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Il video, le parole, la passione di Barack Obama nella presentazione del Clean power plan. Il piano più ambizioso degli Stati Uniti contro i cambiamenti climatici.
Tagliare le emissioni di CO2 del settore energetico, in particolare delle centrali elettriche più inquinanti come quelle a carbone, del 32 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli registrati nel 2005, pari a 87 milioni di tonnellate di gas serra evitate. È questo l’obiettivo principale del Clean power plan presentato lunedì 3 agosto dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Secondo il piano, entro lo stesso anno, il 28 per cento dell’elettricità consumata dagli americani dovrà essere prodotta grazie a fonti alternative e rinnovabili perché “nulla minaccia di più il nostro futuro e quello delle nuove generazioni dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato Obama durante la presentazione.
“In sei anni abbiamo affrontato molte sfide, dalla recessione alla ricostruzione dell’economia” fino alla situazione di stallo e di violenza in Iraq e in Afghanistan, ma “sono convinto – ha proseguito Obama – che niente minaccia di più il nostro futuro” di un clima che cambia. Oggi la necessità è “garantire che ci sia acqua e aria pulita e un futuro per i nostri figli” perché “i cambiamenti climatici sono una realtà già oggi” e rappresentano “un rischio immediato per la sicurezza nazionale”. Ecco perché siamo la prima generazione a sentirne l’impatto sulla propria pelle, ma siamo l’ultima che può ancora fare qualcosa per evitare i danni peggiori.
Questa versione del piano è un aggiornamento rispetto a quella presentata insieme all’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Environmental protection agency) americana nel 2012 e poi nel 2014. In più rispetto ad allora, c’è maggiore enfasi sull’importanza delle energie rinnovabili, anche rispetto al gas naturale, come alternativa al carbone e per la riconversione delle centrali elettriche più inquinanti.
Obama ha poi fatto riferimento alle parole presenti nell’enciclica sull’ambiente pubblicata a giugno da papa Francesco per avvalorare la tesi per cui contrastare gli effetti negativi del riscaldamento globale sul pianeta e sulle forme di vita che lo abitano è “un obbligo morale”.
Ultima citazione alla conferenza sul clima di Copenaghen del 2008 quando un Obama appena giunto alla Casa Bianca si trovò a dover affrontare un fallimento sul cammino della lotta alla CO2. Il presidente americano, infatti, ha fatto suo uno degli slogan più usati tra le strade e sui cartelli delle persone che chiedevano più azione da parte dei governi: “We only get one home. We only get one planet. There’s no plan B”. Abbiamo una sola casa, abbiamo un solo pianeta. Non c’è un piano di riserva. Per questo, non ci resta che agire e il luogo ideale per farlo, dopo Washington, è Parigi.
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