Diritti animali

Animali esotici, al via una legge migliorata e più precisa

La legge italiana sulla detenzione degli animali esotici presentava alcune palesi incongruenze. Ora, in dirittura d’arrivo, sembra essere nettamente migliorata.

  • La legge sugli animali esotici e selvatici in Italia presentava delle incongruenze.
  • Le associazioni veterinarie e alcuni parlamentari hanno chiesto al governo delle modifiche al testo.
  • In caso contrario, milioni di animali avrebbero potuto essere considerati fuorilegge.
  • Al momento sembrano intravedersi spiragli positivi e concreti per una legge decisamente migliore.

La legge 22 aprile 2021, n. 53 prevede “uno specifico divieto di importazione, conservazione e commercio di fauna selvatica ed esotica” in Italia. Questo decreto  – accolto con entusiasmo da molte associazioni di tutela dei diritti animali – vieta la vendita, l’importazione, la detenzione e la riproduzione di specie selvatiche autoctone o alloctone nel nostro paese. Il regolamento europeo è del 2016, ma solo nel 2021 l’Italia ha recepito la normativa e si è concluso in questi giorni l’anno di tempo necessario per realizzare i decreti attuativi.

pesce
I pesci animano di colori la nostra vita e possono anche interagire con noi © Dmitry Bukhantsov/Unsplash

Le modifiche al testo originario

Dopo una serie di polemiche e prese di posizione, lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri ha previsto, in ultima analisi, che gli animali domestici di provenienza esotica potranno ancora essere conservati, commercializzati e importati, apportando specifiche modifiche al testo originario della legge. E milioni di esemplari che fanno parte della nostra vita, così come il lavoro di migliaia di aziende e decine di migliaia di persone,  sembrano essere stati salvati.

Data la generalità della legge attuale sembrava, infatti, che un pappagallo, una tartaruga o un pesce tropicale sarebbero stati equiparabili a una tigre o a un leopardo. Un po’ troppo generica come formulazione? Se lo sono chiesto le associazioni veterinarie e, non a caso, anche alcuni parlamentari ribadendo la necessità di stabilire concretamente parametri e linee guida. Ora lo schema di decreto passa all’esame del Parlamento per il parere definitivo. Si riuscirà ad avere una legge definitiva che metta tutti d’accordo salvaguardando il benessere degli animali?
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Le tartarughe, come i pesci tropicali o i pappagalli, sono animali che potrebbero subire discriminazioni dall’odierna legge © Pixabay

Tutelare i diritti animali, senza generalizzare

Nel dettaglio la legge prevedeva che non si sarebbe potuto, come accaduto negli ultimi anni, acquistare pappagalli che provengono dal Sudamerica, ricci o grandi felini dall’Africa, iguane o serpenti dell’Asia. La logica del divieto, secondo associazioni come Lav (Lega anti vivisezione), avrebbe dovuto essere quella di limitare i rischi legati alla zoonosi e alla diffusione di malattie; diminuirebbero anche i pericoli relativi all’invasione di specie aliene e la perdita di biodiversità, così come “si eviterebbero inutili sofferenze per questi animali rinchiusi in gabbia”. È importante, però, evitare di mettere sullo stesso piano specie molto diverse fra loro.

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Il nostro pappagallo domestico potrebbe rientrare negli animali selvatici illegali © Pixabay

Animali selvatici o domestici?

Il presidente dell’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari) Marco Melosi e il presidente della Sivae (Società italiana veterinari animali esotici) Stefano Cusaro hanno sottolineato che un divieto generico come quello contenuto nella legge italiana sarebbe stato “scientificamente insostenibile e normativamente impossibile da attuare”. Lorenzo Crosta della Commissione scientifica Sivae ha spiegato meglio il quadro regolamentare esistente negli altri paesi europei che sono indirizzati verso un approccio più specifico riguardo alle varie specie proibite, per aumentare le garanzie sanitarie di quelli che sono da considerare a tutti gli effetti nuovi animali da compagnia – proprio come richiede il regolamento Ue 2016/429.

Da segnalare, a questo proposito, anche l’intervento del senatore Luca Briziarelli (L-SP-PSd’Az) che ha specificato come, nella discussione relativa alla normativa legislativa, non si parli solo di tigri, panda e di tutti quegli animali che sono garantiti e tutelati dalla Convenzione di Washington, ma anche dei pesci degli acquari privati, dei pappagalli o dei canarini che per la maggior parte non sono importati, ma allevati da aziende italiane da anni e che rischiano di essere messi al bando da una legge non perfettamente formulata. Per questo motivo il senatore Briziarelli ha presentato un emendamento per sostituire il termine “divieto” con “regolamentazione”, in modo che possa tutelarsi non solo l’economia che ruota intorno a queste specie animali, ma anche il loro benessere e i loro diritti.

pesce tropicale
I pesci tropicali dei nostri acquari sono considerati animali selvatici anche se allevati in Italia © Pixabay

L’importanza di salvaguardare le specie

Parlare in generale di animali esotici e selvatici significa tutto e niente e, in vista della scadenza assegnata al governo per l’emanazione dei decreti nazionali di adeguamento al regolamento Ue 2016/429 (Animal health law), è stata chiesta proprio una distinzione specifica sulle specie colpite dal provvedimento. Un pesce d’acquario dovrebbe essere a “rischio basso” come i cani, i gatti o le cavie, a cui la legge assegna un grado sanitario di questo tipo. “Siamo assolutamente a favore di maggiori controlli sulla salute e sulla qualità di vita degli animali: non è questo in discussione. Ma non si capisce però perché milioni di italiani che hanno come animale d’affezione un esemplare esotico, magari allevato e vissuto sempre in Italia, debbano essere messi su un piano diverso da chi magari ha un cane o un gatto o un coniglio nano”, obietta Briziarelli.

Obiezioni concrete, quindi, soprattutto perché ormai i cosiddetti nuovi pet, cioè gli animali d’affezione che appartengono a specie come i pesci e i volatili (pappagalli in testa) sono da anni amici preziosi per molti nuclei familiari che magari non possono permettersi un amico a quattro zampe. Discriminarli sarebbe stato opportuno? Una tigre rinchiusa in uno zoo è ben diversa da un amato pennuto o da un pesciolino d’acquario che allieta le giornate di un anziano. Un’attenzione particolare e non generalizzata, quindi, rivolta alle specie di origine esotica che sono ormai compagni d’affezione delle nostre case, diventa perciò auspicabile. E sembra, al momento, essere stata recepita dai legislatori.

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