Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Nata da due amanti della mobilità a pedali, la nuova velomobile stupisce per velocità e per la guida, divertente e intuitiva. L’abbiamo provata in anteprima.
Il nome è quello di un leggero vento, di una brezza. Un nome che calza perfettamente perché il nuovo triker, realizzato in casa da un ingegnere Marco Ruga e da un tecnico ortopedico specializzato Gionata Scrofani, pesa solo 31 chilogrammi, ha una scocca in fibra di carbonio, ed è attrezzato per la guida su strada, in grado di raggiungere i 55 km/h.
I due appassionati di tricicli dalla guida reclinata, hanno voluto riportare le caratteristiche di questo tipo di mobilità (comodità e aerodinamicità), su di un veicolo che fosse adatto alla strada e alla guida di tutti i giorni. “Non si tratta di una novità assoluta. I trikers sono una realtà già conosciuta in altri Paesi come Francia e Olanda”, racconta Ruga. “Mancava però un’azienda italiana in grado di produrre e commercializzare il primo velomobile per circuiti extraurbani”. Infatti Zephyrus è l’ideale per tragitti che vanno dai 5 ai 10 chilometri.
“Una sorta di seconda macchina”, racconta Ruga. “Io la uso per fare il tragitto casa lavoro”. Da qui l’idea di aprire la Dream Cycle, la divisione dedicata ai veicoli a pedale dell’azienda Orthotecnica di Gallarate, gestita da Gionata.
Eccomi sulla #Zephyrus. L’auto a pedali made in Italy. Velocità e divertimento assicurati @varesenews #mobility #eco pic.twitter.com/QSY90LS6kv
— Rudi Bressa (@RudiBressa) 11 Gennaio 2015
Zephyrus è totalmente realizzata a mano, disegno compreso, partendo da un tipica bici reclinata. La scocca in carbonio è dotata di illuminazione a Led e degli opportuni segnalatori stradali, mentre all’interno il sedile è regolabile, così come i rapporti e di conseguenza la velocità. Una volta saliti, si chiude la capote e impugnato il manubrio si inizia a pedalare. Sulle manopole sono disponibili sia il cambio che i freni (come una normalissima bici), mentre gli accessori sono un contachilometri con navigatore incorporato e una luce di cortesia (sempre a Led).
“Mi piace chiamarla la Formula Uno a pedali”, racconta Marco Ruga, che ha percorso più di 10 mila chilometri con il prototipo, partecipando e vincendo svariate competizioni. “La componente ludica quando si guida questo tipo di veicoli è importantissima. È un po’ come una macchinina a pedali per adulti”.
Ciò che stupisce è la velocità che si raggiunge dopo poche pedalate. Anche senza essere un ciclista allenato. La guida è divertente ed intuitiva, mentre non mancano comodità e stabilità in curva. “Il disegno a goccia è tutto. Infatti, grazie alla spiccata aerodinamicità, una volta raggiunti i 30 chilometri orari sembra quasi di essere sospinti da dietro”. In pratica è come essere sempre in scia.
I primi veicoli sono già in commercio, mentre è possibile acquistare anche la sola scocca, per adattare la propria velomobile. “Il prossimo passaggio sarà l’elettrificazione, per poter pedalare anche su salite superiori al 2-3 per cento”, conclude Gionata.
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