
L’etichetta di un alimento deve riportare la data di scadenza o il termine minimo di conservazione. Ecco la differenza e come comportarsi davanti a un cibo scaduto.
Sappiamo che è buona, fresca, dissetante e che ci fa bene. Ma le curiosità legate alla frutta sono molte, tutte da scoprire.
La ricerca dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, “Arance di produzione biologica e convenzionale: indagine sul contenuto in carotenoidi e folati” dimostra che gli antiossidanti naturali luteina e zeaxantina presenti negli agrumi si trovano i maggiori quantità nei frutti di produzione biologica. Inoltre, le arance bio contengono fino al 30 per cento di vitamina C in più di quelle che non lo sono, nonostante gli agrumi siano mediamente di taglia più piccola. A sostenerlo è un rapporto divulgato al Great Lakes Regional meeting dell’American Chemical Society. L’ipotesi dei ricercatori, è “che i coltivatori usino fertilizzanti azotati che causano una maggiore assimilazione di acqua, che potrebbe ‘diluire’ i contenuti vitaminici del frutto”. Lo studio dell’Inran “Ricerca di indicatori di qualità in pesche e pere” ha rilevato che il contenuto in polifenoli totali e l’attività enzimatica “sono risultati superiori in tutti i campioni dell’agricoltura biologica rispetto ai campioni di controllo convenzionali”. Infine, sempre secondo l’Inran, “tutte le pesche coltivate con metodiche biologiche presentano valori di polifenoli totali più elevati rispetto a quelle coltivate con le metodiche convenzionali. E la lista non si ferma: uno studio svizzero pubblicato negli atti del 25° International Horticultural Congress ha riscontrate nelle mele bio un maggior contenuto di potassio (+31%) e di fenoli (+19%, perlopiù flavonoidi). In tutti i campioni, inoltre, la polpa era più salda e saporita. Infine l’uva: sceglierla bio non serve solo a dribblare la chimica da un frutto che si mangia per sua natura con la buccia. Una ricerca pubblicata dal British Journal of Cancer spiega che il resveratrolo, sostanza anticancro presente nel vino rosso e negli acini d’uva, si trova in più alte concentrazioni nelle piante non trattate con fungicidi artificali e pesticidi, ovvero nelle coltivazioni bio. Il resveratrolo viene prodotto dalle viti come autodifesa, è un fungicida naturale. Se viene aggiunto chimicamente dall’uomo la pianta ne produce meno.
I semi della frutta, molto spesso, non sono solo commestibili, ma anche benefici per la salute, poiché ricchi di vitamine, minerali, antiossidanti, grassi polinsaturi. Lo sono quelli della mela, della pera, del kiwi, dell’anguria, dell’uva, degli agrumi in genere, il cui consumo è libero e anzi raccomandato dai nutrizionisti. I semi dell’anguria, spiega Eurosalus, fanno un gran bene. Sono ricchissimi di fibra e di antiossidanti, ma soprattutto di proteine: 100 grammi ne contengono circa 35 grammi (più che nella stessa quantità di carne). I semini d’anguria sono inoltre ricchi di grassi polinsaturi, che “abbassano il colesterolo, il rischio cardiovascolare e l’iperattivazione del sistema immunitario (perfetti per persone che soffrono di allergia, asma, autoimmunità)”. Sono una miniera di zinco, magnesio, manganese, fosforo, potassio, rame. “Praticamente si tratta di piccoli integratori nascosti, perfetti per sopportare il caldo ed evitare di ammalarsi con l’aria condizionata: oltre a lavorare sul sistema immunitario e sul potenziamento delle difese antiossidanti, alcuni dei minerali citati mantengono modulata la pressione arteriosa e reintegrano ciò che viene perso col sudore”. Il consiglio è di masticarli insieme al resto del frutto, ma è anche possibile tenerli da parte, lasciarli seccare, e mangiarli separatamente.
Tra i semi della frutta, quelli da evitare sono i noccioli più grossi, come quelli di ciliegie, pesche, albicocche e tutti quei semi di cui non si è sicuri che siano commestibili.
Un bicchiere di succo di mela al giorno aiuta a digerire, e a eliminare tossine a rinforzare le difese immunitarie. Il succo di mela porta tutti i benefici delle vitamine e dei minerali contenuti nelle mele crude. Il succo di mela è un concentrato di sali minerali: potassio, zolfo, fosforo, calcio, magnesio. I succhi di mela e pera sono ricchi di polifenoli, che svolgono un’azione antiossidante. Il succo di pera è un antiinfiammatorio per la gola e le corde vocali.
Nonostante si senta spesso consigliare di mangiare la frutta fresca lontano dai pasti, in realtà questa può tranquillamente essere consumata al pasto, a patto che venga masticata molto bene. Se provoca gonfiori, il suggerimento è di assumerla all’inizio del pasto anziché alla fine. L’azione antiossidante della frutta mangiata all’interno di un pasto con carne rossa può ridurre il rischio di tumori intestinali.
Melone, prugne, albicocche, amarene, pompelmo rosa, banane, anguria, sono tutti frutti che contengono carotenoidi. I carotenoidi sono un gruppo di pigmenti che proteggono la clorofilla delle piante dall’ossidazione luminosa. Nell’organismo umano, i carotenoidi svolgono la stessa funzione: proteggono la pelle e gli occhi dal potere invecchiante della luce solare. Mangiare frutti gialli, rossi o arancioni durante la bella stagione aiuta la pelle a prepararsi all’esposizione al sole, favorendo la sintesi di melanina, il pigmento scuro che dona l’abbronzatura e che protegge la pelle dall’eccesso di radiazioni.
La protezione dai raggi solari non è la sola virtù benefica della frutta estiva: è ricca di potassio e magnesio, che aiutano a mantenere regolata la pressione sanguigna che con il caldo potrebbe abbassarsi troppo. La frutta fresca, inoltre, contiene nutrienti come acqua, fibra, sali minerali, vitamine a fronte di pochi carboidrati e a lento assorbimento, per cui risulta utile se si si vuole restringere l’assunzione di carboidrati per perdere peso.
Gli abituali mangiatori di frutta (e verdura) hanno più probabilità di mantenere il proprio cervello attivo e in ottima salute anche con l’avanzare dell’età. Qualche esempio? I mirtilli, ricchi di antocianine antiossidanti, stimolano l’afflusso di sangue al cervello e, assicurano alcune ricerche scientifiche, potenziano la memoria a breve termine ed ostacolano il declino delle abilità motorie. L’avocado, fonte di vitamina E, B6 e tirosina, stimola la comunicazione delle cellule cerebrali.
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