La mattina del primo febbraio, la costa est degli Stati Uniti si è svegliata sotto un manto candido. Da Chicago a Washington, un’intensa tempesta cominciata nella notte tra sabato e domenica ha fatto scendere più di mezzo metro di neve in alcune zone, fermando i trasporti e costringendo molte attività commerciali a chiudere.
La perturbazione è cominciata dal Midwest, toccando stati come il Wisconsin e l’Ohio, e si è poi spostata lungo tutta la costa est. Nell’area di Chicago, una delle prime località ad essere colpite, già nella giornata di domenica le acque del lago Michigan si sono ricoperte di lastre di ghiaccio.
Il servizio di metropolitana scoperta è stato sospeso alle 14:00, per poi riprendere nella mattinata di martedì 2, e anche i treni da e per Long Island hanno operato con orari ridotti. Le scuole – che al momento offrono un servizio ibrido con lezioni sia online che in presenza – sono state chiuse per i primi due giorni della settimana. Se oggi nei ristoranti di New York è concesso solo l’outdoor dining, quindi la consumazione all’aperto, le temperature sottozero che hanno ghiacciato anche le fontane di Bryant Park hanno costretto molte attività a chiudere.
L’area più colpita dalla tempesta è stata quella di Mendham, in New Jersey, dove sono scesi più di 75 centimetri di neve. Gli aeroporti della zona, come il La Guardia o il JFK di New York, hanno annullato tutte le partenze, e molti voli sono stati cancellati anche a Boston, Chicago e Philadelphia.
Le difficoltà causate dall’intensa nevicata hanno avuto ripercussioni anche sulle operazioni legate alla pandemia in corso. Lunedì diversi stati, dal Rhode Island alla Virginia, hanno chiuso i centri per le vaccinazioni, costringendo quindi medici e infermieri a spostare gli appuntamenti programmati e causando ulteriori disagi a un processo già di per sé complesso.
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