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Una fiaschetta ispirata alla tradizione e una bottiglia pensata per i non vedenti: questi i progetti premiati dal contest Say it with glass di Verallia.
“Il gusto del bello è unico in Italia”. Questa la riflessione di Marco Ravasi, amministratore delegato di Verallia Italia, espressa durante la premiazione di Verallia Italia Design Awards 2016 – Say it with Glass. Il contest è riservato agli studenti di corsi di formazione superiore in design che si sono dovuti cimentare nell’elaborazione di progetti per la produzione di packaging in vetro di due tipologie: bottiglie per liquori e distillati e bottiglie per acqua minerale. Una sfida che ha dimostrato la grande creatività dei giovani designer che si formano nei nostri atenei. “Si tratta di un patrimonio umano e creativo strategico per il futuro, che nasce in Italia e che merita ogni sforzo perché possa restare nel nostro Paese, generando bellezza, innovazione e valore”, ha dichiarato Ravasi, che ha espresso tutta la soddisfazione di Verallia, azienda promotrice dell’iniziativa e terzo produttore mondiale di bottiglie e vasi in vetro per uso alimentare.
A ospitare la cerimonia di premiazione di questa seconda edizione del contest, la sede milanese di Eataly, dove i vincitori hanno ricevuto gli assegni premio direttamente dalle mani dei dirigenti di Verallia. Un’impresa non semplice quella di riuscire a stilare le classifiche, come sottolineato dall’ingegnere Roberto Pedrazzi, direttore commerciale e marketing di Verallia Italia: “I progetti erano tutti di altissimo livello. Il processo ha richiesto a tutti gli studenti uno studio approfondito, che li ha portati anche a visitare l’azienda e a conoscere da vicino le reali dinamiche produttive”.
Primo classificato nella categoria Spirits: eleganti, preziosi esclusivi (assegnata al Politecnico di Milano) è stato il progetto Flask di Beatrice Costa e Laila Giselle Simonovsky, studentesse del Master in Strategic design del POLI.design. “Siamo partite dalla tradizione e ci siamo ispirate alla fiaschetta originale per whiskey dell’uomo virile, che la metteva nel taschino della giacca”, ha spiegato Costa, ritirando un assegno da mille euro.
Nella categoria Mineral Water: la forma dell’acqua, cui hanno partecipato gli universitari del Politecnico di Torino, a conquistare il primo gradino del podio è stato il progetto Relief, firmato da Marianna Faiella, Tiziano Felizia, Marilena Lotto e Daniele Vendrame, che ha raccontato: “Abbiamo studiato le forme archetipe delle bottiglie e usato il vetro per una forma di comunicazione aggiuntiva, con puntini e linee in rilievo utili anche per i non vedenti”.
Un ulteriore premio è stato assegnato attraverso una votazione sulla pagina Facebook Verallia è vetro, è sano al progetto èIVA, disegnato da Ylenia Franco e Chiara Manieri, che ha spiegato: “Abbiamo aumentato lo spessore del vetro, rispetto agli standard, nell’ottica di un riuso del vuoto prolungato nel tempo”. A premiarle c’era il designer Matteo Ragni, che ha raccontato le tappe principali della sua carriera, consacrata nel 2001 dal Compasso d’Oro ADI vinto con Giulio Iacchetti, per l’ormai celebre forchetta-cucchiaio biodegradabile Moscardino.
Abbiamo approfondito con l’ingegnere Marco Ravasi l’impegno dell’azienda circa i temi della sostenibilità e dell’innovazione: “Sono due valori fondamentali per noi. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo ridotto dell’80 per cento i consumi di energia, grazie anche a un alleggerimento delle bottiglie. Attraverso i nostri due impianti Ecoglass, inoltre, re-immettiamo nella catena di produzione circa 650mila tonnellate di vetro l’anno”. Un dato importante che si affianca a una serie di altre iniziative con cui Verallia dimostra la propria attenzione all’ambiente: “Negli ultimi vent’anni abbiamo ridotto del 30 per cento l’emissione di CO2 e le nostre materie prime sono per il 90 per cento naturali e per l’89 per cento di provenienza nazionale. In questo modo cerchiamo di essere ecosostenibili anche per quanto riguarda il trasporto”. All’attenzione per la sostenibilità ambientale l’azienda affianca anche quella per il sociale: “Diamo impiego a 1.100 persone, con 250 persone nell’indotto. Se consideriamo che il perimetro del packaging contribuisce per un millesimo al Pil italiano, possiamo capire quanto, non solo questo sia un comparto sano, ma anche un vero e proprio sostegno per il Paese”.
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