Giovani, donne, determinate. Le Arctic Angels si battono per il futuro dell’Artico e dell’Antartide

Bisogna tutelare l’Artico e l’Antartide, e farlo in fretta, perché “non si può piantare il ghiaccio”. È la missione delle Arctic Angels.

Sono 28, sono tutte donne e hanno meno di 35 anni. Si sono ribattezzate Arctic Angels perché sono fermamente convinte del fatto che la crisi dell’Artico e dell’Antartide non debba più essere ignorata. E stanno facendo tutto il possibile per portarla all’attenzione dei media, della politica e dei cittadini.

Chi sono le 28 Arctic Angels

C’è la newyorkese Sage, otto anni, che ha sconfitto la timidezza e ha tenuto un discorso sulla crisi climatica di fronte ai suoi compagni di scuola. C’è la diciassettenne Taegen, dal Vermont, autrice di documentari sulla natura che sono stati proiettati anche alle Nazioni Unite. C’è Savanah, nata in Colorado e poi trasferitasi in Alaska, appena a sud del Circolo polare artico, dove ha toccato con mano l’impatto dei cambiamenti climatici sullo stile di vita dei nativi. C’è la colombiana Maria, avvocata specializzata nella tutela dei diritti umani, impegnata al fianco di una ong locale per sostenere le comunità indigene dell’Amazzonia.

Le 28 Arctic Angels sono molto diverse tra loro per età, provenienza, formazione e competenze, ma sono accomunate dalla volontà di farsi portavoci dell’Artide e dell’Antartide, il cui equilibrio è messo a repentaglio dai cambiamenti climatici e dello sfruttamento a opera dell’uomo. È possibile anche inviare la propria candidatura per unirsi alla squadra, istituita e supportata dalla ong statunitense Global choices.

ghiaccio marino artico
Monitoraggio del ghiaccio marino artico © Mario Tama/Getty Images

“Non si può piantare il ghiaccio”

“Quando i giovani sono responsabilizzati, possono generare un cambiamento positivo che ha infiniti effetti a cascata”, sottolinea la coordinatrice Emma Grace Wilkinson. Queste giovani hanno ben chiara la causa per cui battersi. “Le calotte polari artiche e antartiche sono i termostati del nostro Pianeta. Confidiamo di guidare il cambiamento delle politiche per difendere l’oceano Artico centrale dallo sfruttamento, per proteggere il ghiaccio che ci è rimasto”, continua. “Il motivo di questa priorità è semplice: non si può piantare il ghiaccio”.

Da qui il fitto elenco di manifestazioni, campagne sui social media, incontri con figure politiche e istituzionali. Per i prossimi mesi è in ballo la partecipazione alla 2041 Climate force Antarctica expedition, una spedizione in Antartide guidata da Robert Swan, la prima persona nella storia a esplorare entrambi i Poli a piedi.

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a cura di Sisef