Il più grande allevamento di rinoceronti bianchi è stato messo all’asta

Con circa duemila rinoceronti bianchi il Platinum rhino conservation project sarà messo all’asta perché il proprietario non riesce più a sostenere le spese.

  • Il Platinum Rhino conservation project sarà messo all’asta
  • Il futuro per i rinoceronti bianchi non è roseo
  • Al momento ancora nessuno ha dichiarato la partecipazione all’asta

Era il 2009 quando John Hume, magnate sudafricano diventato ricco grazie agli investimenti immobiliari, decise con un’idea visionaria di proteggere i rinoceronti dal bracconaggio. Iniziò così la realizzazione della sua fattoria il Platinum rhino conservation project con duecento individui di rinoceronte bianco (Ceratotherium simum) fino a raggiungere circa duemila rinoceronti bianchi presenti attualmente. Come unico finanziatore, Hume ha investito da quel giorno più di 150 i milioni di dollari per proteggere questi splendidi animali. Ma oggi, passate le 81 primavere, ha deciso di mettere all’asta la sua fattoria. La vendita, con base d’asta di dieci milioni di dollari inizierà il 26 aprile e terminerà il 1 maggio (giornata internazionale Save the Rhino).

asta rinoceronte
La locandina dell’asta che prenderà il via il prossimo 26 aprile © Platinum rhino

L’allevamento di rinoceronti bianchi più grande al mondo

Hume mirava a creare un enorme allevamento di rinoceronti in cui gli animali sarebbero stati tenuti al sicuro e il loro numero potesse prosperare nella sua vasta savana privata. Ma la sua idea visionaria era quella di autofinanziarsi vendendo le corna di cheratina dei rinoceronti e, una volta reso legale il commercio delle corna sul mercato asiatico, il prezzo delle corna sul mercato nero sarebbe crollato drasticamente, rendendo molto meno attraenti i rinoceronti per i bracconieri.

Inoltre, essendo di cheratina il corno ricresce ad una velocità di circa dieci centimetri all’anno e con tutti i suoi capi ne avrebbe avuto in quantità industriale. Tuttavia, questa idea non prese mai piede e non si avviò mai un commercio legale di corna di rinoceronte. Al contrario, la fattoria continuò a crescere e anche le spese per il sostentamento che, secondo i documenti d’asta si aggirano intorno ai 425 mila dollari al mese comprensivi di operazioni agricole, nutrimento e più della metà a sostegno della sicurezza. Tenere lontano i bracconieri non è stata – e non è – un’impresa semplice che nel corso degli anni ha richiesto pattuglie di elicotteri, sistemi radar e dozzine di ranger armati.

rinoceronti
Attualmente ci sono circa 22 mila rinoceronti in Africa, la maggior parte sono bianchi come quelli di Hume ©heyadam/Flickr

Aiutare a salvare i rinoceronti

Attualmente ci sono circa 22mila rinoceronti in tutta l’Africa. La maggior parte sono rinoceronti bianchi del sud (Ceratotherium simum simum) quasi minacciati, come quelli della fattoria di Hume; rinoceronti bianchi del nord (Ceratotherium simum cottoni) quasi estinti in natura; e circa seimila rinoceronti neri (Diceros bicornis), leggermente più piccoli le cui tre sottospecie sono in grave pericolo di estinzione.

I quasi duemila rinoceronti bianchi di Hume costituiscono una parte considerevole della popolazione selvaggia sia del Sudafrica che del mondo. Il Kruger National Park, sede della più grande concentrazione di rinoceronti, è stato a lungo un punto caldo per il bracconaggio e ora conta meno di quattromila rinoceronti, rispetto agli oltre 10 mila del 2010. Il quadro per i rinoceronti non è roseo.

I bracconieri hanno ucciso circa 450 individui in Sudafrica nel 2022 e più o meno lo stesso numero anche l’anno precedente. I rinoceronti in cattività potrebbero teoricamente dare una spinta alle popolazioni selvatiche e gli esemplari di Hume potrebbero essere di grande aiuto. Anch’egli qualche anno fa propose di liberare centinaia di suoi rinoceronti ma nessuno prese in carico le spese, principalmente per le difficoltà economiche e le problematiche delle traslocazioni (tra cui il procurarsi autonomamente il cibo). Il rewilding, tuttavia, rimane la speranza di John Hume, che afferma “l’allevamento in cattività non è una situazione per sempre. È un intervento per aiutare a prevenire l’estinzione di una specie”.

Purtroppo nessuno ancora si è presentato come possibile acquirente, anzi, ci sono state dichiarazioni di astensione dall’asta come quella dell’African Parks, che gestisce 22 parchi nazionali e aree protette in Africa, che ha dichiarato che non parteciperà all’asta. Il rischio che nessuno compri gli animali è elevato, anche se potrebbe presentarsi la possibilità di offerte dalla Cina. È comunque improbabile che il Sudafrica possa consentire consapevolmente l’esportazione di animali vivi in Cina, se si sospetta un probabile “utilizzo secondario-medicinale”, ma improbabile non vuol dire impossibile. Insieme ai rinoceronti il vincitore si porterà a casa cinque ippopotami, 11 giraffe, centinaia di bufali, pecore e capre, ma non la gigantesca collezione di corna che Hume ha accumulato nel corso del tempo.

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