Sono passati due anni da quando, per volere di Donald Trump, migliaia di famiglie sono state divise perché cercavano di entrare illegalmente negli Usa. Ma i genitori di 545 bambini sono ancora irreperibili.
Fin dalla campagna elettorale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva promesso di adottare la linea dura in materia di immigrazione. All’approssimarsi della scadenza del suo mandato, è evidente così è stato. Ma una scelta, più di ogni altra, ha scatenato un’immediata ondata di indignazione: quella di separare le famiglie che cercavano di attraversare illegalmente il confine con il Messico. I genitori rinchiusi in carcere, i figli nei centri di accoglienza. Quando le prime pagine dei giornali di tutto il mondo si sono riempite di immagini di bambini disperati intrappolati nelle gabbie, Trump è stato costretto a cedere. Sono passati più di due anni dal 20 giugno 2018, data in cui ha firmato il decreto che poneva fine alla crudele pratica. Da allora, però, i genitori di 545 bambini non sono ancora stati rintracciati.
Migliaia le famiglie separate per volere dell’amministrazione di Donald Trump
Il New York Times cerca di ricostruire le cifre. A giugno 2018 l’amministrazione guidata da Donald Trump, su ordine del tribunale, ha fatto sapere che circa 2.700 famiglie erano state separate alla frontiera. A quel punto l’autorità giudiziaria ha formato un comitato, di cui fa parte la stessa Aclu, dandogli l’incarico di rintracciare le persone coinvolte e aiutarle a ricongiungersi ai loro cari.
BREAKING: Through our litigation, we just reported to the court that the parents of 545 kids — forcibly separated by the Trump administration's cruel family separation practice — still cannot be found.
A gennaio 2019 però un nuovo report (a opera dell’Ufficio dell’ispettore generale del dipartimento della Salute e dei servizi umani) aveva fatto sapere che già tra giugno e novembre 2017 era partito un programma pilota, ben prima che entrasse ufficialmente in vigore la politica di “tolleranza zero” tanto pubblicizzata. Dopo un braccio di ferro tra giudici e amministrazione, si è scoperto così che i bambini coinvolti in realtà erano più di 5.500.
I genitori di 545 bambini sono irrintracciabili
Si stima che circa due terzi dei loro genitori siano tornati al proprio Paese di provenienza, volontariamente o perché espulsi dagli Usa. In 545 casi non è ancora stato possibile rintracciarli. Nonostante gli spot radio andati in onda in Messico, nonostante le perlustrazioni nelle colline del Guatemala, nonostante le ore passate a consultare i registri pubblici nei tribunali dell’Honduras. Di solito i loro figli sono affidati alle cure dei cosiddetti “sponsor”, cioè parenti o persone di fiducia che risiedono negli Stati Uniti. Circa sessanta, secondo i documenti, i bimbi che avevano meno di cinque anni al momento della separazione forzata.
“Le persone chiedono quando rintracceremo tutte queste famiglie e purtroppo non so dare una risposta. Semplicemente, non lo so – ha dichiarato a Nbc News Lee Gelernt, vice direttore del progetto dell’Aclu per i diritti dei migranti –. Ma non smetteremo di cercare finché non avremo trovato tutte le famiglie, dalla prima all’ultima. Non importa quanto tempo ci vorrà. La tragica realtà è che centinaia di genitori sono stati deportati in America Centrale senza i loro figli, che rimangono qui con famiglie affidatarie o lontani parenti”.
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