La storica Barcolana di Trieste è anche l’occasione in cui sensibilizzare i diportisti e dotarli di strumenti per ridurre il proprio impatto ambientale.
Ora la tuta da lavoro è realizzata con materiali riciclati e cotone biologico
L’azienda italiana specializzata in tessuti tecnici per l’abbigliamento da lavoro, propone un’intera linea realizzata con materiali sostenibili, riciclati e di provenienza etica.
Anche il mondo dei tessuti tecnici, in particolare dedicati al mondo del lavoro, ha scelto di abbracciare l’economia circolare e sostenibile. Una delle maggiori aziende produttrici di tessuti dedicati al mondo del lavoro, la Klopman International, ha scelto di utilizzare poliestere riciclato e cotone biologico o certificato Fairtrade per i propri prodotti.
Un ampliamento dell’offerta che mira decisamente a ridurre l’impronta ambientale nella produzione della fibra che andrà a costituire migliaia di tute da lavoro e capi di abbigliamento tecnico utilizzati quotidianamente nel mondo dell’industria.
Il poliestere in questo caso proverrà dal riciclo delle bottiglie in Pet. Il materiale plastico infatti si presta molto bene alla realizzazione di fibre tessili, e cosa più importante, proviene dal ciclo di raccolta e differenziazione dei nostri rifiuti. Solo in Italia nel 2014 sono state raccolte oltre 830.000 tonnellate di imballaggi in plastica (dati Corepla).
Il cotone, fa sapere l’azienda in una nota, è invece “coltivato con metodi e prodotti che hanno un basso impatto sull’ambiente (fertilizzazione biologica del terreno, eliminazione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici)”, oppure certificato “Fairtrade, circuito internazionale da anni impegnato e attento alle condizioni di vita dei produttori di cotone e a sostegno delle comunità locali”.
La tuta da lavoro diventa green
L’azienda che ha sede a Frosinone ma sta ampliando le proprie sedi in tutto il mondo, ha da tempo adottato una politica volta alla riduzione degli impatti ambientali dei proprio processi produttivi, non solo tramite la scelta delle materie prime, ma grazie anche, ad esempio, con la produzione del “70 per cento del fabbisogno elettrico totale (4 MW) attraverso la cogenerazione, utilizzando il vapore del processo di produzione che altrimenti andrebbe disperso”.
Klopman grazie a questi e altri accorgimenti riesce così a ridurre costantemente le emissioni di CO2, mentre fornisce al mercato una nuova fibra che potrà “essere sostituita da corrispettivi in grado di ridurre l’impronta sull’ambiente, la conservazione delle risorse e di sostenere i Paesi in via di sviluppo”.
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