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Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Grazie ad un’indagine dell’associazione Animal Rights, che ha documentato gravi violenze e abusi sugli animali, il macello di Tielt è stato chiuso.
Se i macelli sono costruiti così lontani dai centri abitati un motivo ci sarà, è forse meglio non sapere cosa avviene al loro interno. Eppure c’è chi invece vuole scoprirlo e offrire la verità a chiunque la richieda. Grazie alle telecamere nascoste e a un attivista infiltrato, l’associazione per i diritti animali Animal Rights ha evidenziato le atrocità dei macelli e le violenze che vengono perpetrate ai danni degli animali.
Ad essere finito sotto accusa questa volta è il macello belga di Tielt, uno dei più grandi del Paese, dove vengono macellati maiali. Per un mese un attivista di Animal Rights ha lavorato sotto copertura nella struttura, documentando violenze gratuite e quotidiane ai danni dei suini. I maiali vengono bastonati, presi a calci, trascinati per le orecchie con una crudeltà talmente nitida e fredda da rendere davvero difficile la visione delle immagini. Il video mostra inoltre che alcuni maiali sono ancora vivi quando vengono immersi nell’acqua bollente, scalciano e lanciano grida che fanno accapponare la pelle, destinati ad una morte raccapricciante.
L’indagine di Animal Rights ha subito sortito effetti concreti, il ministro fiammingo Ben Weyts ha infatti ordinato la sospensione della licenza del macello, determinandone quindi la chiusura, mentre un’importante catena di supermercati che si riforniva al macello di Tielt ha interrotto gli acquisti. Le immagini hanno documentato inequivocabilmente la violazione di alcune normative europee relative alla tutela degli animali nelle operazioni di abbattimento.
Attenzione, immagini e video potrebbe urtare la tua sensibilità
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I proprietari del macello hanno respinto le accuse sostenendo che i casi documentati non erano altro che episodi isolati e promettendo provvedimenti immediati.
Dall’inchiesta dell’associazione animalista è però emerso che le violazioni all’interno del macello belga erano reiterate e non frutto di atti episodici da parte dei dipendenti. Il sistema in vigore nella struttura prevedeva infatti di macellare il maggior numero di animali possibile, ottimizzando così i ricavi economici, senza badare minimamente al “benessere” minimo degli animali che avrebbero dovuto garantire per legge.
Cosa possa spingere alcuni uomini ad accanirsi con tanta violenza con creature indifese già condannate a morte è inspiegabile. Lo scorso gennaio in Francia è stato approvato un emendamento che prevede la videosorveglianza obbligatoria nei macelli a partire dal gennaio del 2018. Secondo l’associazione animalista francese L214 il provvedimento è parziale e insufficiente. Potrebbe però essere un primo passo per cambiare le condizioni di (non) vita degli animali in queste strutture e, soprattutto, per instillare qualche dubbio relativo alla produzione della carne nella mente dei consumatori.
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