È sempre più facile dare un tocco green alla propria vita quotidiana

Gli italiani sono innamorati della sostenibilità e lo dimostrano con le scelte della vita quotidiana: dal carrello della spesa alla tazzina di caffè al bar.

Gli stili di vita sostenibili non sono più un’eccezione alla regola. Ormai, con un minimo di attenzione e sensibilità, chiunque può scegliere soluzioni green per ogni aspetto della vita quotidiana. Contribuendo così alla riduzione del proprio impatto sul Pianeta.

Leggi anche: Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile: nel 2018 il cambiamento coinvolge l’intera società

Alimentazione

Questa panoramica sulla sostenibilità nella vita quotidiana non può non iniziare dalla tavola. Mettendo prima di tutto in chiaro una cosa: scegliere un’alimentazione sana e naturale non significa rinunciare ai piaceri della buona tavola. Anzi, è vero il contrario.

Fare la spesa scegliendo alimenti bio e a km zero significa mettere nel piatto pietanze che non hanno percorso viaggi interminabili, non sono state allevate a suon di antibiotici o coltivate con l’ausilio di fertilizzanti e antiparassitari chimici. In molti casi significa anche riscoprire qualche specialità del territorio, che merita di essere custodita e tramandata. La stagionalità è un altro criterio fondamentale di cui tenere conto: frutta e verdura di stagione, infatti, risultano anche più saporite e ricche di principi attivi benefici rispetto a quelle coltivate in serra.

Frutta di stagione
Scegliere frutta e verdura di stagione è un importante primo passo per ridurre l’impatto ambientale degli acquisti alimentari © Erol Ahmeed / Unsplash

Fino a qualche anno fa, chi viveva in città aveva una possibilità di scelta piuttosto ridotta. Ma le cose sono cambiate. Ormai, qualsiasi supermercato ha scaffali interi dedicati agli alimenti bio e gli italiani sono sempre più pronti ad acquistarli. Secondo i dati elaborati da Nielsen e diffusi da AssoBio a giugno 2018, il biologico entra ogni settimana nel carrello di 6,5 milioni di famiglie; se conteggiamo anche quelle che lo scelgono almeno una volta ogni tanto, arriviamo addirittura a 21,8 milioni, cioè l’88 per cento delle famiglie italiane. Senza dubbio, anche il calo dei prezzi ha aiutato.

Per instaurare un rapporto ancora più stretto con chi produce il loro cibo, 30 milioni di italiani nel 2017 hanno fatto la spesa dal contadino almeno una volta al mese, tant’è che ormai 130mila aziende agricole nostrane vivono prevalentemente di vendita diretta (dati di Coldiretti/Ixe’). Non si assisteva a una simile passione per i mercati dal Dopoguerra, quando le nostre città erano ben diverse rispetto a ora. Per chi ha poco tempo a disposizione ma vuole comunque fare una spesa consapevole, l’e-commerce è la soluzione ideale. Soltanto fino a una manciata d’anni fa sembrava impensabile farsi recapitare a casa un chilo di mele, ma ormai le vendite di prodotti alimentari via internet valgono più di un miliardo di euro l’anno, con un aumento del 34 per cento sul 2017 (lo dice l’Osservatorio eCommerce B2C di Netcomm e School of Management del Politecnico di Milano).

Mercati contadini
Verdura al mercato © Aunag Arora / Unsplash

Insomma, non ci sono più scuse: fare una spesa di stagione, locale e bio è facile ed economico.

Non tutti sanno che anche la tazzina di caffè al bar, così cara a noi italiani, può essere scelta con consapevolezza. A renderlo possibile è Lavazza Alteco, la prima miscela 100 per cento biologica prodotta dalla storica azienda torinese, che si è attivata anche per insegnare ai contadini le tecniche di coltivazione più efficienti e sostenibili.

Caffè sostenibile
Al bar è possibile ordinare il caffè 100% biologico di Lavazza Alteco @ Nathan Dumlao / Unsplash

Casa e pulizia

Il carrello della spesa degli italiani, insomma, è sempre più attento all’ambiente, e non soltanto nel reparto alimentari. Secondo l’ultimo Osservatorio Immagino, in generale le vendite di prodotti per la cura della casa sono leggermente calate nel corso del 2017, ma proprio i detergenti ecologici rappresentano un’eccezione alla regola, con la loro crescita dell’8,8 per cento. Per evitare il più possibile di inquinare ci si può inoltre documentare sulle proprietà detergenti di oli essenziali, aceto, bicarbonato, limone.

Quei tre italiani su quattro che si dichiarano appassionati alla sostenibilità, d’altra parte, non possono restare indifferenti alle caratteristiche della casa in cui vivono. Anzi, cercano di renderla sostenibile seguendo diverse strade. Secondo l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate ed Eumetra MR, il 70 per cento dei nostri connazionali usa elettrodomestici a basso consumo e il 73 per cento è disposto a spendere di più per le luci a led(del resto, dal primo settembre in tutt’Europa sono state bandite alcune tipologie di lampade alogene, troppo energivore). Con l’avanzare della domotica, per giunta, le nostre abitazioni sono destinate a diventare sempre più intelligenti, per esempio regolando in autonomia il termostato e l’avvio degli elettrodomestici per consumare meno energia.

lampade alogene
Dal 1° settembre alcune lampade alogene non saranno più commercializzate © Ingimage

Salute, bellezza e benessere

Per vivere più in armonia con la natura, si può anche approfittare dei tanti rimedi che questa ci ha regalato per affrontare al meglio i piccoli malesseri. Una buona zuppa calda o un pediluvio per combattere il freddo, una tisana di liquirizia o di elicriso per lenire i fastidiosi sintomi delle allergie stagionali, aglio e biancospino per coadiuvare il trattamento dell’ipertensione. Per non parlare delle molteplici proprietà degli oli essenziali, che possono essere anche diffusi nell’ambiente per via olfattiva o aggiunti nell’acqua calda della vasca da bagno, aiutando il relax e l’equilibrio.

Sentirsi meglio con se stessi significa, perché no, anche apparire più belli e in forma. Anche in questo caso, ci sono innumerevoli possibilità di acquistare prodotti naturali, che hanno un impatto molto più basso sull’ambiente ma al tempo stesso raggiungono alla perfezione il loro obiettivo. Il primo passo è quello di imparare a leggere le etichette dei cosmetici e decifrare il loro Inci, cioè il codice utilizzato per indicare gli ingredienti. Così facendo si può distinguere tra cosmetici naturali (che non contengono ingredienti di derivazione chimica), biologici (i cui estratti vegetali sono ricavati da piante coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica) e vegan (che non contengono derivati animali di nessun tipo). Ormai, secondo Cosmetica Italia, la metà dei nuovi cosmetici immessi sul mercato è eco-friendly.

cosmetici ecosostenibili
Imparare a leggere l’etichetta dei cosmetici è fondamentale per poter scegliere quelli più ecosostenibili © Ingimage

Moda  

La moda non è soltanto quella delle passerelle di Milano o Parigi, ma è anche una componente irrinunciabile della vita quotidiana. Scegliendo come vestirsi, ciascuno racconta qualcosa della propria personalità a se stesso e agli altri. Compresa la cura che riserva all’ambiente. Diversi grandi brand, gli stessi che sfoggiano le nuove collezioni nelle vetrine delle nostre città, negli ultimi anni hanno raccolto l’appello di Greenpeace per la moda sostenibile, eliminando dai propri impianti produttivi una serie di sostanze tossiche non biodegradabili. Quando va a fare shopping, chiunque può accertarsene verificando la presenza di certificazioni internazionali; le più celebri sono Global organic textile standard (Gots), Organic content standard (Ocs), Global recycle standard(Grs) e Forest stewardship council (Fsc).

Tessuti ecologici
Per capire se un capo d’abbigliamento è stato prodotto nel rispetto dell’ambiente, non ci si può fermare alla banale distinzione tra tessuti naturali e sintetici. Molto più utile è verificare le certificazioni © Oscar Aguilar / Unsplash

Quando si consulta l’etichetta di un capo, è in parte riduttivo fermarsi alla distinzione tra tessuti naturali e sintetici, credendo che i primi siano a prescindere più sostenibili dei secondi. I tessuti ecologici sono quelli che vengono prodotti rispettando il territorio e le persone lungo tutta la filiera (come testimoniato dalle certificazioni) o che provengono da materie prime riciclate.

Certo, ci vuole un po’ di attenzione. Ma basta poco, in fin dei conti, perché anche questa diventi un’abitudine insita nei ritmi della vita quotidiana.

 

 

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