Rivolta in Colombia. Coprifuoco a Bogotá, tre morti nelle piazze

Da cinque giorni la Colombia è attraversata da grandi manifestazioni di protesta contro il presidente Ivan Duque. Violenti scontri nella capitale Bogotà.

Dopo il Nicaragua, il Cile e la Bolivia, è il turno della Colombia. Per il quinto giorno consecutivo, lunedì 25 novembre, migliaia di persone si sono riunite nelle piazze della capitale Bogotá. Così come a Cali e Medellin. Obiettivo: protestare contro una serie di paventate riforme economiche improntate all’austerità, contro un governo accusato di non agire per limitare il dilagare della corruzione e contro le derive della polizia, considerata responsabile della morte di centinaia di attivisti per i diritti umani.

I sindacati hanno proclamato uno sciopero generale

La prima manifestazione popolare è stata organizzata giovedì scorso e ha portato nelle strade della metropoli colombiana più di 250mila persone. A lanciare la protesta sono stati i sindacati, che hanno indetto uno sciopero generale. Sostenuto dai partiti di opposizione, dagli studenti, dagli indigeni e dagli ambientalisti.

La maggior parte dei manifestanti ha protestato in modo pacifico. Principalmente con in mano pentole e cucchiai di legno, dando vita alle tipiche “cacerolazos” (concerti di casseruole) sudamericane. Poi, sabato 23, i cortei si sono fatti più violenti. Il presidente Ivan Duque ha inviato nelle strade di Bogotà 13mila poliziotti, che hanno utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma.

Gli scontri hanno provocato il grave ferimento di un ragazzo di soli 18 anni, che dopo alcuni giorni in terapia intensiva è morto. Si chiamava Dilan Cruz ed è diventato in qualche modo il simbolo della protesta in Colombia. Il bilancio complessivo parla di altre due vittime, circa 300 feriti e almeno 330 arresti in tutto il paese.

colombia proteste
Proteste nelle strade di Bogotà, in Colombia, il 25 novembre 2019 © Ovidio Gonzalez/Getty Images

Il presidente della Colombia tenta la carta del dialogo

A Bogotà è stato anche imposto il coprifuoco, per la prima volta da circa 40 anni. A vigilare sul rispetto sono state alcune squadre di elicotteri. Ciò nonostante, molte persone sono rimaste in strada: “Il cambiamento è iniziato e non si fermerà, ormai ci siamo svegliati”, hanno spiegato alcuni manifestanti.

Di fronte a tale scenario, Duque ha deciso di tentare la carta del confronto, organizzando degli incontri con rappresentanti di sindacati e imprese. E promettendo un “grande dialogo nazionale” focalizzato sulle questioni sociali e sulla legalità, che dovrebbe durare fino al prossimo mese di marzo. Il leader conservatore della Colombia ha in questo senso invitato la popolazione ad avanzare proposte per alimentare il dibattito.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati