
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
Alcuni medici sconsigliano il consumo di cereali integrali e di legumi a chi soffre di anemia, in quanto la fitina contenuta nei cibi integrali tende a legarsi al ferro e ad altri minerali impedendone l’assorbimento a livello intestinale. Ma il rischio fitina sembra essere spesso sopravvalutato; la fitina viene in parte distrutta da una lunga
Alcuni medici sconsigliano il consumo di cereali integrali e di
legumi a chi soffre di anemia, in quanto la fitina contenuta nei
cibi integrali tende a legarsi al ferro e ad altri minerali
impedendone l’assorbimento a livello intestinale.
Ma il rischio fitina sembra essere spesso sopravvalutato; la fitina
viene in parte distrutta da una lunga lievitazione (come nel pane
preparato con lievito madre), dalla germinazione (come nei germogli
di cereali e di legumi) e dalle lunghe cotture (come nel riso
integrale cotto).
Ciò che resta della fitina, poi, può avere effetti
benefici insospettati: legandosi ad alcune sostanze pericolose, ne
impedisce l’assimilazione e protegge il colon dai tumori. Inoltre
riduce leggermente l’assimilazione degli amidi controllando
l’eccesso di zuccheri nel sangue che segue l’assunzione di cibi
ricchi di carboidrati.
E’ sbagliato quindi consigliare agli anemici di consumare
esclusivamente cibi raffinati (pane, pasta, riso e così
via); piuttosto conviene evitare la crusca tal quale, ricca di
fitina che non verrà eliminata nemmeno dalla cottura,
regolare l’intestino aumentando il consumo di frutta e verdura, e
integrare la dieta con buone fonti di ferro facilmente
assimilabile.
Francesca Marotta
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