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Condonando parte del loro debito estero, i debt for nature swap sbloccano risorse che i paesi emergenti reinvestono nella tutela del territorio.
Coca-Cola Hbc Italia ha siglato un accordo preliminare per acquisire la storica azienda piemontese Lurisia. Slow Food blocca la collaborazione col marchio.
La notizia è arrivata, tramite una nota, nella serata del 18 settembre: Coca Cola Hbc Italia ha sottoscritto un accordo preliminare per acquisire Lurisia, la storica azienda piemontese produttrice di bevande e dell’omonima acqua minerale. Un’operazione da 88 milioni di euro, che è soggetta ad alcune condizioni e verrà portata a termine entro la fine di quest’anno.
Coca Cola compra Lurisia, valore 88 milioni. Accordo preliminare per operazione da completare entro 2019#ANSAhttps://t.co/s1r7VGBjks
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) September 18, 2019
Erano i primi anni del secolo scorso quando si scoprirono le acque ai piedi del monte Pigna, nel cuneese. Nel 1940 sorse il primo stabilimento termale e, una volta ottenuta l’autorizzazione da un decreto del ministero della Sanità, quelle acque iniziarono anche a essere imbottigliate e vendute con il marchio Lurisia.
Come ricorda Business Insider, nel 1996 l’azienda era sull’orlo del fallimento, ma è stata rilevata dall’imprenditore Vittorio Invernizzi, la cui famiglia è rimasta nella proprietà fino a oggi. Nel 2004 è stato il turno di Oscar Farinetti, che ha acquisito il 50% del capitale e ha iniziato a distribuire le iconiche bottiglie di vetro a forma di campana nel circuito di Eataly, per poi ampliare la produzione con chinotto, gazzosa, aranciata e birre. Al 2017 risale l’ingresso del terzo socio, cioè il fondo d’investimento privato IdeA Taste of Italy, gestito da DeA Capital Alternative Funds Sgr, che fa capo al gruppo De Agostini.
Oggi, riporta la Stampa, Lurisia produce ogni anno 81 milioni di bottiglie di acqua minerale e bibite, che vengono distribuite in 42 diversi Paesi. L’offerta di 88 milioni di euro da parte di Coca-Cola corrisponde a circa quattro volte l’attuale giro d’affari, pari a 21 milioni di euro. L’accordo prevede che, per garantire continuità, rimangano in consiglio d’amministrazione Piero Bagnasco (l’attuale presidente e amministratore delegato) e Alessandro Invernizzi.
La fabbrica piemontese si aggiunge così ai quattro stabilimenti di Coca-Cola Hbc Italia, che si trovano in Campania, Abruzzo, Basilicata e Veneto. Nel suo comunicato stampa, l’azienda spiega di voler “aumentare l’offerta premium della sua gamma e proporre ai consumatori prodotti con una forte tradizione e ben radicate origini italiane”.
L’operazione non piace a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che da più di dieci anni ha scelto l’acqua Lurisia come partner di manifestazioni del calibro di Cheese, Slow Fish e Salone del Gusto. Secca la dichiarazione rilasciata all’Ansa: “Con l’edizione 2019 di Cheese si conclude la collaborazione, che non verrà rinnovata”.
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