
Premiata dalla Nasa, l’italiana Chloe sviluppa capsule pre-seminate e sistemi autonomi per coltivare in ambienti chiusi fino a 15 varietà di piante.
La collaborazione tra startup e imprese può accelerare l’innovazione sostenibile? Se ne è parlato al Business meets social innovation 2024.
Il 4 settembre scorso, Milano ha ospitato il Business meets social innovation (B2SI), un evento che ha messo al centro il legame tra business e impatto sociale e ambientale. Organizzato dalla community non profit Social innovation teams (Sit), l’incontro ha coinvolto non solo startup e giovani talenti, ma anche manager di grandi aziende, investitori e mentori, che hanno condiviso la loro visione sul futuro degli investimenti e sulle strategie di open innovation. Partner dell’evento era Social innovation monitor (Sim), team di ricerca internazionale con sede presso il Politecnico di Torino, che ha curato i panel e presentato brevemente il proprio programma di open sustainable innovation.
Uno dei temi centrali emersi durante l’evento è stata l’esigenza di sviluppare nuove metriche di investimento che possano equilibrare il ritorno finanziario con l’impatto sociale e ambientale. Oggi, infatti, le aziende – pubbliche e private – sono sempre più protagoniste nella promozione di modelli di business sostenibili e inclusivi, influenzando positivamente il tessuto economico e sociale.La proposta, avanzata da Italian tech alliance e altri stakeholder, punta proprio su questo: promuovere strumenti capaci di ridurre i rischi legati agli investimenti a impatto con l’obiettivo di supportare quelle imprese che decidono di sostenere startup che, oltre a generare profitti, sono anche in grado di produrre un effetto positivo per la società e l’ambiente.
Un approccio che si muove in questa direzione è quello dell’open innovation, una strategia in cui le aziende non si limitano a sviluppare innovazione internamente, ma si aprono alla collaborazione con attori esterni come startup, università, centri di ricerca e fornitori. Questo modello permette di accedere a nuove risorse e competenze, con una maggiore flessibilità e rapidità di risposta ai cambiamenti del mercato.
Tra le strategie più efficaci per favorire questo tipo di processo c’è il cosiddetto corporate venture capital (cvc), una forma di investimento sempre più utilizzata anche dalle grandi aziende del nostro paese per investire in startup innovative e acquisire una “finestra” su nuove tecnologie, senza dover sostenere tutti i rischi e i costi della ricerca interna.
Secondo i dati InnovUp e Assolombarda, nel 2023 quasi un terzo delle startup e pmi innovative italiane ha visto partecipazioni corporate venture capital, generando 4,7 miliardi di euro, il 45,6 per cento del totale dei ricavi di tali imprese. Nonostante una diminuzione del 3,5 per cento delle startup rispetto al 2022, i ricavi delle imprese con partecipazione di corporate venture capital sono aumentati del 3,2 per cento.
Questi dati indicano chiaramente che gli investimenti corporate stanno rafforzando in modo significativo l’ecosistema delle startup anche in Italia. Tuttavia, il confronto con altri paesi europei rivela una disparità importante: mentre in Germania il 97 per cento delle aziende quotate dispone di un fondo di corporate venture capital, in Italia solo il 15 per cento delle imprese ha adottato questa strategia. Questo gap sottolinea la necessità di introdurre misure normative che incentivino maggiormente le collaborazioni tra grandi imprese e startup, come il modello francese che prevede l’ammortamento fiscale totale degli investimenti corporate nelle startup in tre anni.
Uno dei momenti clou dell’evento è stata la sessione di pitch, durante la quale quattro startup hanno presentato i loro progetti innovativi. Ognuna di queste realtà ha offerto una soluzione unica per rispondere a sfide specifiche, dimostrando come l’innovazione possa essere al servizio della sostenibilità, del benessere e della gestione intelligente delle risorse.
Bonoos è una webapp che classifica e sistematizza bonus e agevolazioni pubbliche, rendendoli più accessibili ai cittadini. Integrando queste opportunità nei piani di welfare aziendale, la piattaforma riduce le sovrapposizioni tra servizi pubblici e privati, ottimizzando l’uso delle risorse. Oltre a integrare il reddito dei lavoratori, questo servizio rende anche più efficiente e sostenibile la gestione dei benefici aziendali, massimizzandone il valore e promuovendo un coinvolgimento più attivo dei dipendenti.
DoctorApp semplifica l’accesso ai servizi medici di base, perché consente agli utenti di prenotare visite e consulti medici in pochi clic, ottimizzando la gestione degli appuntamenti. Con l’aumento della domanda di servizi sanitari digitali, DoctorApp si inserisce in un mercato in forte espansione, contribuendo a rendere la sanità più accessibile ed efficiente.
Il turismo sostenibile è il cuore di Orma guides, portale che offre esperienze di viaggio trasformative guidate da influencer ed esperti in settori quali diritti civili, ambiente e innovazione sociale. Questi viaggi, pensati su misura per i giovani appassionati di sostenibilità, sono progettati per essere immersivi, consentendo di esplorare luoghi meno noti, arricchire le comunità locali e rispettare l’ambiente circostante.
Questa startup utilizza algoritmi avanzati di intelligenza artificiale per migliorare la gestione dei processi nei servizi sanitari, ottimizzando la pianificazione e i carichi di lavoro per ridurre i tempi di attesa degli utenti. Con SurgiQ, la digitalizzazione contribuisce a migliorare l’efficienza delle strutture sanitarie e garantire una migliore esperienza per i pazienti e per il personale medico.
L’edizione 2024 del Business meets social innovation ha messo in evidenza quanto oggi sia fondamentale unire le forze per accelerare un cambiamento positivo, creando un ecosistema di innovazione aperto e collaborativo e puntando su modelli imprenditoriali in grado di combinare sostenibilità e redditività e incentivare un approccio sinergico tra innovazione e responsabilità sociale Le quattro startup presentate sono solo alcuni esempi di come l’innovazione possa essere messa al servizio del bene comune, tracciando la strada per un futuro più sostenibile.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Premiata dalla Nasa, l’italiana Chloe sviluppa capsule pre-seminate e sistemi autonomi per coltivare in ambienti chiusi fino a 15 varietà di piante.
La startup AcquaMente sviluppa soluzioni tecnologiche avanzate per il risparmio e la gestione sostenibile di una risorsa sempre più scarsa e preziosa.
Mykes è la startup che sostiene i neogenitori nei primi mille giorni, orientandoli verso servizi e reti di supporto sul territorio.
Attraverso una campagna crowdfunding, Friland vuole portare in tutt’Italia il suo modello di turismo lento e a contatto con la natura.
La startup italiana Cloov offre ai brand di moda soluzioni digitali per il noleggio, la rivendita e la riparazione dei capi.
Develop players trasforma il gioco in uno strumento ad alto impatto sociale per potenziare le abilità cognitive di bambini e ragazzi neurodivergenti.
Edunauta è la piattaforma che aiuta a orientarsi nel mondo educativo con strumenti pratici, approcci innovativi e un assessment gratuito per scuole e non profit.
Dal distretto tessile di Prato nasce Bettaknit, una startup che crea una community di appassionati di lavoro a maglia.
Annunciate le realtà selezionate per la seconda edizione di Women in Action, il programma di accelerazione di LifeGate Way: scopriamole.