
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia nei prossimi 5 anni ci aspetta una crescita del solare fotovoltaico da record grazie al basso costo della tecnologia.
Se vogliamo centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, serve dare impulso alle rinnovabili e alla trasformazione del sistema elettrico che dovrà essere sempre più flessibile. I governi dovranno essere i veri artefici di questa trasformazione.
Se i mercati dell’elettricità continueranno a dipendere dalle centrali a carbone – che oggi rappresentano un terzo delle emissioni di CO2 – o dalle centrali a gas, non saremo in grado di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, è quanto sostiene l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) che ha appena pubblicato il suo report annuale World Energy Outlook 2018 sugli scenari energetici globali. Il report non fa altro che confermare quanto emerso dall’ultimo rapporto del Ipcc sulla necessità di agire subito per contrastare i cambiamenti climatici.
A livello mondiale sta rapidamente aumentando la produzione di energia fotovoltaica ed eolica e la quota di energia rinnovabile nella produzione di elettricità aumenterà oltre il 40 per cento nel 2040. Ma la tendenza deve essere accelerata per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
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L’impulso alla mobilità elettrica, al riscaldamento elettrico e all’accesso all’elettricità determinerà un aumento del 90 per cento della domanda elettrica da qui al 2040. Una maggiore elettrificazione, sebbene riduca l’inquinamento locale, porterebbe da qui al 2030 a un picco nella domanda di petrolio con un aumento delle emissioni di CO2 a livello globale. Secondo l’Aie sono quindi necessari sforzi per aumentare la quota di fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel mix energetico.
“Abbiamo esaminato tutte le infrastrutture energetiche esistenti e in costruzione a livello globale – come centrali elettriche, raffinerie, automobili e camion, caldaie industriali e sistemi di riscaldamento domestici – e rappresentano circa il 95 per cento di tutte le emissioni consentite nei prossimi anni in termini di target climatici”, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Questo significa che se il mondo è seriamente intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi climatici, allora, ad oggi, deve esserci una preferenza sistematica per gli investimenti nelle tecnologie energetiche sostenibili”.
I governi hanno un ruolo cruciale nel delineare il futuro energetico del Pianeta. Secondo il nuovo scenario politico delineato dalla Aie, la domanda di energia è destinata a crescere di oltre il 25 per cento fino al 2040, richiedendo oltre 2 miliardi di dollari l’anno di investimenti in nuove forniture energetiche.
“La nostra analisi mostra che oltre il 70 per cento degli investimenti energetici globali sarà guidato dai governi, il messaggio è chiaro: il destino energetico mondiale dipende dalle decisioni del governo“, ha detto Birol, durante la presentazione del rapporto. “Elaborare le giuste politiche e incentivi adeguati sarà fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi comuni di assicurare gli approvvigionamenti energetici, ridurre le emissioni di carbonio, migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani e aumentare l’accesso all’energia in aree come l’Africa e altrove”.
Leggi anche La Spagna vuole il 100% di rinnovabili entro il 2050
Our Sustainable Development Scenario maps an alternative path to tackle #climatechange, achieve universal energy access by 2030 & reduce air pollution.
And it’s fully in line with the #ParisAgreement’s well-below 2C objective https://t.co/iRksD3ykq1
— IEA (@IEA) 13 novembre 2018
L’Aie individua tre scenari:
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L’aumento della generazione elettrica con fotovoltaico ed eolico richiederà una grande flessibilità al sistema elettrico per riuscire a garantirà la continuità delle forniture. Nello Scenario nuove politiche molti paesi europei, così come anche Messico, India e Cina, avranno bisogno di un sistema energetico con un grado di flessibilità mai visto prima su così larga scala. Nonostante la riduzione dei costi dei sistemi di accumulo (batterie) le centrali termoelettriche rimangono la principale fonte di flessibilità del sistema, grazie anche al contributo dato dalle nuove interconnessioni, dai dispositivi di accumulo di energia e dai meccanismi di modulazione della domanda.
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