Bee my Future. Nel 2023, le api hanno nuovi alleati per proteggere la biodiversità

Il progetto di LifeGate per la tutela degli impollinatori è giunto alla nona stagione. Qui potete seguire tutti gli aggiornamenti dai nostri apiari e sul posizionamento dei nidi per impollinatori selvatici.

A nove anni dalla partenza, il progetto Bee my Future di LifeGate è arrivato a sostenere l’allevamento di circa 30 alveari, nei territori delle Aree Metropolitane di Milano e di Roma, tutelando finora oltre 10 milioni di api, grazie al lavoro di apicoltori esperti, selezionatidall’Apam (Associazione produttori apistici della provincia di Milano) e dell’Associazione Buono. Il loro compito è occuparsi delle api tutelate dal progetto seguendo pratiche naturali. Le arnie di Bee my Future sono ospitate nel comune di Gorgonzola nei pressi della cascina Mugnaga, nel comune di Cernusco sul Naviglio nei pressi della frazione di Ronco, nel comune di Bussero presso un’ azienda agricola a conduzione biologica e a Castel di Guido, frazione di Roma Capitale, all’interno dell’Oasi della Lipu. Tutti luoghi ideali per proteggere le nostre api da tentativi di furto sempre più frequenti in Italia per via del loro valore, anche economico.

Non solo, da quest’anno Bee my Future si occuperà anche di dare una casa alle api selvatiche e solitarie, come le “osmie” molto diffuse in Italia, ma anche agli altri impollinatori selvatici come coccinelle e farfalle diffondendo, in contesti urbani e rurali, i nidi progettati da LifeGate per dare loro un rifugio sicuro e poterli osservare nel loro ciclo vitale.

Qui potete leggere tutti gli aggiornamenti del progetto.

Tutta la storia delle api di Bee my Future nel diario di bordo 

Settembre, le api fanno scorta con l’edera

Anche quest’ estate il clima ha riservato diverse sorprese. La stagione è stata molto calda e con la presenza di fenomeni estremi. Le trombe d’aria di luglio, con il seguito di distruzione e danni, li ricorderemo a lungo. Ma, per assurdo, questa estate è stata meno secca dello scorso anno, quando tutti i prati erano bruciati e la mancanza di fioriture in pianura era totale. “Questo pazzo clima, meno secco dello scorso anno, ha consentito alle api di accumulare nelle arnie qualche scorticina in più per l’inverno”, afferma Marco Zucchetti, apicoltore hobbista del progetto Bee my Future. “Non sto dicendo che il clima non stia impazzendo, questo è sotto gli occhi di tutti, ma qualche risorsa nettarifera in più sono effettivamente riuscita a trovarla”.

Bee my Future
Api che raccolgono il nettare dei fiori dell’edera. © Marco Zucchetti

La stagione apistica sta comunque volgendo al termine. In questi primi giorni di settembre, il sole e le temperature sono ancora estive. Le api però stanno già iniziando a fare i preparativi per la stagione invernale. Il numero delle piccole bottinatrici è in diminuzione nell’alveare perché la regina ha ridotto il ritmo di deposizione delle uova ormai da più di un mese, i fuchi sono spariti e la colonia si concentra sull’allevare api giovani che traghetteranno l’alveare durante l’inverno oltre che ad accumulare scorte che saranno vitali nei periodi di freddo e assenza di fonti nettarifere.

“La campagna non mi piace molto in questo periodo”, continua Zucchetti. “Non abbiamo ancora i colori caldi dell’autunno, il bel verde acceso della primavera è ormai un ricordo e in più le api rallentano. L’altro giorno, però, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Passando davanti alle arnie, ho notato un gran movimento e un piacevole ronzio: le api stavano lavorando perché… ha iniziato a fiorire l’edera!”

Bee my future
Acacia avvolta dall’edera © Marco Zucchetti

A settembre, l’edera è una manna per le piccole bottinatrici. Il suo nettare e il suo polline consentono alle colonie da un lato di stimolare la deposizione, allevando così api indispensabili per l’inverno e dall’altro di fare scorte per i periodi difficili.
“Sono combattuto quando vedo i cespugli di edera” conclude Marco. “Questa primavera, nei pressi dell’apiario guardavo alcune piante di acacia praticamente avvolte dalla pianta. Più volte ho pensato di tagliarne le radici, per evitare il soffocamento dell’acacia… cosa che alla fine è successa. Ma oggi, sentendo il ronzio intorno a questa pianta malandata ma tutta avvolta di fiori, ho pensato che la natura, alla fine, in qualche, modo trova sempre un equilibrio. Forse ci sarà qualche fiore di acacia in meno la prossima primavera ma il ronzio nel silenzio delle api a settembre è di certo uno spettacolo!”

21-25 luglio 2023, le api vittime degli eventi estremi

I nubifragi che hanno colpito la Lombardia questa settimana, hanno purtroppo colpito duramente anche alcune delle nostre api. In particolare, nell’apiario di Gorgonzola, ancora raggiungibile a fatica, abbiamo subito la perdita di 7 famiglie, pari a circa 350.000 api.

Stiamo assistendo le 3 famiglie sopravvissute: il nostro apicoltore, Marco Zucchetti, sta facendo di tutto per loro, sperando che le nostre cure bastino a salvarle. La zona dell’apiario sembra essere stata bombardata, i danni alla vegetazione e alla fauna sono incalcolabili. In tutto questo, seppur in questi difficili momenti rappresenti il male minore, abbiamo constatato che anche il nostro sistema di biomonitoraggio, il più evoluto presente nel progetto, è stato distrutto.

Apiario Gorgonzola, api
Alcune delle arnie dell’apiario di Gorgonzola che non sono sopravvissute al nubifragio. © LifeGate

Le arnie adottate dalle aziende non sono state toccate. Ugualmente, le stesse aziende possono fare molto per supportare il progetto Bee my Future, con un ulteriore piccolo supporto per aiutarci a ripristinare ciò che è stato perso, a partire dal reintegro con nuove famiglie di api, nuove arnie e un nuovo sistema di biomonitoraggio.

Per informazioni su come aiutarci, scrivi a [email protected]oppure clicca qui.

25 giugno 2023

Domenica 25 giugno si svolgerà, a CasciNet, un laboratorio per bambini sugli insetti impollinatori. Nell’apiario didattico di CasciNet vivono infatti più di 20 mila api. Un’apicoltrice condurrà i più piccoli in una visita guidata tra le arnie di ApiNet e il BeeHotel del progetto BeeMyFuture di LifeGate per conoscere il mondo di questi insetti e il fenomeno dell’impollinazione. Seguirà workshop creativo a tema per creare con carta, colori e materiali di recupero un piccolo lavoro ispirato al mondo delle api e degli insetti.

CasciNet, bee hotel
Bee hotel CasciNet © LifeGate

Tutto questo nella cornice del festival BUGS: la musica che prude. Tre giorni di musica da venerdì 23 a sabato 25 giugno. Un evento a sostegno delle attività di promozione sociale, la ristrutturazione di cascina Sant’Ambrogio e la manutenzione dei suoi spazi verdi.

31 maggio 2023

Le api selvatiche hanno due nuovi supporters! Il primo è CasciNet, cascina milanese ad uso abitativo e agricolo – Cascina Sant’Ambrogio – con alle spalle una storia lunga un millennio e oggi Associazione di Promozione Sociale che favorisce l’inclusione e la sostenibilità attraverso le attività agricole e l’arte. il secondo è il Parco Nord Milano, ente pubblico nato per riqualificare la periferia nord della città attraverso la natura e la cultura. In entrambi gli spazi sono stati posizionati dei Bee hotel del progetto Bee my Future di LifeGate, per offrire “asilo” e riparo alle api selvatiche, impollinatrici meno conosciute e apprezzate delle “cugine” mellifere, ma ugualmente indispensabili per la salvaguardia degli habitat.

bee hotel
Il Bee hotel di Bee my Future installato al Parco Nord Milano © LifeGate

Ottobre 2022

Le api non hanno niente da mangiare ma Martina si fa i selfi con i girasoli, c’è speranza

Racconto di Marco Zucchetti – Questa mattina stavo leggendo il giornale e ho trovato quest’articolo sull’Ansa “Ad oggi il 2022 è l’anno più caldo mai registrato dal 1800. L’aumento delle temperature è stato di quasi un grado centigrado più alto rispetto alla media calcolata nel trentennio 1990-2020”, l’articolo mi ha fatto riflettere, le api ce lo stanno dicendo da un po’ che qualcosa non va!

Siamo ad ottobre, ed in apicoltura l’autunno è sempre un momento in cui i ritmi rallentano e si ha tempo di fare un bilancio della stagione appena trascorsa. La stagione è stata sicuramente dura!

Le nostre Api si stanno attrezzando all’inverno, le regine iniziano a rallentare sensibilmente la deposizione di uova e le famiglie sentono l’arrivo dell’inverno. Le api percepiscono che la stagione dell’abbondanza (in teoria) è finita e si preparano quindi al periodo più difficile. Le aspetta una stagione con il freddo, con elevata umidita, con le giornate corte, ma soprattutto senza fiori e fonti nettarifere. Si attrezzano così riducendo al minimo i componenti della colonia; in momenti difficili, meno bocche ci sono da sfamare meglio è. I maschi (fuchi) sono già spariti da settembre e la colonia rimarrà un’organizzazione di “sole donne” (regina e operaie) fino a questa primavera quando la regina inizierà a deporre ancora delle uova maschili.

Fino a qui tutto sembra normale, ma quest’anno l’estate è stata veramente difficile! Anche noi uomini ci siamo accorti di quanto questa stagione sia stata dura; caldo estremo, siccità mai vista, razionamento dell’acqua, chi più ne ha più ne metta.  Per le api, che sono estremamente sensibili, l’estate è stata ancora più dura.

La mancanza di pioggia per mesi ha praticamente bruciato le fioriture estive in pianura, ed il razionamento dell’acqua ha costretto gli agricoltori a scegliere cosa irrigare. La scelta spesso è andata sulle culture meno “apistiche” come il mais e la soia, ed il risultato di questa scelta forzata sono stati prati secchi e senza fiori, quindi, poco cibo. Non parliamo poi dei parchi e delle bordure anche loro praticamente sterili.

In questa situazione le produzioni estive in pianura sono state carenti ma quello che mi preoccupava in estate, e mi preoccupa ancora, è che le api potrebbero non aver accumulato sufficienti scorte per sorpassare l’inverno.

A luglio avevo già visto che quest’anno il ritmo di raccolta delle scorte era inferiore e ad agosto la situazione sarebbe stata insostenibile. Ho iniziato così a cercare nella zona, anche io, fonti nettarifere alternative. La fortuna ha voluto che a qualche chilometro dalle nostre api un contadino, disperato per la mancata nascita delle semine estive, abbia piantato tardivamente del girasole, cosi ai primi di agosto, qui vicino, c’erano un paio di ettari di girasoli in fiore. Nettare poco, per il secco, ma meglio di niente.

E cosi, di corsa, pronti e via, portiamo le api dai girasoli!  Recluto tutta la famiglia, adolescenti compresi, e in una notte sposto le api al bordo del campo. Pick up, carrello, moglie e figli in tenuta da combattimento, un caldo pazzesco! Piazziamo la postazione, arriva l’alba, apro le arnie, un po’ di trambusto, mi guardo in giro e mi accorgo che la Marty è sparita. Dov’è? Cerco, chiamo nel silenzio della campagna, quasi mi arrabbio, ma poi mi accorgo che è lì, nel bel mezzo del campo, nel silenzio, tranquilla. Ma cosa fa? Mi avvicino di soppiatto, se ne sta lì, stranamente tranquilla a fare le foto delle api che raccolgono il polline sui girasoli, e soprattutto a farsi i selfi con questi bei fiori gialli, un po’ striminziti per il secco, a dire il vero, ma meglio di niente. Confesso che mi è scesa una lacrimuccia e ho pensato, allora c’è speranza!

Miele di girasole neanche a parlarne, ma le ragazze (le api e le figlie) erano contente e quindi anche io. Quest’inverso quando le api staranno rinchiuse nei loro alveari ed io tornerò dall’apiario un po’ rattristato per non aver visto le api volare per il freddo, guarderò i selfie della Marty.

Alla fine di agosto tutto è ritornato al suo posto. Le api avevano accumulato qualche scorte insperata.  A settembre l’edera è fiorita abbastanza bene ed anche li qualcosa hanno messo nella loro dispensa. Ora staremo a vedere, aspettiamo fiduciosi l’arrivo dell’inverno, lasciamo fare a madre natura.

Girasoli e api © LifeGate
Girasoli e api © LifeGate

Giugno 2022

Monitoraggio Apiari Area Metropolitana di Milano

Grazie ai sistemi di biomonitoraggio non invasivi Melixa System che permettono di monitorare le attività degli insetti, siamo stati in grado di analizzare il comportamento, le attività e il livello di benessere e salute delle api durante il periodo di Giugno 2022.

Questi sistemi di monitoraggio permettono di raccogliere una serie di informazioni come il numero di voli, le temperature interne ed esterne alle arnie, il peso degli alveari e la correlazione tra il comportamento delle api e le condizioni meteo esterne, grazie ad una serie di sensori che garantiscono un monitoraggio costante ed accurato.

Come tutti sappiamo l’estate appena trascorsa è stata una stagione molto calda e secca, caratterizzata da un lungo periodo di siccità che ha determinato un cambiamento netto nei nostri ecosistemi.

Attraverso l’analisi dei risultati ottenuti dai sistemi di biomonitoraggio installati all’interno dei nostri apiari, possiamo capire come le nostre api hanno affrontato questo periodo, con particolare attenzione per il mese di giugno.

Stiamo analizzando l’apiario a Gorgonzola

NUMERO DI VOLI

Il numero di voli può essere considerato il dato più importante dal quale partire per analizzare lo stato di benessere degli apiari.

Voli apiario Gorgonzola © LifeGate
Voli apiario Gorgonzola © LifeGate

Come si può notare dall’andamento del grafico sopra esposto, dalla seconda metà del mese il numero dei voli è cresciuto rispetto alle prime due settimane di Giugno 2022. Il picco massimo raggiunto, infatti, è datato 21 giugno.

Quello che ci ha colpito è che proprio in corrispondenza del periodo in cui il numero dei voli è aumentato, anche il peso dell’apiario analizzato è cresciuto. Nel grafico sottostante è ben visibile l’aumento del peso dell’apiario proprio a partire dalla seconda metà del mese.

Peso apiario © LifeGate
Peso apiario © LifeGate

Questa stretta correlazione tra l’aumento del numero dei voli e il peso dell’apiario è determinata dal fatto che con l’aumentare dei voli vi è una normale crescita dell’attività di impollinazione e di raccolta del nettare.

Un altro aspetto a cui diamo molto importanza è la variazione delle temperature interne ed esterne all’apiario.

Temperature apiario © LifeGate
Temperature apiario © LifeGate

Questo terzo grafico prende come parametro di analisi la correlazione tra le due tipologie di temperature. Come si può vedere il range di oscillazione delle temperature esterne è molto ampio rispetto a quello delle temperature interne, com’è normale che sia, ma è importante sottolineare che minore è il range di oscillazione dei gradi interni e maggiore è il grado di salute degli insetti.

La loro capacità di mantenere costante e continua la temperatura interna è sintomo di un apiario in salute.

Un’ulteriore dimostrazione di come questi dispositivi permettono di mettere a confronto il comportamento e le attività delle api in riferimento agli agenti atmosferici, è il confronto tra il numero di voli e le piogge.

Riprendendo il numero di voli vediamo che, nonostante vi sia stato un aumento generale del n. di voli nella seconda metà del mese, il 24 giugno segna il picco minimo in un momento di crescita. Perché?

Numero voli e piogge © LifeGate
Numero voli e piogge © LifeGate

Dal confronto tra i due grafici è ben visibile come in corrispondenza delle due giornate più piovose vi sia una diminuzione del numero dei voli.

Maggio 2022

Monitoraggio Apiari Area Metropolitana di Milano

Gli apiari di Bee my Future presenti nell’Area Metropolitana di Milano, sono ospitati all’interno di tre comuni: uno nel comune di Gorgonzola, nei pressi della Cascina Mugnaga, uno nel comune di Cernusco sul Naviglio, nei pressi della frazione di Ronco, e l’altro nel comune di Bussero presso un’azienda agricola a conduzione biologica.

Sistemi Melixa System © LifeGate
Sistemi Melixa System © LifeGate

Gli apiari sono dotati dei sistemi Melixa System, dispositivi tecnologici di biomonitoraggio non invasivo che permettono di monitorare le attività di questi insetti, agevolando il lavoro degli apicoltori e raccogliendo preziose informazioni sullo stato di salute dell’ambiente circostante.

I sistemi dispongono di sensori di posizione (GPS), temperatura interna ed esterna, umidità (piogge), una bilancia che misura il peso dell’arnia e un contatore che registra il numero di voli delle api: tutti indicatori utili a monitorare morie o anomalie nello sviluppo degli alveari che possono indicare la presenza di sostanze inquinanti nell’ambiente. Il dispositivo posizionato a Gorgonzola, dotato di pannelli solari per l’alimentazione, oltre a tutti i sensori elencati, ha anche una stazione meteo con anemometro (per la misurazione della velocità o pressione del vento), un pluviometro, un indicatore di direzione del vento e una foto-trappola (sotto due immagini esempio in due fasce orarie diverse).

Situazione microclimatica © LifeGate
Situazione microclimatica © LifeGate

Grazie a questa stazione è possibile avere un quadro dettagliato della situazione microclimatica in cui operano le api. Il clima, infatti, è un fattore rilevante in apicoltura perché influenza la crescita della vegetazione, le fioriture, la produzione di miele e il consumo di scorte.

I dati rilevati dai dispositivi vengono inviati ad una dashboard consultabile via web (esempio nell’immagine a sinistra).

È importante leggere questi dati in funzione dell’andamento climatico stagionale e delle pratiche apistiche adottate.

Temperatura interna il rilevamento delle temperature permette il controllo della vitalità della colonia durante tutto l’anno e il controllo della presenza e estensione della covata.

Analizzando i dati di un mese, si nota che il range di variazione è limitato, le api sono in grado di termoregolare la temperatura all’interno dell’arnia, questo significa che l’alveare è in salute.

Il grafico riportato di seguito mostra la capacità delle api di mantenere costante la temperatura interna nonostante le brusche variazioni esterne.

Temperature apiario Gorgonzola © LifeGate
Temperature apiario Gorgonzola © LifeGate

La temperatura interna rimane pressoché costante, può subire oscillazione più ampie durante le visite quando i sensori vengono estratti dall’alveare per consentire la movimentazione dei favi.

Sistema Melixa System Gorgonzola © LifeGate
Sistema Melixa System Gorgonzola © LifeGate

Il numero dei voli permette il controllo dell’attività delle api, della popolosità e del benessere delle colonie.

Il numero dei voli varia in funzione

  • della stagione: in inverno o con il freddo l’attività dell’alveare si riduce
  • dal clima: la pioggia o vento influiscono negativamente sui voli
  • dalla presenza di importazioni nettarifere importanti.

Il numero dei voli va interpretato anche in funzione della dimensione dell’alveare, più è popoloso più è normale aspettarsi un numero elevato di voli.

Analizzando il numero dei voli di un mese, quello di maggio 2022, notiamo l’andamento che registra una punta massima l’8 maggio con 105.580 voli e una punta minima il 29 maggio con 3.133 voli.

Voli api Gorgonzola © LifeGate
Voli api Gorgonzola © LifeGate

La stazione meteo ci ha permesso di verificare che il 29 maggio è stata una giornata particolarmente ventosa questo ha influenzato i voli delle api, così come la pioggia tra il 5 e 5 maggio.

Peso, permette il monitoraggio continuo della raccolta di nettare

Nei periodi di produzione questo sensore permette di monitorare quanto nettare sta raccogliendo l’alveare. In inverno invece permette di controllare quante risorse sta consumando risorse la famiglia.

Le oscillazioni possono dipendere anche da attività apistiche come, ad esempio, aggiunta o riduzione di favi per pareggiare le famiglie, movimentazione melari, o da fattori esterni come la pioggia e la neve sulle arnie.

Peso apiario Gorgonzola © LifeGate
Peso apiario Gorgonzola © LifeGate

Analizzando i dati notiamo che in data 15 maggio è stata registrata una diminuzione, la visita di controllo ha evidenziato una sciamatura, ovvero l’uscita dall’arnia della “vecchia” ape regina con il suo seguito, in concomitanza della nascita di un’ape regina nuova. In questi casi, lo sciame uscito viene recuperato e messo in una nuova arnia. In data 28 maggio è stata effettuata la smielatura, ovvero il prelievo del miele in eccesso rispetto alle scorte necessarie alle famiglie.

20 maggio 2022

Galleria Borromea

Galleria Borromea festeggia la Giornata Mondiale delle Api tutelando 100 mila impollinatori grazie al progetto Bee my Future di LifeGate.
Galleria Borromea vuole suggellare fin da subito questa partnership nel fine settimana più importante per gli impollinatori, che ha avuto inizio venerdì 20 maggio con la Giornata Mondiale delle Api e si è conclusa domenica 22 maggio con la Giornata Mondiale della Biodiversità, organizzando, grazie alla collaborazione con LifeGate, dei laboratori creativi per le famiglie proprio sul tema delle api. Inoltre le api saranno supportate per un anno intero grazie al progetto Bee my Future di LifeGate, un’iniziativa che mira a tutelare le api in contesti urbani seguendo il metodo del biologico ed utilizzando sistemi di biomonitoraggio tramite sistemi tecnologici non invasivi.

Le due arnie tutelate da Galleria Borromea si trovano a Bussero, nell’area metropolitana di Milano e sono gestite da un esperto apicoltore hobbista iscritto all’associazione partner di LifeGate, APAM – l’Associazione Produttori Apistici della Provincia di Milano.

Le arnie adottate da Galleria Borromea © LifeGate
Le arnie adottate da Galleria Borromea © LifeGate

Fabio Laguardia, Direttore del Centro Commerciale ha commentato: “La scomparsa delle api mette in pericolo la nostra sicurezza alimentare e soprattutto il nostro futuro. Il minimo che potevamo fare era darne risalto alla nostra comunità per quella che ad oggi si presenta come una seria problematica che interessa tutti, e lo volevamo fare avviando una partnership con chi in questo senso si è mosso per primo ottenendo negli ottimi risultati attraverso attività costante di informazione e sensibilizzazione. A nome mio, della Proprietà dello Shopping Center, dell’Ipermercato Ipercoop e degli Operatori, siamo felici di questa collaborazione che sono certo durerà nel tempo.”

Aprile 2022

Ponti

Iniziamo la primavera con una notizia dolce e croccante: le nostre piccole bottinatrici possono infatti contare su un amico in più, Ponti, azienda piemontese che ha oltre 230 anni di storia ed è sinonimo di aceto per gli italiani. Da sempre molto attenta alla sostenibilità, Ponti utilizza mele che piacerebbero molto alle nostre api: fresche, intere, maturate al sole e 100% italiane, di ben 13 varietà tra cui Fuji, Granny Smith e Golden Gala, attraverso una filiera controllata e certificata.

Questo consente di conoscere tutto sulle mele utilizzate a partire da ogni bottiglia: varietà, luogo e data di raccolta. Ad esempio, le mele raccolte nel 2021 provengono dai campi del Piemonte ad una distanza massima di 50 chilometri dallo stabilimento di Paesana (CN) dove vengono lavorate entro 24 ore dall’arrivo.

Così, per dimostrare una volta di più il proprio impegno nei confronti della sostenibilità e a difesa della biodiversità del territorio, Ponti ha scelto di aderire al progetto Bee my Future e di tutelare per un anno un’arnia abitata da 50mila api.

Bee my future
L’arnia adottata da Ponti © LifeGate

Jaggaer

Chi supporta le nostre api, di solito lo fa a 360 gradi, promuovendo comportamenti responsabili e sostenibili. Come Jaggaer, che da 25 anni sviluppa tecnologie per la gestione in digitale dei processi di acquisto, che azzerano la carta, aumentano l’efficienza e – soprattutto – permettono alle aziende di selezionare e monitorare l’operato dei fornitori anche secondo parametri ESG. Questo perché, secondo una ricerca McKinsey, il 90 per cento dell’impatto sulla sostenibilità di un’azienda può essere causato dalla catena di approvvigionamento.

“Queste soluzioni stanno avendo un ruolo sempre maggiore nell’assicurare una buona gestione delle scarse risorse del pianeta, evidenziando l’impegno di Jaggaer nel promuovere le best practice ESG all’interno della propria organizzazione e aiutando i clienti a fare lo stesso nella gestione del proprio processo di acquisto”, spiega Jim Bureau, Ceo di Jaggaer. Proprio come un ottimo impollinatore di buone pratiche! E per dimostrare la propria attenzione, in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile, Jaggaer ha aderito al progetto Bee my Future adottando un’arnia.

bee my future
L’arnia adottata da Jaggaer © LifeGate

Febbraio 2022, l’arnia Evoluta

Il 2022 parte all’insegna del benessere animale, grazie ad Evoluta, la nuova newsletter di LifeGate dedicata alle notizie riguardanti la tutela della biodiversità e dei diritti animali. Tutti coloro che decideranno di iscriversi adotteranno simbolicamente una delle 50mila api che andranno a popolare una delle arnie di Bee my Future.

bee my future
Arnia adottata dagli iscritti della newsletter Evoluta © LifeGate

La newsletter arriverà nelle caselle di posta l’ultimo venerdì del mese con le migliori storie dal mondo animale e qualche aggiornamento sul lavoro delle associazioni, oltre ovviamente alle novità riguardanti l’arnia. Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può contribuire a rendere il mondo un posto migliore per tutti i suoi abitanti, a partire dalle api!

Natale 2021

Il regalo più bello per le nostre api? Sapere che in tanti si prendono cura di loro. Come Italian Converter®, impresa che produce tessuti innovativi, convinta che il business di successo debba creare valore per la comunità. L’azienda ha messo il tema della sostenibilità al centro delle proprie linee guida e pone la massima attenzione e cura alla realizzazione di prodotti sicuri, il cui impatto ambientale sia il più basso possibile. Nel 2017 ha inoltre intrapreso un percorso, che è in continua evoluzione, incentrato sul rispetto e sulla garanzia di un equilibrio sociale, economico e ambientale.

Ecco perché, per questo Natale, Italian Converter® ha deciso di aderire al progetto Bee my Future e adottare un’arnia contenente circa 50.000 api, allevate nel rispetto dei principi guida del biologico dal sapiente apicoltore Marco Zucchetti. “Le api non fanno solo il miele. Il nostro futuro dipende anche da loro.” Commentano dall’azienda. “Aderendo a questa iniziativa contribuiamo alla loro salvaguardia. Il cambiamento inizia dai piccoli gesti e questi doni vogliono essere una testimonianza più consapevole dell’impegno che mettiamo nel nostro percorso sostenibile giorno dopo giorno, fatto non solo di parole ma soprattutto di azioni concrete per un futuro migliore”.

Bee my future
Arnia adottata da Italian Converter © LifeGate

Altro nuovo amico delle nostre api sarà to.market, catena di supermercati e e-commerce, che da diversi anni abbraccia gli ideali di sostenibilità e rispetto per il pianeta e le persone. L’azienda utilizza l’energia pulita e l’illuminazione a led. Inoltre, si impegna a salvaguardare l’ecosistema con piccole buone pratiche anche all’interno dei propri negozi.

Molto legata al territorio, to.market ha voluto fortemente partecipare al progetto di Bee my Future per riportare le api in città. “Adottando un alveare vogliamo impegnarci anche noi affinché le api vengano tutelate e salvaguardate, perché è dal loro grande lavoro che dipendono la maggior parte delle nostre colture”, il commento di to.market. “Da questa collaborazione con Bee my Future speriamo di sensibilizzare la clientela verso questo argomento cosicché tutti possano, nel loro piccolo, fare la loro parte per salvaguardare il nostro pianeta”.

bee my future
Anche la catena di supermercati to.market fa parte degli amici che supportano il progetto Bee my Future © to.market

A prendersi cura delle piccole bottinatrici però tornano anche dei vecchi amici. Arca Etichette, per esempio, continua a supportare le nostre api, grazie al rinnovo della partnership con LifeGate nel progetto Bee my Future e con l’adozione di un’arnia. La società benefit si impegna infatti a generare valore economico e sociale misurabile attraverso progetti che preservano l’ambiente, diffondendo la cultura della sostenibilità nel territorio e tutelano la comunità.

“Le api hanno bisogno del nostro sostegno e noi ci impegniamo a difenderle”, fanno sapere da Arca Etichette, che fornisce tutta l’attrezzatura necessaria al benessere dei piccoli ma operosi insetti. “Allo stesso tempo, il pianeta potrà beneficiare dell’operato delle nostre amiche api che contribuiranno al mantenimento attivo della biodiversità e ci permetteranno di ricevere sulle nostre tavole molti alimenti sani, tra cui frutta, verdura e prodotti caseari”.

Novembre 2021

La fine di questo 2021 porta buone notizie per le nostre api. Gli alveari Bee my future hanno infatti un alleato in più: si tratta di Ratti, azienda che dal 1945 è leader nella produzione Made in Italy di tessuti stampati tinto in filo e jacquard per abbigliamento, accessori, camiceria, mare, intimo e arredamento, per i marchi del lusso e prêt-à-porter internazionale.

Oltre a coniugare attenzione verso il patrimonio culturale e tecnologia, sapere artigianale e innovazione, Ratti considera la sostenibilità del ciclo produttivo un valore primario. L’azienda gestisce e controlla l’intero processo, dall’idea creativa che si sviluppa attorno ad un disegno, alla progettazione del tessuto fino alla fase di nobilitazione. Risparmio energetico, riduzione dei consumi idrici e dei rifiuti prodotti, gestione accurata degli scarichi e azzeramento delle sostanze chimiche nocive, sono alcuni degli obiettivi su cui l’azienda lavora costantemente, dalle fasi iniziali, lungo tutto il processo produttivo, fino alla creazione finale.

Per questo, proprio per dimostrare una volta di più il proprio impegno concreto nei confronti della sostenibilità, e ribadire che valori come il rispetto, la prevenzione, la salvaguardia fanno parte, da sempre, della propria cultura aziendale, Ratti ha deciso di aderire al progetto Bee my Future.

Bee my future
Arnia adottata da Ratti © LifeGate

Le nostre api se la sono vista brutta!

Siamo a ottobre e, come sempre, la fine della stagione rappresenta un momento per fare un bilancio e qualche riflessione.

Mentre si avvicina l’inverno, le visite in apiario del nostro Marco Zucchetti si fanno meno frequenti per non disturbare gli insetti, poiché le temperature sono più fresche e si rischierebbe di arrecare danno alle famiglie con visite prolungate ai nidi. Bisogna verificare che le impollinatrici abbiano sufficienti scorte e che gli alveari – il cui numero di esemplari cala fisiologicamente in questo periodo – siano sviluppati in modo omogeneo. Le api che nascono ora sono infatti quelle che traghetteranno le famiglie durante l’inverno verso la prossima primavera.

“Se dovessi sintetizzare in due parole com’è andata la stagione”, afferma Marco, “direi con certezza che è stata la peggiore di sempre, con pochissimo miele prodotto, alveari ‘magri’, con carenze di scorte durante l’estate, e che si presentano all’autunno meno popolosi del solito”.

Il nostro apicoltore risfoglia il suo quadernetto segreto degli appunti, dove annota gelosamente gli eventi “apistici” della stagione. “Riflettendoci un po’”, dice, “penso che chi si ostina a negare il cambiamento climatico dovrebbe iniziare a curare le api per capire come questo sia più attuale che mai. Ho diversi amici apicoltori professionisti, che quest’anno avranno difficoltà a pagare le spese a causa della stagione disastrosa”.

Zucchetti ripercorre la “terribile” primavera di quest’anno, con un marzo troppo caldo, che ha fatto credere alle api che fosse già arrivata l’estate, e un aprile troppo freddo, seguito da un maggio troppo piovoso.  “Risultato: pochi fiori e clima difficile, e alveari che, al posto di svilupparsi in maniera armonica, hanno dovuto pensare alla sopravvivenza”.

Anche la siccità estiva, alternata da fenomeni di pioggia violenta, non ha aiutato. “Ricordo una visita in apiario alla fine di agosto, in cui visitando gli alveari percepivo proprio una sensazione di sofferenza. Le api volavano poco, i prati e i cespugli erano tutti rinsecchiti e le arnie avevano pochissime scorte. Che stretta allo stomaco! Fortunatamente, il quadro a settembre è un po’ migliorato” ci ricorda Marco. “In questi giorni, quando in pausa pranzo scappo a vedere le mie api volare, con le loro belle palline di polline giallo attaccate alle zampette, mi è ritornata quella piacevole sensazione di benessere che mi fa amare l’apicoltura. Temo però che sarà un inverno difficile, spero che questi continui stress alle colonie non presentino il conto”

In ogni caso, le nostre api tengono duro. E continueranno a farci scoprire il loro mondo, nuovo e diverso ogni giorno.

Settembre 2021

Anche quest’anno  Germinal Bio ha scelto di rinnovare la sua adesione al progetto adottando le arnie di Bee my Future. Gruppo Germinal, punto di riferimento del biologico nel mercato dei prodotti da forno, dolci e salati, e dei piatti pronti, segue da sempre la filosofia aziendale di unire la bontà al benessere e l’etica alla sostenibilità, promuovendo da 40 anni la missione di “nutrire la salute con gusto”.

Il percorso di sostenibilità di Germinal BIO ha radici profonde, insite nel suo dna e nella scelta di produrre alimenti biologici nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Inizia dai progetti di filiera corta, certificata e garantita per la fornitura delle farine, continua con il supporto a progetti a distanza per garantire condizioni di lavoro eque, in collaborazione con Altromercato. È un impegno nella gestione consapevole di energia, consumi e risorse. Il tetto dello stabilimento ospita un impianto di pannelli fotovoltaici che consentono una copertura fino al 75% del consumo medio di energia, e un sensibile risparmio annuo di emissioni Co2. L’energia elettrica, non autoprodotta, proviene da fonti rinnovabili ed è certificata Greener.

È la volontà di investire in sempre nuove alternative di packaging, da sempre vengono utilizzati materiali 100% riciclabili, ora è in atto una riduzione progressiva di plastica con il passaggio all’imballaggio in astuccio per molte referenze di merendine. Inoltre cereali e alcuni biscotti sono diventati ancora più eco-compatibili: i sacchetti interni sono stati sostituiti da un materiale innovativo biodegradabile e compostabile, ottenuto da sostanze completamente vegetali, realizzato secondo la norma europea Uni En 13432 e certificato ‘Ok Compost’.

Inoltre, lo scorso maggio, Il Mangiarsano, l’azienda capogruppo di Germinal, ha modificato il proprio statuto diventando Società Benefit e a giugno l’azienda ha ottenuto la certificazione B Corp. Le aziende B Corp si prefiggono di rispettare i più alti standard al mondo di performance sociale, ambientale, economica e modificano il proprio statuto in modo tale che, per legge, sia permesso loro di prendere decisioni e implementare pratiche che tengano in considerazione non solo i risultati rilevanti per gli azionisti, ma anche l’impatto che queste decisioni hanno su tutti gli stakeholder — lavoratori, clienti, società e ambiente. Con la certificazione B Corp Germinal BIO ha voluto rendere il proprio impegno nei confronti delle persone e dell’ambiente ancora più concreto.

Aprile 2021

Più passa il tempo, più crescono i supporter delle nostre piccole api, che con la loro azione di impollinazione sono così importanti per la tutela della biodiversità. Per questo è importante tutelarle, migliorare il loro benessere nelle campagne e preservarle dagli effetti del riscaldamento globale.

Alcuni di questi sostenitori sono brand che hanno già, nel loro DNA, un approccio rispettoso nei confronti della natura ed una spiccata attenzione per la sostenibilità. Sanno che tutelare le api significa soprattutto preservare la biodiversità, l’ambiente che ci circonda e, di conseguenza, anche il nostro stesso benessere.

Una di questa realtà è Florena Fermented Skincare, un brand di cosmesi naturale che nasce in Italia e che si impegna da sempre a seguire i principi della green chemistry realizzando prodotti per il viso naturali ed eco-friendly, rispettosi verso l’ambiente.
Per sostenere e tutelare la bellezza della natura e della biodiversità in contesti urbani, dal 2021 Florena Fermented Skincare ha deciso di adottare ben 10 arnie Bee my future, per un totale di 500.000 api.

Arnie adottate da Florena Fermented Skincare. © Florena Fermented Skincare.
Arnie adottate da Florena Fermented Skincare. © Florena Fermented Skincare.

Con il suo approccio green a 360° Florena Fermented Skincare offre prodotti viso formulati con ingredienti naturali – come fiori e oli – trasformati e potenziati dal processo naturale della fermentazione. In questo modo permette di prendersi cura della propria bellezza con prodotti naturali e formule vegan rispettose verso l’ambiente.

L’attenzione del brand emerge anche dai dettagli: Florena Fermented Skincare ha infatti appositamente studiato il design del vasetto delle creme per ridurre l’utilizzo della plastica: più piccolo e più leggero rispetto a un vasetto tradizionale, contenendo però la quantità di prodotto standard del mercato – 50ml –. I vasetti sono in plastica 100 per cento riciclata e le confezioni esterne sono in carta riciclata minimo al 75 per cento, materiali che si possono riciclare gettando ogni componente negli appositi bidoncini.

Così, grazie all’impegno di Florena Fermented Skincare, le nostre api potranno continuare a svolgere il loro prezioso lavoro, garantendoci un ambiente più bello e più sano.

1 settembre 2020

L’autunno si apre con un nuovo amico per le nostre api: è Electrolux, casa produttrice di elettrodomestici, che ha ideato la campagna “Better home, better you”. Grazie a questa iniziativa, chiunque sceglierà per la propria casa le tecnologie Electrolux dal 1 settembre al 31 dicembre 2020 riceverà un regalo un buono fino a 500 euro da spendere in diverse attività e progetti. Bee my future è tra questi: chi deciderà di supportare il nostro progetto, potrà adottare 70 api. Grazie a “Better home, better you”, Electrolux ha già adottato ben cinque arnie! Per le nostre piccole bottinatrici, è un ottimo modo per iniziare la nuova stagione.

Bee my future
Electrolux, casa produttrice di elettrodomestici, ha adottato 5 arnie. © LifeGate

Il trasloco delle api

Un paio di mesi fa, le nostre api hanno subito uno “sfratto” e sono state costrette a traslocare dal luogo in cui si trovavano. “Si trattava di un posto tranquillo, con una buona zona di bottinatura e a pochi chilometri da casa, vicino ad un boschetto ed un piccolo fontanile”, racconta il nostro Marco Zucchetti. “Il proprietario del luogo, un mio amico e un ambientalista con la “A” maiuscola aveva solo la richiesta perentoria di tenere in ordine il terreno, e così ho fatto. Poi, un pomeriggio di quest’estate, mi ha chiamato e con voce quasi rotta dal dispiacere, mi ha comunicato la sua decisione di vendere”.

Nonostante le molte rassicurazioni da parte dell’amico, quando il terreno in cui erano collocate le arnie è stato venduto, il nuovo proprietario non ha voluto sentire ragioni e ha deciso di sfrattare le api. “Eravamo a luglio, faceva un caldo pazzesco, i prati erano tutti bruciati e senza un fiore. Il nuovo proprietario mi ha chiamato per chiedermi un appuntamento in apiario”, continua Marco. “Voleva informarmi del fatto che non avrebbe usato il terreno, ma che ugualmente non avrei potuto tenere lì le api. Mi aveva dato una settimana per portare via le arnie”.

Così, il nostro apicoltore, si è trovato costretto a cercare un nuovo terreno. “Il periodo era il peggiore che ci potesse essere! Inoltre, da LifeGate mi avevano fatto sapere che il progetto Bee my Future stava andando così bene, da voler aggiungere delle arnie. Un cliente, L’Oreal Paris, ne aveva adottate ben 30, portando l’apiario a 54. Dovevo trovare subito delle alternative valide!”

Marco, insieme al figlio Tommaso, ha iniziato subito ricerca del terreno adatto al trasloco delle arnie. “Abbiamo girato parecchio per la zona, finché non abbiamo visto un posto che faceva al caso nostro. Quando un signore, lì nei paraggi, ci ha guardati male, pensando fosse il proprietario ho subito esposto il problema. Gli ho detto che ero un apicoltore, che stavo cercando un posto per le api a rischio sfratto. E sono stato fortunato: quando gli ho raccontato la mia storia, mi ha confidato che anche lui un tempo aveva delle api e che avrebbe voluto riprendere. Le mie api erano salve! L’unica condizione che mi ha posto è stata quella di ripulire il terreno!”

Così, il nostro Marco Zucchetti ha trascorso la seconda metà di luglio con motosega, decespugliatore e tanta pazienza per creare un ambiente confortevole per le arnie. “Abbiamo spostato le api di notte, col buio, perché devono essere tutte in casa!” Dopo due mesi e parecchio trambusto, però, tutto è rientrato nella normalità e le postazioni sono in ordine. Quello che era iniziato come un problema, si e rivelato, non senza lavorarci veramente sodo, un’opportunità! “Speriamo che le nuove postazioni, la prossima primavera, si dimostrino anche produttive!” ha concluso Zucchetti. “Teniamo le dita incrociate!”

Bee my future
La nuova postazione delle nostre api © LifeGate

Luglio 2020

L’estate, per le nostre api, continua con un nuovo amico: essence cosmetics, il marchio di cosmetici distribuito da cosnova Italia insieme al marchio CATRICE cosmetics, ha infatti deciso di aderire al progetto di LifeGate Bee my Future. Con la trend edition Wanna bee my honey? disponibile nei negozi nei mesi di luglio e agosto, essence ha voluto rendere omaggio alle api e al loro prezioso lavoro, sempre più a rischio, associando la promozione della collezione al progetto.

Il brand sviluppa da sempre cosmetici di cui i consumatori possono fidarsi, con una particolare attenzione al benessere animale e alla salvaguardia del pianeta. Il 100 per cento dei prodotti essence è infatti cruelty free, oltre il 70 per cento dell’attuale assortimento è vegan; l’obiettivo è di aumentare questa percentuale, per evitare l’utilizzo di materie prime di origine animale.
Gli ingredienti sono inoltre sottoposti a rigorosi controlli e il loro impatto ambientale, sanitario e sociale è analizzato usando un sistema a semaforo. L’azienda, poi, promuove una ricerca costante per quanto riguarda l’utilizzo di materiali sostenibili per le confezioni e adotta diverse misure per ridurre le emissioni di CO2. Infine, essence sposa varie iniziative per la sostenibilità ambientale, come la Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile (RSPO) e la Responsible Mica Initiative (RMI). Il tutto senza mai rinunciare alla qualità del make-up.

Essence cosmetics aderisce a Bee my future © LifeGate

Estate 2020

Dopo un inverno non così freddo, ma sicuramente più triste del solito dovuto al lockdown, sono finalmente arrivate la primavera e l’estate. E le nostre api si sono presentate al momento più importante della stagione in buone condizioni.

“Non saprei dire se c’è una relazione fra il lockdown e la salute degli alveari, ma sta di fatto che all’inizio della stagione gli alveari erano proprio belli”, racconta Marco Zucchetti. “Forse il blocco del traffico, la riduzione dell’inquinamento, la ridotta manutenzione dei parchi, dei giardini e delle bordure, che è stata, come qualunque altra cosa, rimandata, ha lasciato alla natura un po’ più di libertà del solito. Da alcuni anni non vedevo i bordi delle strade fiorire!”.

Aprile e maggio sono stati poi caratterizzati dal bel tempo alternato da qualche piovasco, che ha consentito alle piante di produrre il prezioso nettare. Anche le sciamature naturali sono state rarissime quest’anno. Il fenomeno – molto bello – mostra la velocità delle api nel costruire i favi. Ma il rovescio della medaglia, per l’apicoltore, è tanto lavoro in più: significa recuperare lo sciame, coccolarlo con attenzioni e controlli per i primi giorni, con la quasi certezza che non produrrà miele.

Dopo una buona partenza, le piogge abbondanti di giugno hanno però compromesso qualche fioritura. “Tre settimane di pioggia hanno rovinato la fioritura del tiglio che, in pianura, è una delle risorse nettarifere fondamentali. Speravo anzi che i melari si riempissero di miele di tiglio, e invece ce ne sono solo sparute tracce”, continua Marco.

Per evitare le ore più calde, il nostro apicoltore si reca in apiario prestissimo. “Vado a trovare le api verso le sei: le vedo uscire “di casa” alle prime luci, con il fresco. E poi, se riesco, torno alle quattordici, in pausa pranzo, e le vedo sul bordo dell’arnia, a ventilare l’alveare per raffreddarlo… sentono caldo anche loro poverine!”

In piena estate, i fiori nelle campagne stanno già cominciando a scarseggiare, è appassito quasi tutto. Le api lo sanno, e per questo hanno rallentato i loro ritmi: l’alveare si sta già preparando con largo anticipo alla prossima stagione. Le piccole bottinatrici cercano di risparmiare, iniziando a ridurre i ritmi di deposizione per avere meno api da allevare e da nutrire e accumulando scorte per la stagione che verrà.

Per le nostre api le vacanze sono già finite!

Maggio 2020

Per le api, la primavera 2020 si sta rivelando davvero un periodo promettente. Mentre noi possiamo godere solo parzialmente degli alberi in fiore, a causa delle misure anti contagio rese necessarie per la pandemia di coronavirus, le piccole impollinatrici ronzano indisturbate tra i prati, favorite da temperature gradevoli e belle giornate di sole. E conquistano sostenitori preziosi. Da quest’anno, infatti, Monini ha deciso di partecipare al progetto Bee my Future di LifeGate tutelando diverse arnie. In occasione del centesimo compleanno, l’azienda ha voluto adottare 100mila api. Una scelta consapevole, che consentirà di tutelare questi insetti, importantissimi per la salvaguardia della biodiversità in agricoltura.

Monini, bee my future
Arnie del progetto Bee my Future adottate da Monini. © Marco Zucchetti

Aprile 2020

Mentre noi non possiamo uscire né godere della primavera che sboccia, a causa delle misure anti contagio rese necessarie per la pandemia di Coronavirus, le nostre api “Stanno bene”, ci fa sapere Marco Zucchetti. Grazie all’inverno mite e alla primavera in anticipo, il nostro apicoltore ha trovato gli alveari ad uno stadio di sviluppo più avanzato del solito, con famiglie più numerose per il periodo. “Prati ed alberi iniziano a fiorire e le temperature gradevoli favoriscono l’attività delle api. Secondo i miei appunti, che annoto scrupolosamente ogni anno, direi che da un punto di vista apistico, siamo in anticipo di un paio di settimane. Speriamo che piova un pochino, e soprattutto che non ritornino colpi di freddo”.

Nonostante l’emergenza, il lavoro di Marco continua senza interruzioni. “Fortunatamente le api non hanno niente a che fare con il coronavirus e con il distanziamento sociale. Per questo le attività di cura e allevamento non sono cambiate, anzi, devono proseguire in anticipo, considerando il clima.”

Reperire il materiale necessario, come arnie e telai, è però più difficile quest’anno, perché molti fornitori sono chiusi o hanno difficoltà di consegna. “Eventi come la fiera/mercato che si tiene a Piacenza nel mese di marzo, e che permette agli apicoltori di prepararsi alla stagione, non si sono svolti. La situazione mi pare surreale”.

Il nostro apicoltore sta affrontando le difficoltà come può: costruisce direttamente nel suo piccolo laboratorio quello che gli manca, rimandando i lavori non indispensabili. E anche ‘seguire’ le api in questo periodo di quarantena non è così facile. “Andare a trovarle non è banale, tra autocertificazione, controlli e posti di blocco… Sebbene sia autorizzato ad accudirle, mi sento quasi a disagio ad uscire di casa. Spero che non si adottino misure ancora più restrittive: sarebbe veramente drammatico!”

Avere le api da accudire, per Marco, è uno dei pochi aspetti positivi legati a questo periodo di quarantena. “Quando vado in apiario o nel mio giardino e vedo le api lavorare, volare, tornare cariche di polline penso che la vita continua, che questa brutta storia prima o poi finirà. Sembrerà banale, grazie a loro percepisco la potenza della natura! Serve a staccare la spina”.

Marzo 2020

Il supporto di aziende virtuose, alle nostre piccole, infaticabili api, non manca mai. Da marzo 2020, le arnie di Bee my future hanno infatti una nuova amica, Germinal Bio, azienda che realizza da quarant’anni prodotti biologici da forno dolciari e salati, ma anche piatti pronti freschi bio, vegani e senza glutine, e che da sempre promuove il rispetto dell’ambiente anche grazie a fornitori e partner che condividono lo stesso impegno per il pianeta. Numerosi gli impegni del Gruppo Germinal che ha sede a Castelfranco Veneto (Tv)

Germinal Bio si impegna nella ricerca di materie prime che rispondano a elevati standard di sicurezza alimentare e che siano tracciabili in ogni passaggio della filiera, oltre a un progetto di filiera corta, certificata e trasparente. I materiali utilizzati per gli imballaggi sono totalmente riciclabili, e alcuni di essi sono anche compostabili e biodegradabili.

Bee my future
Le arnie adottate da Germinal Bio. © LifeGate

“Produciamo bio da sempre e con i nostri prodotti rispettiamo l’ambiente, anche grazie a fornitori e partner commerciali che condividono il nostro impegno alla sostenibilità”, spiega Emanuele Zuanetti, CEO di Germinal. “La nostra mission è promuovere un biologico che garantisce la salute e la sostenibilità ambientale. È un invito a vivere in maniera più semplice. Vuol dire onestà e trasparenza: principi cardini che fanno parte del nostro essere e della nostra visione da sempre.”

 

20 maggio 2019

Le nostre piccole api tenaci hanno un nuovo alleato, da questa primavera. Si chiama Arkopharma ed è una delle aziende più note nel campo della fitoterapia, da quasi quarant’anni impegnata nel difficile compito di mettere a sistema l’intelligenza della natura e la scienza moderna, per far diventare quella naturale la medicina del domani. Arkopharma è stata la prima realtà a commercializzare “piante in capsule” e, grazie alla collaborazione con importanti centri di ricerca, è all’avanguardia nella preparazione di linee 100 per cento vegetali e biologiche. L’azienda, che ha da poco lanciato la campagna  One like one bee, ha deciso inoltre di dedicare una delle arnie tutelate con il progetto Bee my future alla propria linea Arkoroyal®, una gamma a base di pappa reale biologica certificata da apicoltura responsabile.

“La salvaguardia del patrimonio apistico è da diversi anni uno degli impegni di Arkoroyal, il nostro brand di pappa reale biologica ed eco responsabile”, afferma Stefano Gramignoli, Direttore generale della filiale italiana di Arkopharma. “Le evidenze allarmanti sulla moria delle api hanno scatenato un’ulteriore accelerazione su questo tema, condiviso da tutte le filiali nel mondo. Nella nostra Carta etica promettiamo formalmente di sostenere gli sforzi di salvaguardia delle api di tutti i piccoli apicoltori nostri partner. Il progetto Bee my Future in Italia incarna perfettamente i valori di Arkopharma in tal senso”.

Maggio 2019

“Questo weekend mi ero ripromesso di scattare qualche foto alle api, ma non smette un attimo di piovere,” racconta Marco Zucchetti. “La strada di campagna è praticamente allagata, e le previsioni del tempo non promettono niente di buono. Devo stare in casa, che malinconia!”

La primavera è arrivata. Prima molto secca, dopo alcuni mesi di siccità record, ed ora, nel periodo di fioritura dell’acacia, con tanta pioggia e grandine. Le nostre api sono uscite abbastanza bene dall’inverno. Dopo qualche ribilanciatura, per aiutare le più deboli a scapito delle famiglie più forti, le api si sono presentate alle fioriture primaverili “in forma”. Considerando la situazione generale degli insetti impollinatori in tutto il mondo, possiamo ritenerci soddisfatti.

Bee my future
Le nostre api sono uscite abbastanza bene dall’inverno, ma il maltempo di maggio non le aiuta. © Marco Zucchetti

Quando però alla fine di aprile è stato il momento per le api di raccogliere il miele con le grandi fioriture di tarassaco prima e di acacia poi, il meteo non è stato loro favorevole. La pioggia e le basse temperature hanno infatti un doppio effetto negativo: da una parte, con la pioggia, le api non possono volare, e quindi sono costrette a stare forzatamente rinchiuse nell’alveare; dall’altra, la diminuzione delle temperature le costringe a consumare energie per tenere al caldo le covate del periodo primaverile, solitamente favorite dalle giornate lunghe, dai fiori e dal tepore. Se dunque torna il maltempo, le api devo sforzarsi di tenere al caldo l’alveare per non compromettere lo sviluppo dei nuovi nati.

“Oggi, domenica 19 maggio, proprio il giorno prima della Giornata mondiale delle api, sarà una giornata in salita,” racconta ancora Marco. “Pioggia, freddo, niente api. Quando è cosi, ripenso alle belle giornate, cercando tra le foto del mio smartphone quelle che possono restituirmi il sorriso. Quelle di qualche giorno fa, con api, bombi, e persino farfalle sui fiori di facelia, nella rotonda che gestiamo con gli amici apicoltori della zona, mi ricordano che il sole tornerà presto e che se seminiamo il bello, ne guadagniamo tutti!”

Bee my future
I fiori e le giornate primaverili, più calde e più lunghe, dovrebbero favorire lo sviluppo della colonia. © Marco Zucchetti

Febbraio 2019

Siamo a febbraio e fa ancora freddo. E anche se le temperature nelle ore centrali delle giornate si sono alzate, l’inverno ci ricorda che è sempre lì, con gelate notturne e con qualche timido tentativo di nevicare. Anche le nostre api, nelle ore più calde, intorno a mezzogiorno, provano a fare qualche uscita esplorativa alla ricerca di polline.

L’inverno è statisticamente il periodo più difficile per gli alveari, le famiglie più deboli che non hanno accumulato sufficienti scorte durante la fine della stagione, sono molto più sensibili al freddo e all’umidità dell’inverno.
Non siamo ancora al punto di svolta, ci vorrà ancora circa un mese per capire come le nostre api usciranno dall’inverno e in che modo ripartirà l’attività dell’alveare. “Questo periodo di attesa è però sempre prezioso perché… si preparano i ‘giocattoli’!”, ci ricorda il nostro apicoltore, Marco Zucchetti.

Quando arriva la primavera, infatti, la natura è letteralmente un’esplosione di colori, di fioriture, di profumi e le api, inebriate, ricominciano a dare impulso alla vita della colonia a ritmi velocissimi. Se il tempo si mantiene buono, la dimensione della famiglia cresce vertiginosamente.

L’apicoltore deve essere preparato; quando la stagione parte, il tempo per seguire le piccole bottinatrici non è mai abbastanza e quindi nulla va lasciato al caso. Questo è il periodo in cui si predispone il materiale occorrente; si preparano i telai di legno che verranno usati durante per dare spazio alle famiglie e si puliscono o si aggiustano le arnie che sono state ritirate a fine stagione. “Costruite in legno, sono sempre all’aperto e sono sottoposte alle intemperie. Pioggia, vento e sole all’esterno e umidità e temperature intorno ai 36 gradi all’interno mettono a dura prova “le case” delle api che richiedono quindi un po’ di manutenzione. Si diventa quindi un pò falegnami”, ci racconta ancora Marco, impegnato, alla fine dell’inverno, nei lavori in apiario. “Non bisogna poi dimenticarsi di controllare l’affumicatore e soprattutto la tuta: con i ritmi lenti dell’inverno – e le feste del periodo natalizio – a volte si… rimpiccioliscono. Speriamo che arrivi presto il bel tempo!”

Gennaio 2019

Il 2019 è appena iniziato e le nostre api hanno già un nuovo sostenitore. Si chiama Gruppo Mercurio ed è un’azienda di San Polo di Torrile, alle porte di Parma, che opera nel settore del trasporto multimodale, nella preparazione e nella trasformazione di veicoli finiti. Da sempre attenta alle problematiche legate all’ambiente, l’azienda si è dotata di un sistema di gestione integrato che raggruppa Qualità, Ambiente, Sicurezza ed Energia. Proprio per ribadire l’impegno nei confronti del Pianeta, Gruppo Mercurio ha deciso di aderire al progetto Bee my future adottando un’arnia per un anno. Obiettivo? Contribuire attivamente alla sopravvivenza e alla riproduzione delle api, insetti così fondamentali per il nostro ecosistema.

Bee my future
Gruppo Mercurio ha deciso di aderire al progetto Bee my future adottando un’arnia per un anno.

Dicembre 2018

Da questo inverno, le nostre api hanno un amico in più: è Arkopharma, azienda leader in Europa nella realizzazione di integratori alimentari naturali, che ha deciso di sostenere Bee my Future di LifeGate.
Da 35 anni, i ricercatori dei laboratori Arkopharma sono impegnati a combinare scienza, creatività, principi attivi naturali per migliorare la salute delle persone nel pieno rispetto dell’ambiente. Tra i vari tesori che la natura ci regala, Arkopharma ha scelto la pappa reale come ingrediente principale di una delle sue gamme più importanti, Arkoroyal®, che ha ottenuto la certificazione di 1° marchio di Apicoltura responsabile a garanzia della qualità e della purezza di una pappa reale biologica ottenuta preservando l’ambiente e l’uomo. Ecco perché, proprio in virtù di questa particolare sensibilità nei confronti delle piccole bottinatrici, Arkopharma ha voluto adottare ben due arnie per tutto il 2019.

Bee my future
Arkopharma ha adottato due arnie per un anno.

Novembre 2018

Novembre è stato un mese importante per le nostre piccole api, supportate ancora da Arca Etichette e anche da due nuove aziende, Tearose e Dell EMC Italia.

Dove possono trovarsi a proprio agio le api, se non tra le piante e i fiori di giardini perfettamente addobbati per eventi eleganti e lussuosi? Sarà forse per questo che Tearose, azienda fondata dall’artista e art director Alessandra Rovati Vitali, ha deciso di supportare dal mese di novembre il progetto Bee my Future di LifeGate adottando delle arnie. L’impresa ha un team di lavoro selezionatissimo che si occupa dell’allestimento degli eventi con competenza e creatività.

Bee my future

Il nostro presente è sempre più permeato dalla tecnologia digitale: fa parte della nostra quotidianità, delle nostre vite. Permette ad aziende, case e uffici di funzionare meglio, in modo più efficiente e sostenibile, con un impatto minore sull’ambiente. Proprio l’attenzione alla sostenibilità ha spinto Dell EMC Italia, ad aderire al progetto Bee my Future di LifeGate, per la tutela delle api in contesti urbani. Quest’autunno, in occasione dell’evento “Dell Technologies Forum” del 15 novembre 2018, l’azienda ha deciso di adottare un’arnia per un anno.
La protezione delle api, preziose per il ruolo che svolgono nell’impollinazione delle piante, è infatti fondamentale per la salvaguardia dell’intero ecosistema. L’adesione al progetto Bee my Future è in linea con l’impegno di Dell nel realizzare sistemi informatici che contribuiscano a una gestione più sostenibile delle risorse del pianeta.

Bee my future
Anche Dell EMC ITalia ha deciso di supportare il progetto Bee my future dallo scorso mese di novembre.

Sempre a novembre, anche Arca Etichette ha deciso di rinnovare il proprio impegno per la salvaguardia delle api per tutto il 2019, adottando un’arnia per un anno. L’azienda, che realizza etichette e copertine e che presta da sempre particolare attenzione alla sostenibilità dei processi di produzione e gestione, ha deciso di aderire ancora al progetto di LifeGate Bee my Future di LifeGate per dimostrare, una volta di più, la propria attenzione alle tematiche ambientali e alla tutela del territorio.

Bee my future
Arca etichette ha deciso di rinnovare i proprio impegno per le api anche nel 2019!

Settembre 2018

Anche H&B Italia, azienda che si occupa di aspiratori industriali e impianti di aspirazione, di filtrazione e abbattimento di polveri e gas nocivi per tutta Italia e che da sempre è attenta alle esigenze del pianeta, ha deciso di supportare il progetto Bee my Future e di adottare un’arnia per un anno. L’azienda ha voluto dimostrare così la sua attenzione per le sorti delle api, fondamentali per la salute e addirittura per la vita dell’uomo.

Bee my future
H&B ha adottato un’arnia per tutto il 2019.

Agosto 2018

L’ambiente e il paesaggio sono le più grandi e importanti opere d’arte che ci circondano. E le api sono le piccole artefici della loro conservazione, perché ci aiutano a manterne la salute e la bellezza nel tempo attraverso il loro paziente mestiere di impollinatrici. Ecco perché Arterìa, la prima azienda italiana nel mercato del trasporto, dell’imballaggio, della movimentazione e dell’installazione di opere d’arte, ha deciso di partecipare al progetto Bee my Future e di adottare due arnie: per proteggere chi protegge la bellezza della natura.

Arterìa è presente su tutto il territorio italiano con sedi operative e depositi a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Torino e Malpensa. Nata nel 2000 dalla fusione di quattro storiche aziende italiane specializzate nel trasporto di opere d’arte, l’azienda ha dato vita ad un “sistema” capace di coniugare professionalità, investimenti, formazione, ricerca e nuove tecnologie per garantire la protezione e conservazione delle opere d’arte e dei beni di valore in “viaggio”, in esposizione e in deposito.

Bee my future
Arterìa supporta il progetto Bee my future con due arnie.

Estate 2018

Anche quest’anno Rigoni di Asiago continua a sostenere Bee my Future adottando 5 arnie e supportando LifeGate nel sistema di biomonitoraggio non invasivo grazie al dispositivo di Melixa. Rigoni di Asiago, azienda storica vocata al biologico, è la prima ad aver aderito a Bee my Future condividendone i valori e il suo forte legame con le api e l’apicoltura. L’azienda crede fermamente nell’agricoltura biologica come modello di produzione e di consumo rispetto della salute delle persone e dell’ambiente, per questo è tra le aziende protagoniste della Festa del Bio di quest’anno. Questo suo impegno ha anche permesso la realizzazione del Magazine dedicato alla prima colazione, dove trovate tutti i consigli e gli approfondimenti sul pasto più importante della giornata adatto a tutti i tipi di esigenze alimentari e stili di vita.

Rigoni di Asiago
Rigoni di Asiago è stata la prima a credere in Bee my Future e continua a sostenerci adottando 5 arnie

Primavera 2018 con Melixa

Finalmente è arrivata la primavera e nelle prime, belle domeniche di sole il nostro apicoltore di fiducia, Marco Zucchetti, monta sulla sua bici per andare a controllare le arnie. Una bici carica come un furgone, su cui stipa tuta, affumicatore, un sacco di iuta per fare un po’ di fumo, la leva per aprire le arnie, una cassettina con qualche telaio nuovo e un paio di stivali.

Quest’anno, il quarto anno di Bee my Future, c’è anche un’importante novità: abbiamo adottato un sistema di biomonitoraggio, il primo in Italia non invasivo grazie all’utilizzo dei dispositivi di Melixa che tramite i sensori di temperatura interna ed esterna, il peso e il conta-voli quotidiano fornisce preziose informazioni sulla salute delle api e dell’ambiente circostante.

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Il biomonitoraggio sulla salute delle api di Melixa approda a Bee my Future

Inoltre, catturando sul loro corpo anche le particelle di inquinanti presenti nell’aria, con il biomonitoraggio non solo si può capire quanto è contaminato l’ambiente ma anche la presenza di eventuali fenomeni di bioaccumulo, che ha conseguenze anche per la salute dell’uomo.

Intanto vicino all’apiario, il Prunus fiorito è davvero un buon segno! E le piccole operaie – che ormai sono più di tre milioni – sono uno spettacolo, volano in pieno sole e tornano nelle loro case cariche di polline. Il mese di marzo è stato molto piovoso, e per molti giorni le api delle nostre colonie sono state costrette a stare “chiuse in casa” senza poter uscire per il freddo e per l’acqua. “Neanche io sono riuscito a guardarle come avrei voluto; con temperature sotto i dieci gradi è meglio non visitarle, prenderebbero freddo e si rischierebbe di compromettere lo sviluppo delle larve”, ci confessa Marco.

Primavera, api, bee my future
Le nostre api, in primavera, riprendono le loro attività: osservarle è un vero spettacolo!

Le fioriture sono un po’ in ritardo rispetto allo scorso anno e quindi ora che è arrivato il sole, e le giornate sono più calde e lunghe, le api non si fanno scappare l’occasione di fare incetta di polline e nettare. In questo periodo, se il tempo tiene, lo sviluppo delle famiglie è quasi vorticoso. Le piccole impollinatrici si preparano alla grande stagione dell’importazione di nettare e la popolazione degli alveari comincia a crescere in modo vistoso. Visitando le famiglie e distanza di cinque o sei giorni ci si accorge a colpo d’occhio del cambiamento. Dopo una visita approfondita all’apiario e una giornata ad alzare i telai, Zucchetti è soddisfatto: “le api stanno bene”, ci dice.

La campagna è in fiore e le bordure dei campi sono un’esplosione di colore. L’erba del prato è alta almeno una spanna. Da apicoltore, Marco non può fare a meno di guardare cosa sta fiorendo. Il tarassaco la fa da padrone, col suo bel giallo intenso, e poi ci sono le margherite, la veronica… Per le api, tutte queste piante sono un vero toccasana. Siamo in provincia di Milano, a pochi passi dalla città, eppure la vegetazione è rigogliosa: spesso ci si dimentica di cosa sa fare la natura…

“Osservando l’erba alta, una signora, rivolgendosi al marito, ha detto in tono sgarbato, ‘Ma cosa aspettano a tagliare l’erba! Sta così bene il prato rasato’” ci racconta Zucchetti. “Credo di aver scosso la testa. Tagliare i fiori adesso? Dopo tutto il freddo e la pioggia che abbiamo preso? Avrei voluto raccontarle del tarassaco, delle margherite, perfino delle ortiche: chissà, forse avrebbe capito”.

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In primavera, la natura attorno alle nostre arnie è rigogliosa: tutti questi fiori sono un toccasana per le nostre api!

Gennaio 2018

Da poco più di un mese le nostre api hanno trovato due nuovi sostenitori, Guna e Arca Etichette, che hanno deciso di adottare un’arnia ciascuna a partire da dicembre.

Per Guna, azienda leader in Italia nella farmacologia low-dose, l’adesione al progetto Bee my future è stato un modo per dimostrare, ancora una volta, la propria attenzione allo sviluppo sostenibile del pianeta e ai valori di rispetto della natura e delle persone. La salvaguardia e l’allevamento biologico delle api in contesto urbano – e in particolare a Milano, dove l’azienda nacque 35 anni fa per volere della famiglia Pizzoccaro – è perfettamente in linea con gli obiettivi di Guna, che attraverso i suoi prodotti cerca di costruire un futuro più sostenibile per tutti, dove il benessere delle persone passa attraverso la prevenzione dolce delle malattie e la promozione di un corretto stile di vita.

Guna, Bee my future
Anche Guna ha adottato un alveare Bee my future.

Arca Etichette, invece, è un’azienda grafica che realizza etichette e sleeves (copertine), con una particolare attenzione verso i processi di produzione, il più possibile sostenibili. Le certificazioni ISO 9001 e ISO14001 sono infatti garanzia di consapevolezza nei confronti dell’ambiente. L’azienda, da sempre, si adopera per rispettare il territorio in cui è insediata, facendo attenzione a prevenire qualsiasi forma di inquinamento, rispettare le normative, limitare il consumo di risorse energetiche, migliorare i processi di gestione ambientale e collaborare in modo proficuo con le autorità locali, diffondere consapevolezza sugli aspetti ambientali tra i dipendenti. L’adesione al progetto Bee my future si inserisce in questo contesto.

Arca Etichette, bee my future
L’alveare adottato da Arca Etichette.

2 ottobre 2017

Quando arriva l’autunno, le api diminuiscono di numero, è un fenomeno naturale, lo sappiamo, ma ci si abitua sempre a fatica quando se ne vedono volare meno. La colonia si prepara all’inverno riducendo la sua estensione; le visite agli alveari si devono fare più veloci e solo nelle ore più calde della giornata perché la mattina la temperatura si è abbassata ed aprendo le arnie uno sbalzo termico disturberebbe gli equilibri della famiglia. “Non posso più passare dalle api prima di andare in ufficio anche perché l’alba arriva tardi e non c’è abbastanza luce”, continua a raccontare Marco.

La fine della bella stagione è il momento adatto per fare un bilancio. Il 2017 è stato un anno abbastanza difficile. La primavera è cominciata presto e le nostre api sono uscite abbastanza bene dall’inverno. Poi, improvvisamente, è tornato il freddo, perfino una gelata nel bel mezzo della fioritura dell’acacia. Il lavoro delle api in parte è stato rovinato. L’acacia prodotta è stata poca. Sfortunatamente la stessa sorte è capitata in altre regioni italiane e per moltissime altre colture, sia di frutta che di verdura.

A giugno, la situazione è migliorata, il tiglio ha fiorito bene e le api hanno potuto lavorare serenamente accumulando sufficienti scorte con una buona produzione ed una buona qualità.

L’estate poi è arrivata con il suo caldo e con la carenza di pioggia. Forse, quella passata, è stata una delle estati più secche da molti anni a questa parte. I prati erano ingialliti e le piante sofferenti per la mancanza di acqua. La produzione dell’estate è stata quindi piuttosto scarsa.
Un po’ di miele le nostre api sono riuscite a produrlo, ma per l’agricoltura e l’apicoltura è stata un annata dura. I dati statistici sulla produzione agricola ed i vari allarmi lanciati dalle associazioni di categoria non fanno che confermare questa percezione.

“Anche se la stagione non è stata niente di speciale, guardando le api uscire dalla loro arnie con il cielo grigio non riesco ad essere pessimista. Malgrado tutte le difficolta le “ragazze” lavorano ancora! Non mollano! A loro modo guardano solo in avanti!” ci ricorda Zucchetti.

Quindi speriamo che il peggio sia passato e che l’inverno sia clemente. Le api stanno già lavorando per prepararsi all’inverno, per accumulare le ultime scorte così da essere pronte all’arrivo di una nuova bella stagione.

8 settembre 2017

Fattoria Scaldasole storica azienda di prodotti biologici partecipa a Bee my Future adottando 3 arnie. Un modo per sottolineare l’amore e il rispetto per l’ambiente che contraddistingue questa azienda da 30 anni. Perché anche lo yogurt, il suo prodotto più conosciuto, è strettamente legato alle api che prendendosi cura della biodiversità non solamente assicurano la presenza di alimenti per l’uomo ma anche per gli animali. Il biologico, di cui l’azienda è pioniera, è la garanzia di un ambiente sano e incontaminato capace di offrirci prodotti sicuri e un territorio in cui tutti gli impollinatori prosperano. Nei campi biologici, infatti, ci sono 7 volte più api e bombi, 5 volte più farfalle, 7 volte più merli, cinciallegre e scriccioli. I fiori crescono in quantità 3/4 volte maggiori (dati AIAB).

Fattoria Scaldasole, bee my future
Fattoria Scaldasole adotta tre arnie.

1 giugno 2017

Le nostre api, dalla tarda primavera, hanno trovato un nuovo sostenitore: si tratta di Criteo, una società innovativa, nata nel retro di un caffé di Parigi grazie a un piccolo gruppo di grandi menti e divenuta oggi leader globale nel performance marketing digitale, con 31 sedi sparse per il mondo. L’azienda, molto attenta ai temi della responsabilità sociale, dal 2016 ha realizzato il progetto “Go Day! Giving back to the community”, che coinvolge direttamente, spesso in qualità di volontari, i dipendenti dei diversi uffici in attività speciali che abbiano come obiettivo il benessere della comunità e dell’ambiente. Queste iniziative sono scelte in autonomia dalle diverse sedi dell’azienda e realizzate con partner locali, con l’obiettivo principale è quello di avere un’influenza positiva sul proprio territorio di appartenenza. In quest’ottica, la sede milanese di Criteo ha deciso di sensibilizzare i dipendenti al tema della salvaguardia delle api. aderendo dal 1 giugno a Bee my Future con l’adozione di un’arnia.

Criteo, Bee my future
Dall’1 giugno 2017, Criteo sostiene Bee my future

25 MAGGIO

Il 25 maggio siamo andati a trovare le api di Bee my Future. L’apicoltore Marco Zucchetti ha fatto il punto sull’iniziativa per salvare le api dando il via alla terza annualità e alla terza primavera. Questo il video integrale sulla giornata.

20 MAGGIO

Sulla strada che porta al nostro apiario c’è un giardino con un albero di Prunus. Con i suoi delicati fiori rosa è la prima pianta a fiorire a marzo. È il campanello che annuncia l’arrivo della primavera.

Siamo ai primi di marzo e le giornate sono insolitamente calde per la stagione. Il Prunus è fiorito e la stagione è ufficialmente partita. Le regine nei nostri alveari sono in piena attività e stanno deponendo le uova a ritmo intenso. L’alveare ricomincia cosi il suo ciclo. La regina depone e le poche api che hanno superato i rigori dell’inverno nella clausura dell’alveare, allevano, come ultimo sforzo, le api che consentono alla famiglia di svilupparsi. Le giovani generazioni di api si preparano alla bella stagione!

L’inverno da cui stiamo uscendo è stato abbastanza freddo. Fino a dicembre le temperature non sono state molto basse, le prime gelate le abbiamo avute alla fine di dicembre. Ma a gennaio il freddo è arrivato, rigido. Come sempre, per mantenersi al caldo, le api hanno dato fondo alle scorte di miele accumulate in estate. Alzando l’arnia con la mano di qualche centimetro si percepisce la differenza di peso rispetto all’autunno e si capisce chi “ha mangiato” di più e chi meno.

bee my future
Isolare con del cartone l’intercapedine superiore dell’arnia è un trucco per aumentare la protezione dal freddo

Con la prima visita scrupolosa della stagione, l’apicoltore Marco Zucchetti decide di togliere il foglio di giornale del Sole 24 Ore. Isolare con del cartone l’intercapedine superiore dell’arnia (fra il lato esterno superiore del coprifavo ed il coperchio metallico) è un trucco per aumentare la protezione dal freddo. Così, ancor prima di riciclare il giornale, Zucchetti ha trovato un utilizzo alternativo per qualche mese. Due copie per ogni arnia, la misura è perfetta, il Sole sembra fatto su misura. La moglie di Marco, un autunno, vedendolo uscire da casa con un pacco di giornali gli ha detto: “Di’ la verità, speri che li leggano!”.

Le nostre api hanno superato abbastanza bene l’inverno. Solo due famiglie non ce l’hanno fatta. Come accade spesso in questo periodo dell’anno presentano in alcuni casi uno sviluppo eterogeneo. Nello stesso apiario ci sono famiglie più forti che “partono prima” e famiglie più deboli, meno numerose. L’apicoltore deve cercare di aiutare le più deboli spostando dei favi (e quindi delle api nascenti) da quelle più forti; sia per avere uno sviluppo dell’apiario omogeneo ma soprattutto che per evitare la tentazione, nelle più avvantaggiate, di saccheggiare le più deboli.

Nelle prossime settimane, tempo permettendo, ci sarà un’esplosione di fiori. Le giornate si allungano, i colori sostituiscono il grigio dell’inverno, sta arrivando il caldo. La primavera è arrivata, si può cominciare.

27 SETTEMBRE 2016

È stata una giornata un po’ fuori dal comune per le nostre api:  sono venuti a trovarci alcuni apicoltori del Burkina Faso, nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale che mira allo sviluppo di un apicoltura sostenibile in uno dei più poveri paesi africani. La visita ha avuto lo scopo di illustrare ai colleghi le modalità di gestione di un apiario, le attrezzature da noi utilizzate, e di confrontarci sulle tipologie di mieli e sui prodotti dell’alveare. In Burkina Faso, per esempio, sono ancora molto diffuse le “arnie tradizionali” fatte di canne e fango posizionate sulle piante e che impongono l’apicidio per la raccolta del miele e della cera, anche se l’arnia razionale che chiamano keniana (noi la conosciamo come Top Bar Hive) si sta diffondendo rapidamente. Una curiosità: gli amici del Burkina Faso non hanno voluto indossare alcun indumento di protezione perché secondo loro… le nostre api sono estremamente docili!

Delegazione apicoltori Burkina Faso
Apam è sempre aperta al confronto ed allo scambio di esperienze con apicoltori ed associazioni di altri paesi: eccoci con la delegazione del Burkina Faso

1 AGOSTO

Il progetto Bee my Future ha un nuovo sostenitore: si tratta di Ricola che ha deciso di aderire all’iniziativa adottando 5 arnie per testimoniare il proprio impegno e sensibilizzare sul tema. Ricola sarà presente con i suoi prodotti per tutto il periodo estivo nelle reception di circa 40 strutture Best Western in tutta Italia. Anche in questo periodo di vacanze, le nostre api sono al lavoro: il continuo alternarsi di pioggia, giorni caldi e brusche variazioni di temperatura, a inizio estate, ha portato a un aumento delle sciamature, che sono state decisamente superiori alla media degli scorsi anni. Il fiore più visitato in questa stagione è stato il ligustro, che con i suoi splendidi fiori bianchi regalerà al miele di millefiori il suo inconfondibile aroma.

Arnie Ricola Bee my future
Visita alle arnie Ricola da parte dello staff LifeGate

L’estate ha portato anche un altro sostenitore al progetto: si tratta di Allegrini Amenities, un’azienda che produce e distribuisce da oltre 25 anni linee cortesia per hotel destinate al mercato italiano ed internazionale. Tutte le fasi del processo produttivo di Allegrini, dallo studio delle formulazioni cosmetiche, alla realizzazione e al riempimento del packaging, si svolgono all’interno dell’azienda, nella sua sede di Grassobbio (Bg). La filosofia che guida l’impresa è da sempre GoGreen, per innovarsi nel pieno rispetto del pianeta e degli essere viventi. Quale miglior progetto di Bee my Future di LifeGate per dimostrare attenzione verso la biodiversità?

1 GIUGNO

Un’altra buona notizia per Bee my Future. Il progetto continua a crescere e ora conta 16 arnie. L’ultima è stata adottata da Alveus, un’azienda tedesca che opera nel mondo del commercio di tè naturale. Ora le nostre piccole api sono più protette dopo un anno duro a causa di un clima non favorevole che ha richiesto ancora più cura e attenzione da parte del nostro apicoltore. Vi ricordiamo che per addolcire questo inizio di estate potete già ordinare il miele di Bee my Future andando nel nostro store online.

Arnie di Alveus
Anche Alveus, azienda tedesca che opera nel mondo del commercio di tè naturale, protegge le nostre api!

26 APRILE

Le api di Bee my Future hanno superato l’inverno. I mesi trascorsi dall’inizio dell’anno sono stati relativamente miti. L’apicoltore Marco Zucchetti, aperte le arnie, ha cercato di “pareggiare le famiglie” visto che alcune famiglie erano più forti di altre. Così ha riportato gli alveari allo stesso grado di sviluppo, aiutando le arnie più deboli. Riportando l’armonia. Nel mese di aprile gli alberi da frutto come gli albicocchi, i peschi, i ciliegi hanno avuto delle fioriture ricche di nettare e polline. Così come i fiori dei giardini, delle siepi e delle bordure. Il tarassaco nei prati, nei parchi ed ai bordi delle strade ha colorato di giallo l’area di bottinatura e qualche goccia di pioggia ha portato l’umidità a livelli ottimali. Le api hanno cominciato, lentamente, a mettere da parte il miele.

Le api si risvegliano con la primavera. È tempo di bottinare
Le api si risvegliano con la primavera. È tempo di bottinare

18 GENNAIO

Anno nuovo, nuova arnia! Grazie a Coram Group, leader nella progettazione, sviluppo e realizzazione di parti per autoveicoli industriali, iniziamo bene il 2016 arrivando a quota 16 arnie. In questi giorni, le api sono in letargo, al sicuro, per ripararsi dal freddo grazie alle protezioni preparate a fine novembre. Questo è il periodo più difficile per loro, ma siamo certi che la cura usata dal nostro apicoltore sarà efficace per garantire alle nostre piccole api di superare l’inverno. A presto con i nuovi aggiornamenti e un dolce anno a tutti!

Leggi anche: Bee my Future. Lo storytelling del 2015

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