Cacao e caffè più buoni, e più giusti. Utz si presenta in Italia

Primo convegno italiano per Utz, marchio che certifica caffè, cacao e tè coltivati nel rispetto della terra e dei lavoratori.

Non è stata casuale la scelta della sede in cui tenere il primo convegno italiano sulla sostenibilità di Utz, ente certificatore impegnato per coltivazioni ambientalmente e socialmente sostenibili, in particolare di cacao, caffè e tè. Il luogo scelto è stato il Museo della macchina per caffè di Binasco (Milano), accanto allo stabilimento Cimbali. A moderare il convegno è stata LifeGate.

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L’impatto della certificazione Utz nella coltivazione del caffè © Utz

Inquadrare il mondo della sostenibilità

Dopo il benvenuto di Han de Groot, direttore esecutivo di Utz, è intervenuto Lorenzo Paoli di Oxfam Italia, organizzazione non governativa per l’aiuto umanitario impegnata in progetti di sviluppo economico e sociale nei paesi poveri. Paoli, essendo anche un agronomo tropicale e sub tropicale, è intervenuto sulle sfide ambientali e sociali nell’agricoltura del caffè e del cacao, e in particolare sui loro progetti di affiancamento agli agricoltori.

Un approccio non lontano da quelli di Utz (che in lingua maya significa “buono”), il cui programma e modalità di intervento sono stati illustrate da Paul Zuiderbeek, market development manager di Utz.

Di come contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici per un futuro sostenibile nelle coltivazioni di cacao e caffè ha parlato Simona Giancola, di Utz. Di queste sfide si è occupata anche LifeGate, come illustra questo recente articolo.

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Alcuni dei relatori del convegno Utz © Utz

Le tendenze del mercato

Sono stati molti e interessanti i numeri forniti da Claudia Suárez-Gapp di Nielsen, dai quali la sostenibiltà esce ormai come un imperativo, i consumatori dei paesi più evoluti iniziano a considerarla una componente “obbligatoria” di ogni prodotto, nel resto del mondo i consumatori più attenti (e più giovani) la chiedono e sono disposti anche a pagare di più i prodotti più “green”.

Conclusioni simili a quelle cui era giunto il secondo osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile in Italia, i cui dati sono stati esposti in sintesi da Stefano Corti, direttore generale di LifeGate.

Essicatura dei chicchi di caffè in Kenya
Essicatura dei chicchi di caffè in Kenya © Utz

La tavola rotonda sull’industria del caffè e cacao

La sessione pomeridiana del convegno Utz ha visto due tavole rotonde sulle sfide della sostenibilità nelle catene di approvvigionamento di caffè e cacao e sulle strategie che alcuni dei membri Utz hanno adottato per affrontare tali sfide.

Lorenzo Martinelli, di Omkafè, torrefazione artigianale trentina, ha raccontato di essersi imbattuto per la prima volta in Utz nel 2006, visitando diverse fazendas in Brasile, alcune di queste lavoravano meglio, con più attenzione per lavoratori e ambiente; chiedendo di più ha scoperto che erano seguite da Utz.

Riflessione critica quella di Mario Cerutti di Lavazza, azienda che da anni propone nella sua gamma prodotti con varie certificazioni di sostenibilità, secondo cui la gran parte dei clienti italiani è ancora incerta nella richiesta di caffè sostenibili.

Ma una volta una richiesta chiara e forte da un cliente Lavazza l’ha avuta. Il cliente si chiamava Dino Maldera, e parlava a nome di Ikea Italia, in particolare di Ikea Food. La richiesta era quella di avere caffè certificato Utz; Lavazza non lo aveva ma in poco tempo ha avviato una produzione Utz solo per Ikea, che in Italia serve ogni anni sette milioni di prodotti a base di caffè, tutto certificato Utz.

La sessione sul cacao ha coinvolto Matteo Cavallari di Witor’s, l’azienda dei cioccolatini Boero, e Ferrero, che pur non avendo nell’immaginario comune una reputazione di particolare sostenibilità, in realtà ha già ora il 100% del caffè certificato Utz, e la metà del cacao certificato, per la gran parte con Utz; inoltre e punta al 100% di cacao certificato entro il 2020. Ce ne eravamo occupati anche noi in questo articolo. Contemporaneamente l’azienda di Alba ha annunciato un ulteriore impegno per acquisti sostenibili di cacao e zucchero di canna.

L'impatto di Utz nel settore cacao
L’impatto di Utz nel settore cacao © Utz

Le aziende non possono attendere il cambiamento, o lo subiscono

La conclusione di Han de Groot, di Utz, è stata tra le righe una conferma allo spunto di riflessione espresso da Mario Cerutti di Lavazza. Per il direttore esecutivo di Utz, infatti, è giusto che le aziende promuovano il cambiamento, altrimenti lo subiscono; i numeri dati da Nielsen e da LifeGate testimoniano di consumatori sempre più attenti alla sostenibilità, e Utz offre la possibilità e i mezzi pratici per aiutare in questo percorso le imprese dei settori cacao, caffè e tè.

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