
Se nel continente le auto elettriche supereranno il 50 per cento del totale circolante nel 2032, da noi l’obiettivo si raggiungerà con 4 anni di ritardo.
Lo sviluppo delle auto elettriche è al centro di un documento firmato da importanti imprese che chiedono di vietare nuovi veicoli diesel, benzina e ibridi.
Dal 2035 dovranno essere messe in vendita solo auto elettriche. È una richiesta decisa quella che arriva all’Unione europea da 27 grandi aziende del continente e da 6 sei associazioni del mondo automotive, energia, sanità e finanza. Forte nella sostanza, perché invita ad accelerare con decisione sulla transizione ecologica del comparto, vietando la vendita di auto alimentate da motori a combustione interna (non solo diesel e benzina, ma anche ibride) entro i prossimi 14 anni. E forte anche nella forma, perché queste realtà – tra le quali figurano Coca-Cola european partners, Ikea retail, Sky, Uber, Volvo e le italiane Enel X e Novamont – sommano un fatturato che sfiora il Pil della Danimarca e danno lavoro a tante persone quanti sono gli abitanti di Torino.
Nell’appello congiunto (aperto alla sottoscrizione di qualunque azienda europea voglia unirsi al gruppo) si legge che “quest’anno i legislatori europei devono concordare una nuova e più ambiziosa normativa sul clima, per garantire che l’Ue faccia la sua parte nel dimezzare le emissioni globali entro questo decennio. Fissare un obiettivo di CO2 per i costruttori di veicoli a zero grammi per chilometro entro il 2035, sancirebbe l’eliminazione graduale delle auto a benzina e diesel, compresi gli ibridi”.
Le 33 realtà firmatarie evidenziano come le autovetture e i veicoli commerciali leggeri siano responsabili non solo del 15 per cento di tutte le emissioni di anidride carbonica in Europa, ma rappresentino anche la maggiore fonte (26 per cento) di emissioni tossiche di ossido di azoto, che provocano malattie croniche e la morte prematura di 54.000 europei ogni anno; il tutto senza dimenticare i 200 miliardi di euro spesi ogni anno per l’importazione di petrolio.
A giugno la Commissione europea proporrà nuovi obiettivi come parte del suo pacchetto legislativo “Fit for 55”, che punta a instradare l’Ue verso una riduzione delle emissioni complessive di almeno il 55 per cento entro il 2030, per poi raggiungere nel 2050 il traguardo delle zero emissioni nette. Si tratta di un’occasione, sostengono i firmatari, per mettere in moto “una trasformazione sistemica che renderebbe l’Ue leader globale in un settore chiave per un futuro a zero emissioni”. Per Veronica Aneris, direttrice per l’Italia della Federazione europea Transport & Environment, “l’elettrificazione di auto e furgoni è inevitabile per il clima, per i consumatori e per la strategia industriale europea. Le imprese ora vogliono chiarezza sulla velocità della transizione per pianificare e prepararsi. Solo i legislatori dell’Ue possono fornirla, indicando la data della fine delle vendite di auto e furgoni con motore a combustione interna”.
Nonostante i problemi legati all’emergenza pandemica, la domanda di auto elettriche sta crescendo rapidamente: nel 2020 hanno toccato la soglia del 10 per cento del totale dei veicoli venduti in Europa. Nell’ottica del firmatari, decretare lo stop alla commercializzazione delle auto con motorizzazioni tradizionali fornirebbe un chiaro segnale alle case automobilistiche, ai fornitori di infrastrutture di ricarica, al settore energetico e alle istituzioni finanziarie per accelerare sugli investimenti necessari alla transizione.
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