Una carovana di migranti in cerca di futuro è stata bloccata, ancora una volta, tra Messico e Guatemala

Più di 4.000 persone sono partite dall’Honduras formando una carovana diretta negli Stati Uniti. Bloccati al confine tra Messico e Guatemala, molti hanno cercato di varcare la frontiera via fiume, scontrandosi con la polizia messicana.

“Lasciatemi passare. Non voglio tornare al mio paese dove non c’è niente”. La voce di Ingrid si unisce a quella di migliaia di persone che in questo momento si trovano bloccate, su un ponte, al confine tra Guatemala e Messico. La loro destinazione sono gli Stati Uniti. Il loro obiettivo: un futuro che possa essere chiamato tale.

La carovana di migranti bloccata su un ponte al confine tra Guatemala e Messico
La carovana di oltre 4.000 migranti arrivata dall’Honduras e diretta verso gli Stati Uniti è stata bloccata su un ponte al confine tra Guatemala e Messico © Carlos Alonzo/Afp/Getty Images

La più grande carovana di migranti dell’ultimo anno

Una carovana di migliaia di persone – almeno 4.000 secondo le autorità – è infatti partita settimana scorsa dall’Honduras riunendo centinaia di famiglie da diversi paesi del Sud America che stanno scappando da crisi economiche, povertà, violenza e oppressione. Dopo aver percorso chilometri, e diventando la carovana più grande nell’ultimo anno (l’ultima di tale portata era stata a ottobre 2018, con 7.000 persone in marcia), si sono però trovate bloccate dalla polizia messicana sul ponte che collega la cittadina di Tecun Uman, in Guatemala, con Ciudad Hidalgo, in Messico, e sovrasta il confine naturale tra i due paesi, il fiume Suchiate.

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Le forze armate messicane che hanno bloccato la carovana di migranti sul ponte al confine tra Guatemala e Messico
Le forze armate messicane che hanno bloccato la carovana di migranti sul ponte al confine tra Guatemala e Messico © Johan Ordonez/Afp/Getty Images

Le autorità hanno negato il passaggio, fatta eccezione della possibilità di registrarsi e fare richiesta d’asilo entrando nel paese, azione che però comporta il rischio – molto più probabile – di essere deportati al proprio paese di origine. Circa un migliaio di persone ha accettato l’opzione di registrazione, mentre il resto della carovana è rimasta al confine chiedendo di poter transitare in Messico senza rischiare di essere deportati. Alcuni leader della carovana hanno persino scritto una lettera al presidente messicano Andrés Manuel López Obrador chiedendo di ottenere il permesso di spostarsi liberamente sul territorio messicano. “Ci impegniamo con lei e con il suo governo di mantenere ordine e disciplina nei luoghi in cui transiteremo”, hanno aggiunto. Ma il governo ha rifiutato la proposta.

La carovana di migranti bloccata su un ponte al confine tra Guatemala e Messico
Le persone bloccate sul ponte che divide la cittadina di Tecum Uman, in Guatemala, con Ciudad Hidalgo, in Messico, il 20 gennaio © Johan Ordonez/Afp/Getty Images

Attraversare il confine a ogni costo

Così, nella giornata di lunedì 20 gennaio, alcune persone hanno tentato di attraversare il confine illegalmente, forzando i blocchi e scontrandosi con le forze di polizia, o tentando di attraversare il fiume sfruttando l’acqua bassa. Sull’altra sponda, però, le truppe erano già schierate per bloccare il loro accesso in suolo messicano, aspettandoli e placcandoli, ricorrendo anche all’uso di gas lacrimogeni.

Fa ancora più paura dover attraversare un fiume quando c’è tua figlia con te. Ma non abbiamo altra opzione. Non mi aspettavo che il Messico reagisse così. Non abbiamo fatto nulla. Questo mi fa arrabbiare.Brayan Hernandez, 26 anni con la figlia Daisy, di un anno
La carovana di migranti prova ad attraversare il fiume al confine tra Guatemala e Messico
Centinaia di persone hanno tentato di entrare in Messico con la forza, attraversando il fiume Suchiate che divide il Guatemala dal Messico © Johan Ordonez/Afp/Getty Images

Rispetto al passato, quando transitare sul territorio era più facile, il Messico ha infatti inasprito le proprie politiche sull’immigrazione, come conseguenza delle pressioni da parte degli Stati Uniti e delle minacce di imporre multe salate in caso di mancata gestione dei flussi migratori destinati nel paese americano.

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Sebbene non abbia fatto molto per rinforzare le barriere fisiche al confine, il Messico ha aumentato i posti di blocco nei punti di passaggio. Qui vengono detenuti i migranti fermati, prima di essere mandati nei centri di detenzione locali dove aspettano mesi e mesi per registrarsi all’agenzia migratoria del paese. Nel 2019 l’agenzia messicana ha ricevuto 66.915 richieste di asilo, un aumento del 126 per cento rispetto al 2018, e ha deportato al paese d’origine oltre 110mila migranti.

Le forze armate messicane rincorrono e bloccano un migrante che ha appena attraversato il fiume Suchiate, al confine tra Guatemala e Messico
Le forze armate messicane rincorrono e bloccano un migrante che ha appena attraversato il fiume Suchiate, al confine tra Guatemala e Messico © Johan Ordonez/Afp/Getty Images

Destinazione Stati Uniti

Come molte di queste persone ripetono, la loro meta non è il Messico, ma gli Stati Uniti, un paese che ha deportato più di 140mila persone nel suo ultimo anno fiscale (dal 1 ottobre 2018 al 30 settembre 2019) e che sta usando le carovane come motivo in più per costruire un muro al confine, per limitare l’“invasione”.

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Al momento, non si sa ancora quale sarà il futuro di queste persone, che sembrano decise di lottare con tutte le loro forze per il proprio futuro.

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