L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Il buco nell’ozono
Dagli scatti satellitari della Nasa si nota che lo strappo nello strato di ozono si sta ricucendo. Gli scienziati prevedono che il buco non si richiuderà prima del 2065.
Lo strato di ozono sopra i cieli dell’Antartide sembra stia
guarendo. Grazie alle immagini satellitari che la Nasa
mette a disposizione ogni giorno, si deduce
che quest’anno la media dell’estensione è stata di soli 17,9
milioni di chilometri quadrati, mentre il massimo non ha superato i
21,2 milioni, come Canada, Stati Uniti e Messico messi insieme. Va
ricordato che il record storico venne toccato il 24 settembre 2006
quando sfiorò i 30 milioni di chilometri quadrati.
Ottimi risultati anche secondo l’Agenzia americana per gli
oceani e l’atmosfera secondo cui uno dei motivi risiederebbe nella
temperatura più calda registrata negli strati più
bassi dell’atmosfera sul continente antartico, oltre che negli
effetti positivi derivanti dalla messa al bando dei
clorofluorocarburi (Cfc) avvenuta grazie all’entrata in vigore del
Protocollo di Montréal nel 1989. Dal prossimo
anno verranno messi al bando anche i loro sostituti (Hcfc) nella
speranza che ciò contribuisca a rendere irreversibile la
chiusura del
buco nell’ozono.
Secondo Paul Newman della Nasa, “il buco
è stato causato principalmente dal cloro prodotto
dagli impianti industriali e i livelli di questa sostanza sono
ancora rilevabili nella stratosfera antartica. Quest’anno le
naturali fluttuazioni atmosferiche hanno portato a riscaldare la
stratosfera e a ridurre il buco dell’ozono”. Gli scienziati
prevedono che il buco, scoperto per la prima volta alla fine degli
anni settanta, non si richiuderà prima del 2065.
Lo strato di ozono serve a proteggere la Terra dai raggi
ultravioletti che, se non filtrati, causano danni sia alle piante,
rallentando il processo di fotosintesi clorofilliana, che alla
salute delle specie animali, uomo compreso.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Torna il 19 e 20 aprile lo sciopero globale per il clima, che in Italia vede coinvolte 25 città. Giovani in piazza anche per Gaza.
I lavori del ponte sullo stretto di Messina dovrebbero iniziare a dicembre 2024 e concludersi nel 2032. Ma i cittadini si ribellano.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.
La Corte europea per i diritti dell’uomo dà ragione alle Anziane per il clima: l’inazione climatica della Svizzera viola i loro diritti umani.
Dopo i rilievi nell’acqua potabile del Veneto e della Lombardia, sono state trovate tracce di Pfas nei delfini, tartarughe e squali spiaggiati sulle coste della Toscana.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.