Le soluzioni di smart home & building automation abilitano la transizione ecologica, come dimostra il Report di sostenibilità “Welcome to the Nice future”.
Tetti verdi e giardini verticali, progetti sostenibili per promuovere la socialità
Sono sempre di più i progetti architettonici che cercano di portare il verde al centro delle nostre città. Per migliorare la vita dei cittadini sia in termini di salute sia di rapporti sociali.
Oltre all’utilizzo di auto ibride e biciclette per ridurre i livelli di inquinamento, c’è una nuova tendenza che si posiziona all’interno dei programmi volti al benessere ambientale e dei cittadini nei contesti urbani: creare “tetti verdi multifunzionali”, promuovendo le relazioni sociali e un nuovo modo di lavorare in architettura e in urbanistica. Tema discusso, tra l’altro, durante il Milano design film festival che ha posto al centro di un incontro esperienze positive di verde intensivo in città, per sfruttare superfici inutilizzate come Roofmatters e OrtiAlti, e ha dato voce ai “giardinieri volanti” del Bosco Verticale di Milano.
Cosa sono i tetti verdi
I tetti verdi costituiscono un elemento che può cambiare non solo l’aspetto estetico delle città, ma soprattutto attivare un profilo di elevata sostenibilità per il nostro panorama urbanistico. Esempio eclatante è il progetto Roofmatters, l’iniziativa di Inge de Boer e Denise Houx, due architetti olandesi con una lunga esperienza alle spalle in project management, città verdi e architettura. Le due fondatrici hanno competenze e trascorsi differenti: Houx ha lavorato per quindici anni in studi di architettura, mentre de Boer si è sempre occupata di progettazione culturale, con una particolare passione per il ruolo del verde e del cibo nelle città. Poi, la volontà comune di dare alla propria professione una svolta sociale e ambientale.
La loro collaborazione inizia con l’organizzazione di una serie di incontri, chiamati Roofdinners, brevi masterclass supportati dall’ambasciata e dal consolato dei Paesi Bassi in Italia in cui vengono discussi con esperti olandesi e italiani le potenzialità e i limiti legati alla realizzazione dei tetti verdi, tra aspetti economici legislativi e ambientali. L’obiettivo, afferma Houx, “è creare un punto di partenza per collaborare con diverse discipline, adottando un approccio interdisciplinare”.
Designer, architetti e urbanisti possono avere un ruolo decisivo nell’integrazione del verde nei loro progetti, ma spesso trovano difficoltà a convincere i loro clienti o altri professionisti coinvolti nel processo. Per questo, attraverso i talk Orti sui tetti Denise e Inge vogliono ispirarli e dar loro degli strumenti per rendere più facili questi processi.
Interventi verdi di agopuntura urbana
Come aghi messi qua e là, nei punti giusti, per far guarire: così possono essere definiti gli interventi urbani del progetto Ortialti, nato nel 2013 da un’esigenza di recupero di una superficie urbana su idea di Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito, titolari di Studio999. Ortialti propone un modello di sviluppo collaborativo e partecipativo che sta trasformando i tetti del capoluogo piemontese. Più del 20 per cento delle superfici piane urbane sono costituite da tetti poco o mai utilizzati: partendo da questo dato di fatto, il progetto si pone l’obiettivo di riconvertire questi spazi in luoghi di produzione alimentare e di socialità collettivi. Le Fonderie Ozanam è il progetto pilota, attivo nel quartiere torinese di Borgo Vittoria, avviato con il doppio fine di produrre sul tetto del ristorante gestito dalla cooperativa Meeting Service alcuni dei prodotti impiegati poi nella preparazione dei cibi e mettere a servizio di tutto il quartiere e delle associazioni attive sul territorio a sostegno del miglioramento della qualità della vita e delle situazioni di difficoltà e disagio un nuovo spazio per la socialità. Tra i diversi obiettivi, quello di sperimentare nuove pratiche, un’opportunità di lavoro in collaborazione con le associazioni del cortile, la possibilità di ridurre il consumo energetico del ristorante, aprire un dialogo con le scuole e i cittadini.
The flying gardeners, i giardinieri verticali
Giovanni, Massimo e Gilberto sono tre “giardinieri volanti” che si prendono cura ogni tre mesi del Bosco Verticale, le due torri progettate dalla Stefano Boeri Architetti, realizzate da Hines Italia in Porta Nuova a Milano e vincitrici nel 2014 dell’International Highrise Award, promosso dal museo di architettura di Francoforte.
The flying gardeners, il cortometraggio prodotto da The Blink Fish e prodotto da Paolo Soravia, ne racconta la storia.
[vimeo url=”https://vimeo.com/148346746″]
Periodicamente, con corde lunghe circa 300 metri, questi tree climber specializzati si calano dalla cima delle torri piano dopo piano e potano, monitorano e curano le chiome degli alberi sui balconi dell’edificio. Si tratta di veri e propri esperti arboricoltori che, in molti casi, hanno unito una profonda conoscenza della vegetazione arborea a una passione per l’alpinismo o la speleologia. La gestione del verde è infatti centralizzata e non dei singoli proprietari, questo perché il verde del Bosco Verticale è stato concepito come parte dell’architettura vera e propria, come se fosse la “pelle dell’edificio”; non si può quindi rischiare di avere un effetto non uniforme oppure che le piante e gli alberi si ammalino a vicenda.
Orti urbani
[vimeo url=”https://vimeo.com/42288661″]
A concludere l’incontro del Milano design film festival dedicato agli orti sui tetti, la proiezione di Growing cities, un documentario che indaga il ruolo delle coltivazioni nelle città americane, le potenzialità di rivitalizzarle e l’influenza positiva sulle nostre abitudini alimentari. Il documentario esamina e racconta il ruolo dell’agricoltura urbana in America, interrogandosi sul suo potere di rivitalizzare le nostre città e cambiare il nostro modo di mangiare.
Portare sempre più il verde al centro delle nostre città inserendolo nell’urbanistica, nell’architettura e nella vita quotidiana di tutti i cittadini è l’obiettivo comune. Non si tratta solo di un valore aggiunto o di un fattore estetico: oltre a essere una necessità imprescindibile per il nostro benessere, si può progettare il verde per creare opportunità di socialità, spazi coltivabili, generare collaborazioni e educare.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si può tinteggiare casa con prodotti che proteggono l’ambiente e la nostra salute? Sì, se si usano idropitture e coloranti a base di materie prime vegetali e minerali.
Andreas Kipar è uno dei maggiori esperti internazionali di architettura del paesaggio.
Riutilizzo, durabilità e bellezza sono gli ingredienti che rendono sostenibili queste forme di artigianato giapponese, in cui materiali come ceramica, legno, carta e stoffa diventano preziosi perché lavorati con cura e rispetto.
Il progetto New Cairo vertical forest, firmato dallo studio Stefano Boeri architetti, avrà l’obiettivo di ossigenare una delle città più congestionate del Nordafrica e sarà pronto entro la fine del 2023.
Milano è detta “la verde” per l’insieme dei progetti, dai parchi agricoli alla forestazione urbana, che la rendono oggi un caso unico nel panorama italiano. L’intervista all’architetto Giuseppe Marinoni.
40 interviste è l’ultimo libro di Patrizia Scarzella, architetto e giornalista che da tempo collabora con LifeGate. Raccoglie le storie di noti personaggi del mondo del design, da lei collezionate in 40 anni di carriera.
Il nuovo campus Bocconi, trasparente e sostenibile, ha aperto i battenti a studenti e cittadinanza. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’innovazione e la sostenibilità sono i cardini della filosofia dello studio Architecture and vision di Arturo Vittori. Classe 1971, Vittori è architetto, designer e artista, amministratore delegato della non profit Warka Water e fondatore del marchio etico di moda Culture à porter. Viene da esperienze internazionali con architetti come Santiago Calatrava, Jean Nouvel, lo studio Future Systems. Tra i suoi