
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Artists 4 Rhino è una mostra collettiva nata per una causa ben precisa: salvare il rinoceronte dall’estinzione e dall’uomo. All’iniziativa partecipano 46 artisti italiani e internazionali le cui opere sono esposte fino all’11 gennaio 2015 presso il museo di Storia naturale “G. Doria” di Genova. La mostra è organizzata dalle associazioni Artists 4 Rhino
Artists 4 Rhino è una mostra collettiva nata per una causa ben precisa: salvare il rinoceronte dall’estinzione e dall’uomo. All’iniziativa partecipano 46 artisti italiani e internazionali le cui opere sono esposte fino all’11 gennaio 2015 presso il museo di Storia naturale “G. Doria” di Genova.
La mostra è organizzata dalle associazioni Artists 4 Rhino e Art Commission, in collaborazione con il comune di Genova e il museo di Storia naturale “G. Doria” e il patrocinio del consolato della Repubblica del Sudafrica.
L’importanza di tutelare il rinoceronte dal bracconaggio cercando di sensibilizzare il visitatore è l’obiettivo principale di questa mostra nata, tra gli altri, da un’idea di Gabriele Buratti, architetto e artista milanese nonché presidente di Artists 4 Rhino. Nel 2014 e solo in Sudafrica sono già stati uccisi 1.020 rinoceronti per il corno che, secondo alcune credenze popolari, avrebbe proprietà mediche che ne fanno un oggetto di culto oltre a essere diventato il simbolo dei nuovi ricchi in Cina come nel resto dell’Asia.
La mostra è stata inaugurata il 5 dicembre e resterà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle 18:00 fino all’11 gennaio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.
L’organizzazione della Cop30 nella foresta amazzonica porta con sé varie opere infrastrutturali, tra cui una nuova – contestatissima – autostrada.
Incidente nel mare del Nord tra una petroliera e una nave cargo: fiamme e fumo a bordo, si teme lo sversamento di combustibile in mare.
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
A23a, l’iceberg più grande del mondo, si è fermato a 80 km dalla Georgia del Sud, dove ha iniziato a disgregarsi.