La startup AcquaMente sviluppa soluzioni tecnologiche avanzate per il risparmio e la gestione sostenibile di una risorsa sempre più scarsa e preziosa.
Il dispenser intelligente di Flaskk permette di scegliere la propria acqua preferita e tiene traccia dei benefici per l’ambiente di ogni bottiglia evitata.
Oltre a sacchetti e imballaggi, tra gli oggetti di plastica monouso più diffusi e impattanti sull’ambiente ci sono senza dubbio le bottiglie di plastica. In Italia, il consumo di acqua in bottiglia è tra i più alti al mondo: secondo le stime, ogni cittadino ne beve in media tra i 208 e i 248 litri all’anno. Tradotto in numeri assoluti, significa che vengono immesse sul mercato circa 11 miliardi di bottiglie in Pet ogni anno. Si tratta di un paradosso tutto italiano: un paese con una delle migliori acque potabili d’Europa che continua a preferire l’acqua imbottigliata, alimentando un’industria che consuma risorse preziose e produce tonnellate di rifiuti. In questo contesto, innovazioni capaci di ridurre drasticamente l’uso delle bottiglie monouso sono più che benvenute: sono necessarie. È qui che entra in gioco Flaskk, una startup italiana che ha scelto di trasformare il gesto quotidiano di bere acqua in ufficio o negli spazi condivisi in un’esperienza intelligente, personalizzata e sostenibile.
Flaskk installa dispenser intelligenti di acqua microfiltrata che permettono di scegliere tra diverse opzioni: naturale, frizzante, aromatizzata. La particolarità non è solo nella qualità del prodotto erogato, ma nella personalizzazione. Ogni utente, attraverso un’app dedicata, può impostare le proprie preferenze di consumo: temperatura, livello di gasatura, aroma. In più, l’acqua può essere personalizzata con aromi naturali e mix funzionali studiati con un team di nutrizionisti per favorire concentrazione, energia e digestione Questo rende l’esperienza simile a quella di avere una bottiglia “su misura”, ma senza generare rifiuti.
La forza di Flaskk sta nel coniugare tre aspetti che raramente si trovano insieme: benessere personale, sostenibilità ambientale e misurabilità dell’impatto. L’idratazione è infatti un tema troppo spesso sottovalutato. Avere un dispenser sempre a disposizione, che offre acqua piacevole e personalizzata, aumenta la probabilità che le persone bevano di più durante la giornata lavorativa. Questo migliora la concentrazione, la produttività e la salute in generale. Ogni bicchiere d’acqua erogato da Flaskk rappresenta una bottiglia di plastica in meno prodotta, trasportata e smaltita. Benefici ambientali che Flaskk consente di quantificare con precisione, fornendo alle aziende dati da inserire nei propri bilanci di sostenibilità.
In un ufficio, mediamente, vengono consumate due bottiglie di plastica al giorno a testa. Per un’azienda con cento dipendenti, tratta di circa 50mila bottiglie l’anno. Installando un dispenser Flaskk, quelle bottiglie non vengono mai prodotte né gettate. Su scala più ampia – grandi aziende, campus universitari, spazi pubblici – la riduzione può arrivare a centinaia di migliaia o milioni di bottiglie risparmiate. Tutto questo significa anche minori emissioni dovute al trasporto e alla produzione, meno spazio occupato nei magazzini e nei bidoni della raccolta differenziata.
Spesso si pensa che basti differenziare correttamente per risolvere il problema della plastica. In realtà, anche nei paesi con i migliori sistemi di raccolta, una parte consistente non viene recuperata. In Italia, nel 2023, solo il 67 per cento degli imballaggi in plastica è stato riciclato o recuperato. Ciò significa che circa 7 miliardi di bottiglie finiscono nei rifiuti indifferenziati o, peggio, dispersi nell’ambiente. Una parte raggiunge le discariche, un’altra viene incenerita e una quantità non trascurabile rischia di inquinare fiumi e mari, contribuendo al problema delle microplastiche. Anche quando avviene il riciclo, non sempre si riesce a chiudere il cerchio in un processo di vera economia circolare. Questo perché il Pet, anche quando viene raccolto in modo corretto, non sempre rinasce in nuove bottiglie: spesso viene downcycled, trasformato cioè in prodotti di qualità inferiore che, dopo un ulteriore ciclo di vita, saranno comunque smaltiti.
Il consumo eccessivo di acqua in bottiglia è uno dei tanti nodi irrisolti della transizione ecologica: non basta puntare sul riciclo o sperare in un cambiamento spontaneo delle abitudini, perché servono alternative pratiche, comode e innovative. In un paese che produce miliardi di bottiglie di plastica ogni anno, l’idea di un dispenser intelligente diventa un invito a ripensare il rapporto con l’acqua, a trasformarla in un servizio più vicino alle esigenze delle persone e meno dannoso per il pianeta. In prospettiva, soluzioni come queste potrebbero estendersi a scuole, ospedali, biblioteche, palestre, spazi urbani: ovunque ci sia un flusso costante di persone.
Uno degli aspetti più interessanti di Flaskk è proprio la sua capacità di trasformare un gesto semplice in un’azione collettiva di valore. L’acqua ricaricata al dispenser smette di essere un prodotto da acquistare e buttare e diventa un servizio sostenibile, integrato nello spazio di lavoro o di comunità. Le aziende che scelgono Flaskk, inoltre, inviano un messaggio chiaro: prendersi cura delle persone e dell’ambiente non è un optional, ma una priorità.
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