Bafana Bafana

“Vuvuzelas”, “waka waka”, “Bafana Bafana”. Sono alcune delle parole che sentiamo da quando sono cominciati i mondiali. E questo libro parla proprio dei Bafana Bafana, i ragazzi della nazionale sudafricana, e del sogno di un ragazzino di vederli giocare dal vivo.

Pelé è il protagonista di questo romanzo. Deve il suo nome al famoso giocatore di calcio brasiliano, idolo del padre. Il suo nome sarà foriero di un destino e soprattutto di una passione, quella per il calcio. Pelé ha 11 anni e mezzo, vive con la madre e il nonno in un villaggio del Sudafrica circondato dalla giungla. Vede suo padre una volta all’anno, quando torna per Natale dalle miniere di Johannesburg, dove lavora. Ma soprattutto ha un sogno grandissimo: poter vedere dal vivo i Bafana Bafana, i ragazzi della nazionale sudafricana, dato che sinora ha sempre visto le partite con il nonno, in una televisione alimentata dalla batteria di una vecchia auto.

Ma come può un bambino senza soldi, né scarpe, né mezzi andare a Città del Capo? Un bambino che non ha mai avuto un pallone con cui giocare, che ha sempre giocato a calcio con una pallina da tennis, con i cani del villaggio tra i piedi? Il nonno lo incoraggia, gli dice di credere nel suo sogno “i sogni sono fatti di magia”. Così Pelé va dal Vecchio Jamani, esperto di incantesimi, che lo aiuterà a credere in se stesso e nei propri desideri.

Tra le maglie del sogno di Pelé, durante il racconto, si intesse anche il sogno di un altro uomo, un grande uomo “che ha avuto il coraggio di combattere contro un pitone gigante per liberare la sua gente”, Nelson Mandela. E sono proprio le sue parole che riecheggiano nelle pagine, tra le righe del racconto e le coloratissime illustrazioni dell’artista sudafricano Andrew Stooke: “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più grande è che noi siamo potenti al di là di ogni misura.”

Tra le maglie del sogno di Pelé, durante il racconto, si intesse anche il sogno di un altro uomo, un grande uomo “che ha avuto il coraggio di combattere contro un pitone gigante per liberare la sua gente”, Nelson Mandela. E sono proprio le sue parole che riecheggiano nelle pagine, tra le righe del racconto e le coloratissime illustrazioni dell’artista sudafricano Andrew Stooke: “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più grande è che noi siamo potenti al di là di ogni misura.”

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