È scaduto il Titolo 42, migliaia di migranti al confine tra Messico e Stati Uniti

È scaduto il Titolo 42, la misura anti-Covid usata dagli Usa per respingere i migranti: al confine di El Paso migliaia di persone ammassate per entrare.

  • Alla mezzanotte dell’11 maggio è scaduto il Titolo 42: ora gli Stati Uniti devono riprendere ad accogliere i migranti.
  • Migliaia di persone dal centro e Sud America sono ammassate lungo il confine messicano.
  • Gli ingressi illegali erano aumentati vertiginosamente già dalle scorse settimane.

Oltre 10mila attraversamenti di frontiera illegali al giorno questa settimana, i livelli più alti mai registrati tra il Messico e gli Stati Uniti. E da oggi, rischiano di diventare ancora di più. Il motivo che ha scatenato l’intensificazione dell’esodo di migranti centro e sudamericani verso l’America del Nord è la scadenza del cosiddetto Titolo 42, la normativa sanitaria emessa dagli Stati durante la pandemia che consentiva al governo di limitare la migrazione al confine meridionale, autorizzando i respingimenti senza lasciare ai migranti di poter fare applicazione per il diritto di asilo.

Il confine tra Usa e Messico a El Paso

Salta il tappo del Titolo 42

Prorogato lo scorso dicembre dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, il Titolo 42 è scaduto ora ufficialmente alla mezzanotte di ieri, 12 dicembre, le 7 del mattino ora italiana. Ma già nelle ore, nelle settimane, addirittura nei mesi precedenti, decine di migliaia di migranti si erano ammassati vicino al confine tra il Messico e gli Usa, provando l’attraversamento illegale via fiume nel timore che, una volta scaduto il Titolo 42, i controlli da parte delle forze di polizia si sarebbero intensificati.

Migliaia di migranti, fino all’immediata vigilia di oggi, hanno guadato il Rio Grande nell’area di Brownsville, in Texas, o sono arrivati ​​altrove, anche a più di 800 miglia di distanza sulla polverosa striscia di terra degli Stati Uniti tra le sponde del fiume e il muro di confine a est del centro di El Paso, città statunitense di frontiera nota ai più perché set di film e serie tv su narcotraffico e diaspora messicana.

Una situazione che aveva generato grossi problemi di sicurezza in primis per gli stessi migranti giunti fino al confine, spesso detenuti in via precauzionali, senza aver commesso alcun reato in appositi centri di accoglienza come quello di Ciudad Juarez, dove lo scorso 28 marzo un incendio aveva provocato la morte di 39 persone.

Il confine tra Usa e Stati Uniti a Ciudad Juarez © Getty Images

Nonostante i flussi già copiosi, lo scoccare della mezzanotte è stato come un tappo stappato da una bottiglia rimasta chiusa troppo a lungo. Proprio a El Paso, subito dopo la mezzanotte, migliaia di migranti ammassati come in una immensa sala d’aspetto nella pianura a est della città sono stati fatti dirigere dalla polizia verso due enormi cancelli, a due miglia di distanza l’uno dall’altro, che costituiscono i varchi principali nel muro al confine tra Usa e Messico. L’ingresso in territorio statunitense è consentito al momento solamente a gruppetti di 10-15 persone alla volta, per il disbrigo delle lunghissime pratiche legate all’ottenimento del visto.

“Vogliamo solo passare, ma questo processo è così lento”, ha detto al Washington Post Jesus Juárez, 26 anni, del Venezuela, che ha affermato di essere in viaggio da un mese attraverso diversi paesi per raggiungere uno dei due cancelli: per arrivare dal Venezuela agli States via terra bisogna infatti attraversare Colombia, Panama, Costarica, Nicaragua, uno tra Honduras e El Salvador, Guatemala e Messico.  In pochi, però, avranno la fortuna di essere accolti come speravano.

Le contromisure dell’amministrazione Biden 

L’abrogazione del Titolo 42 mette la parola fina a una sorta di “scudo” che era stato creato dallamministrazione Trump con la scusa della pandemia di Covid-19, ma che è stato utilizzato anche dal suo successore Joe Biden. Il presidente in persona ha assicurato di avere pronto un piano per gestire e ridurre gli attraversamenti illegali, che prevede da un lato di ampliare la possibilità di presentare già dal proprio paese di origine una domanda di ingresso legale negli Stati Uniti, dall’altra di rendere più facili i respingimenti immediati per chi arriva senza documenti in regola.

Per ora però la situazione è considerata ad alto rischio, al punto che allo scadere della mezzanotte, il segretario per la sicurezza interna Alejandro Mayorkas ha pubblicato una dichiarazione video su Twitter, avvertendo che “le persone che arrivano al confine senza utilizzare un percorso legale saranno considerate automaticamente non idonee all’asilo. Non credere alle bugie dei trafficanti – dice Mayorkas rivolgendosi direttamente ai migranti – :  il confine non è aperto”. Mayorkas ha anche avvertito che circa 24mila agenti e ufficiali della pattuglia di frontiera sono schierati lungo il confine per evitare problemi, fughe, cariche.

A Mayorkas ha risposto immediatamente l’American Civil Liberties Union, organizzazione non governativa che difende i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, che ha contestato fortemente respingente delle autorità, annunciando cause legali e accusando la Casa Bianca di “bloccare l’accesso alla sicurezza per la maggior parte delle persone che chiedono asilo negli Stati Uniti”.

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