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Il rumore causato dai computer utilizzati per il “mining” di bitcoin soffoca il suono delle famose cascate nordamericane.
Dal gentile suono prodotto dalle cascate, si è passati a un incessante ronzio fastidioso. Molti abitanti di Niagara Falls, città statunitense al confine con il Canada che si affaccia sulle famose cascate, protestano contro il rumore prodotto dalle aziende di bitcoin. Due startup che producono le criptovalute hanno aperto una sede proprio nella città americana, così da utilizzare l’energia elettrica generata dall’imponente attrazione turistica per le attività di mining. La tecnologia per creare bitcoin richiede sistemi informatici che fanno molto rumore; il frastuono provocato dai computer soffoca lo scroscio delle cascate e i residenti si lamentano per aver perduto la possibilità di ascoltare il suono della natura.
Il numero di bitcoin disponibili agli utenti è limitato, perciò chi li vuole utilizzare come valute deve recuperarli sul web: un’attività informatica nota come mining. Questo processo richiede numerosi computer che lavorano in automatico giorno e notte e che, come i normali personal computer casalinghi, fanno rumore a causa di ventole e altre attrezzature. Inoltre, i sistemi di raffreddamento usati per non far surriscaldare i computer producono altrettanto frastuono. Chi abita vicino le infrastrutture utilizzate per il mining è costretto ad ascoltare un suono ben diverso da quello cui è abituato.
“Il rumore arriva anche con le finestre chiuse. Ormai dormo solo quattro ore a notte”, ha spiegato una residente di Niagara Falls al magazine Euronews. Fino a poco tempo fa poteva sentire il suono delle cascate, situate a circa tre km dal suo giardino, ma ora come altri residenti a farle compagnia c’è solo il ronzio provocato dalle fabbriche di bitcoin. Le startup Blockfusion e US Bitcoin hanno aperto dei centri per il mining nei pressi della città, rispettivamente nel 2019 e nel 2020.
Attratte dall’energia idroelettrica a basso costo disponibile nei pressi delle cascate del Niagara, le due società di bitcoin si sono trasferite nella città americana. Blockfusion si è stabilita in un’ex fabbrica di carbone, mentre US Bitcoin opera in un ex impianto per la lavorazione del sodio. Gli Stati Uniti stanno emergendo come leader globale nel settore mining, dopo che la Cina ha vietato l’utilizzo della tecnologia nel 2021. Un altro residente di Niagara Falls, Bryan Maacks, ha lanciato una petizione per cercare di fermare le startup e promuove la sua campagna guidando per la città con un grande cartello che recita “US Bitcoin Stop the Noise” (“fermate il rumore”) attaccato al suo camion.
In risposta alle proteste dei cittadini, il sindaco di Niagara Falls ha decretato una moratoria su qualsiasi nuova attività mineraria nel dicembre 2021. All’inizio di settembre 2022 ha fissato un limite di rumore fra 40 a 50 decibel vicino alle aree residenziali. Anche se entrambe le società affermano di collaborare con le istituzioni, solo Blockfusion ha ridotto il numero di processori in funzione, mentre l’altra azienda è ancora in funzione a pieno regime secondo i testimoni locali. “L’inquinamento acustico di questo settore è peggiore rispetto a tutte le altre industrie”, ha affermato il sindaco.
I sostenitori dei bitcoin, già nell’occhio del ciclone per una svalutazione progressiva che ha colpito il mondo delle criptovalute, devono dunque affrontare nuove accuse. Per di più, lo sfruttamento di energia e il conseguente inquinamento atmosferico provocato dalle industrie di criptovalute hanno messo in cattiva luce quella che fino a pochi anni fa era considerata come un’innovazione rivoluzionaria.
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