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Composto dagli scatti del fotoreporter Francesco Zizola, il calendario è dedicato alle nuove generazioni a cui è toccato in sorte il destino dell’intera umanità.
L’Africa evoca un senso di ancestrale antichità, là infatti la nostra specie ha avuto origine, frutto dell’incontro di diverse popolazioni di ominidi, circa 300mila anni fa. Il Continente nero è però, al tempo stesso, il continente più giovane del mondo: metà dei suoi abitanti ha infatti tra zero e diciotto anni. Proprio ai bambini africani è dedicato il calendario 2020 della ong italiana Amani, intitolato Figli e composto da dodici scatti del fotografo Francesco Zizola.
Le fotografie, scattate nel corso degli ultimi vent’anni in diversi paesi, tra cui Ciad, Sud Sudan, Malawi e Kenya, ritraggono bambini e ragazzi in scene di vita quotidiana. Il calendario vuole evidenziare il ruolo cruciale dei giovani “a cui è toccato in sorte il destino dell’intera umanità – si legge nel comunicato stampa di Amani – la cui sopravvivenza è messa a rischio dall’emergenza climatica e dalle disuguaglianze crescenti in tutto il mondo”.
Il calendario di Amani, giunto alla ventitreesima edizione e disponibile in due formati, si propone inoltre, ambiziosamente, di restituire l’antico significato alla parola “figli” e dare nuova linfa all’espressione biblica “figlio dell’uomo”. L’espressione, infatti, coniata in un mondo dove gli esseri umani erano pochi, implicava un profondo senso di appartenenza alla specie, al gruppo, alla tribù.
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Concetti che ci sembrano quasi alieni, in quest’epoca traballante incentrata sul culto dell’individualità. “Qualche migliaio di anni dopo, con il titolo e le immagini di questo calendario, vogliamo tornare alla parola Figli per darle un senso di rinnovata appartenenza, di corresponsabilità – spiega la ong milanse -. Figli dell’uomo, dunque anche figli nostri”.
Amani, impegnata da anni per affermare il diritto di bambini, bambine e giovani ad avere un’identità, una casa protetta, cibo, istruzione, salute e l’affetto degli adulti, ricorda infine che esistono ancora enormi disparità tra i figli del mondo. Un bambino che nasce in Italia, ad esempio, ha davanti a sé un’aspettativa di vita di 84 anni, mentre uno che nasce in Mozambico, ne ha solo 58. “Quindici, venticinque anni di vita rubati al primo vagito: gli occhi si aprono su un mondo ferocemente disuguale”.
I giovani sono il futuro, è un’espressione talmente abusata da essere ormai svuotata di significato. Eppure, oggi come non mai, sembra che bambini e ragazzi, complice la drammatica crisi ambientale in corso, abbiano deciso di far sentire la propria voce, come testimoniano le migliaia di giovani che hanno preso parte agli scioperi per il clima degli ultimi mesi. Amani dedica il suo nuovo calendario “a loro, e ai loro fratelli e sorelle più sfavoriti. Figli, il tempo è vostro”.
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