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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
L’idrogeno sarà uno dei principali protagonisti del futuro del Paese. Il Piano strategico italiano per lo sviluppo dei combustibili alternativi, in fase di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, entro il 2025 porterà sulle strade della Penisola 27mila veicoli alimentati mediante celle a combustibile, destinati a diventare 8,5 milioni nel 2050 – il 20
L’idrogeno sarà uno dei principali protagonisti del futuro del Paese. Il Piano strategico italiano per lo sviluppo dei combustibili alternativi, in fase di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, entro il 2025 porterà sulle strade della Penisola 27mila veicoli alimentati mediante celle a combustibile, destinati a diventare 8,5 milioni nel 2050 – il 20 per cento del parco circolante – grazie a una rete di rifornimento composta da 5mila stazioni. Numeri da capogiro che, se trasformati in realtà, andranno oltre le più rosee aspettative.
Previsioni ottimistiche o utopia? Secondo Alberto Dossi, presidente del Comitato di indirizzo strategico di Mobilità Idrogeno Italia (MH2IT), stiamo per assistere a una svolta epocale. Il Piano nazionale per la mobilità a idrogeno che il Governo presenterà alla Commissione europea entro novembre, come previsto dalla direttiva 2014/94/UE sullo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi, darà un impulso decisivo alla diffusione di questo carburante, parallelamente al radicamento di soluzioni sostenibili quali il gas naturale liquefatto, il metano compresso e, in generale, la mobilità elettrica. Un risultato, come affermato da Dossi, “possibile solo grazie a un’iniziativa spontanea nata all’interno del mondo industriale e successivamente estesa al panorama istituzionale e della ricerca. Un’iniziativa, proprio grazie a queste peculiarità, estremamente concreta”.
Il progetto per la diffusione dell’idrogeno da autotrazione prende in considerazione i trasporti sia stradali sia ferroviari e navali, poggiando su di una logica di produzione del carburante da steam reforming del gas naturale – procedura che consiste nel far reagire metano e vapore acqueo a una temperatura compresa tra 700 e 1.100°C per produrre syngas, una miscela di monossido di carbonio e idrogeno – oppure da elettrolisi dell’acqua attingendo all’energia prodotta da fonti rinnovabili. Un sistema, in estrema sintesi, dal saldo energetico positivo e dall’approccio estremamente pratico. Perché diventi conveniente, quindi economicamente sostenibile, promuovere la diffusione dei nuovi punti di rifornimento, è infatti necessario vengano introdotte delle flotte di vetture e autobus in grado di assicurare un adeguato carico a ciascuna stazione. Un modus operandi che consente di minimizzare i rischi finanziari e promette di trasformare la distribuzione dell’idrogeno da tecnologia di nicchia a soluzione di massa.
La previsione d’avere 8,5 milioni di vetture a idrogeno in circolazione in Italia nel 2050 può apparire ottimistica, ma in realtà è allineata alle scadenze dettate dall’agenzia internazionale dell’Energia per contenere il riscaldamento globale entro i 2°C nei prossimi trent’anni. Linee guida che stimano in 40 milioni le auto a celle di combustibile protagoniste della mobilità francese, tedesca, italiana e inglese alla soglia del 2050. Un obiettivo possibile solo grazie alla cooperazione tra pubblico e privato. Competenze industriali, incentivi e sgravi fiscali saranno i paladini di una battaglia il cui obiettivo è la salute del Pianeta.
Mobilità Idrogeno Italia, organismo che riunisce i principali soggetti del settore, è nata nel 2015 per affrontare le questioni tecniche, regolamentari e finanziarie legate alla diffusione della trazione mediante celle a combustibile. Ha ottenuto dal ministero dello Sviluppo economico il mandato per elaborare il Piano nazionale di sviluppo delle infrastrutture per il rifornimento d’idrogeno nei trasporti, ora in approvazione presso la presidenza del Consiglio dei Ministri prima della presentazione alla Ue a novembre. Aderiscono al progetto svariate associazioni ed enti locali, tra i quali l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), l’Associazione Nazionale Energia del Vento (Anev), Assogastecnici e Federchimica, l’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile (H2IT), la Regione Veneto e il Politecnico di Milano oltre a partner industriali quali Air Liquide, Cinque International, Hyundai, ITM Power, Linde, McPhy, Sapio, SOL e Tenaris.
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