente ogni singola persona.
Negli ultimi decenni l’emissione eccessiva di gas ha creato una cappa negli strati alti dell’atmosfera, creando lo stesso surriscaldamento che avviene nelle serre.
Ogni cosa che ci circonda ha la propria energia. Anche gli oggetti che usiamo solo per ornamento, come i gioielli, raccontano qualcosa di noi. Anzi, sono parte del nostro percorso.