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Nella legge di Bilancio si prevede un taglio dell’Iva dal 10% al 5% per alcuni prodotti. Sono quelli che finora erano colpiti dalla tampon tax.
Il taglio dell’Iva non ci sarà per pane e pasta, ma sarà invece introdotto per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. È questa la decisione presa dal governo Meloni e inserita nella legge di Bilancio varata nella nottata dall’esecutivo.
L’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità, come pane, pasta e latte, di cui si era parlato negli scorsi giorni alla fine è saltato e il governo ha deciso di investire le risorse necessarie in altre misure, considerando anche lo scarso impatto di un taglio così ridotto solo su alcuni prodotti.
C’è, invece, la riduzione dell’Iva dal 10% al 5% per i prodotti per l’infanzia. Non solo, perché il governo guidato da Giorgia Meloni ha anche deciso di abbassare la cosiddetta tampon tax, ovvero l’Iva che viene pagata sui prodotti per l’igiene femminile: anche in questo caso si scende dal 10% al 5%.
Nella legge di Bilancio si prevede, quindi, una riduzione dell’Iva dal 10% al 5% per alcuni prodotti. Come detto, alcuni sono quelli che finora erano colpiti dalla tampon tax, ovvero i prodotti come gli assorbenti femminili. La riduzione dell’Iva al 5% varrà anche per i prodotti per l’infanzia, come per esempio i pannolini. Non c’è ancora una lista definitiva dei prodotti la cui Iva verrà tagliata.
L’ipotesi di azzerare l’Iva sui prodotti di prima necessità, come pane, pasta e latte, alla fine è saltata. A spiegare il perché, in un’intervista al Sole 24 Ore, è il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: il rischio è che una misura del genere si trasformasse in un boomerang.
In particolare Leo spiega che un’esenzione del genere andrebbe “a beneficio soltanto di chi il pane e il latte se lo può comprare, con il concreto rischio che la mancata detrazione dell’Iva per chi produce il pane o il latte finisca per andare a gonfiare i prezzi”. Inoltre, come sottolineato da più parti, un azzeramento dell’Iva su questi prodotti avrebbe un impatto molto modesto sulle tasche degli italiani.
L’approfondimento di questa notizia a cura di Stefano Rizzuti è su money.it
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