
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Il silicio è il materiale più utilizzato per la produzione fotovoltaica. L’articolo illustra le 3 principali categorie di celle che complessivamente rappresentano otre il 90% delle istallazioni fotovoltaiche a livello mondiale.
Il materiale più utilizzato per realizzare celle fotovoltaiche (FV) è il Silicio (Si). Il 26% in peso della crosta terrestre è rappresentato da Si, in natura reperibile sotto forma di sabbia.
Per ottenere Si occorre fondere la Silice attraverso un processo di carboriduzione e successiva purificazione (processo Siemens) che genera materiale più puro del necessario ma consuma molta energia elevando il costo finale.
A seconda del grado di purezza si distinguono 3 tipologie di cella.
Silicio Monocristallino (Si-M). Ottenuto mediante 2 differenti processi di lavorazione (Czocharlski di accrescimento da fuso o Floating Zone di purificazione fisica). In entrambi l’atmosfera esterna è sotto vuoto o a gas inerte per evitare ossidazione. Il risultato è una struttura cristallina regolare con elevato grado di purezza. L’efficienza di conversione è variabile dal 12 al 16% e occorrono 7 mq per installare 1 kwp. I lingotti di Si-M vengono tagliati in fette (wafer) dello spessore di 250 micron. Fette più sottili convertirebbero efficacemente la luce in energia elettrica ma sarebbero troppo fragili.
Silicio Policristallino (Si-P). Nasce dall’esigenza di diminuire i costi del Si-M, con lo svantaggio di perdite di efficienza dovute alla presenza dei bordi di grano ed impurezze e imperfezioni nel reticolo con conseguente maggiore ingombro (8/11 mq per 1Kwp).
Silicio Amorfo (Si-A). Diversamente dai precedenti, ha atomi aggregati secondo vincoli variabili con differenze nelle distanze interatomiche e negli angoli di legame. Il problema del Si-A è la bassa efficienza (7% nelle celle in commercio) che si riduce nel tempo del 50% con esposizione alla luce. Tuttavia maggiore è il coefficiente di assorbimento della radiazione solare (40 volte più del Si-M) consentendo di ottimizzare la resa di installazioni non ottimali in termini di orientamento. Applicando idrogeno sulla superficie si riducono le imperfezioni del cristallo del Si-A migliorando la conducibilità. 1 Kwp di Si-A occupa 14/20 mq.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Con il modello della cooperativa WeForGreen, chiunque può produrre e consumare energia rinnovabile anche senza pannelli fotovoltaici.
L’elettricità generata da fonti fossili è crollata: -23% di carbone e -13% di gas. Crescono solare ed eolico, anche se quest’ultimo con più difficoltà.
Stefano Fumi fa un bilancio a poco più di un anno dalla nascita dell’offerta Poste Energia. Prima di lanciarsi nella sfida posta dalla fine del mercato di maggior tutela.
Nel nuovo Pniec non si specifica come uscire dai combustibili fossili e accelerare sulle rinnovabili. Un approccio conservativo e lontano dagli obiettivi sul clima.
Il rigassificatore è un impianto capace di trasformare il gas naturale liquefatto (Gnl) in gas. In Italia ce ne sono tre, ma la questione è dibattuta.
Il responsabile delle rinnovabili di Shell si è dimesso perché la società anglo-olandese ha deciso di ridurre i suoi precedenti piani sulle fonti verdi.
Parla il presidente del Gruppo idrogeno vettore energetico di Federchimica Assogastecnici: “La tecnologia è matura ma servono incentivi e infrastrutture”.
Il vento e il sole guidano il Texas durante un’ondata di calore senza precedenti, mentre il Portogallo raddoppia gli obiettivi per la capacità solare e dell’idrogeno entro il 2030.