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Boom delle auto elettriche in Europa durante il primo quadrimestre del 2016. In Italia molto bene le ibride: paghiamo la carenza di stazioni di ricarica rapida.
Cresce come un soufflé alla vaniglia, pronto a un’esplosione di sapori al primo morso. Il mercato europeo delle auto ad alimentazione alternativa ha chiuso il primo quadrimestre del 2016 con un segno positivo, facendo registrare un incremento del sei virgola quattro per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Un trend virtuoso, secondo i dati raccolti e divulgati dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei, che s’inserisce in un contesto di generale progressione del settore automotive – più 9 per cento ad aprile rispetto allo stesso mese del 2015 e più 8 per cento nel primo terzo del 2016 – e che promette di giovare tanto all’economia quanto all’ambiente.
Lo svecchiamento del parco auto circolante, prevalentemente alimentato mediante derivati del petrolio e spesso risalente a un’era nella quale vigevano normative antinquinamento poco stringenti, porta infatti in dote una riduzione delle emissioni nocive, anidride carbonica e ossidi di azoto in primis, e al tempo stesso fornisce linfa per lo sviluppo della propulsione elettrica e delle tecnologie legate alla guida autonoma.
Sono quasi 155mila le vetture a ridotto impatto ambientale immatricolate da gennaio a fine aprile nell’Unione europea e nei paesi Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera). Le auto ibride ed elettriche registrano un vero e proprio boom: più 26,8 per cento. Un incremento a doppia cifra ben superiore al comunque positivo andamento del mercato “tradizionale” e che vede i modelli alimentati esclusivamente a batteria (più trentatré virgola nove per cento) fare la parte della locomotiva, seguiti a ruota dagli ibridi plug-in – vale a dire mossi da un motore termico abbinato a un propulsore elettrico con celle ricaricabili anche mediante una comune presa domestica – che si attestano a un confortante più 23,5 per cento. Proprio la crescente richiesta di mobilità elettrica ha compensato il crollo degli ordini delle vetture a gas: meno 22,4 per cento.
Spagna, Francia, Regno Unito e Germania: ecco le nazioni europee dove il mercato delle vetture ad alimentazione alternativa, complici gli incentivi statali in essere, è cresciuto maggiormente dall’inizio dell’anno. E l’Italia? Meno 12,9 per cento. Siamo, apparentemente, la pecora nera del Vecchio continente. Sul segno negativo influisce però pesantemente il declino, come accennato, della richiesta di veicoli a gas (sia a gpl sia a metano), ad oggi l’80 per cento del parco auto sostenibile della Penisola. Ciò non toglie che, secondo i dati Acea relativi al primo quadrimestre 2016, l’Italia registri un andamento a due velocità: da un lato si assiste alle difficoltà delle vetture elettriche (meno 31 per cento), dall’altro dilagano le ibride (più 47 per cento). Dati che consentono di trarre una conclusione: abbiamo bisogno di più stazioni di ricarica rapida. C’è urgente necessità d’infrastrutture che sostengano la diffusione della mobilità alternativa.
In proposito, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha promesso 20mila nuove colonnine per le auto elettriche. Entro tre anni. Un piano di sviluppo ambizioso, dato che al momento in Italia sono attive solamente 800 stazioni di rigenerazione rapida, e che potrebbe includere anche degli incentivi all’acquisto, sulla falsariga di quanto approvato dal Governo tedesco, da deliberare entro la fine di maggio.
Al di là dell’anomalia italiana, il mondo dell’auto è sempre più orientato verso la mobilità sostenibile: le vetture elettriche, ibride e a idrogeno costituiscono l’orizzonte per i reparti di ricerca e sviluppo dei principali costruttori. Un esempio per tutti? La futura ammiraglia Bmw, vero e proprio manifesto tecnologico della casa di Monaco, sarà elettrica e a guida autonoma. Una rivoluzione, come annunciato dall’amministratore delegato Harald Krüger in occasione dell’annuale riunione degli azionisti del marchio dell’Elica. E come per ogni cambiamento epocale, anche in questo caso sono necessari investimenti ciclopici oltre a un rinnovamento radicale tanto delle strutture produttive quanto delle strategie di comunicazione e vendita. Il milione e 300mila vetture consegnate complessivamente ad aprile in Europa – oltre cinque milioni dall’inizio dell’anno – contribuirà a un’accelerazione di questi processi: un’iniezione di linfa in un tronco in grande fermento.
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