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Se avete in programma di fare un safari, state attenti ai selfie. E alle foto scattate alle specie minacciate dal bracconaggio, come i rinoceronti. I bracconieri assetati di corni e avorio, infatti, stanno diventando tecnologicamente evoluti e potrebbero sfruttare le vostre foto da turisti inconsapevoli caricate su Facebook e Twitter (per non parlare di Foursquare)
Se avete in programma di fare un safari, state attenti ai selfie. E alle foto scattate alle specie minacciate dal bracconaggio, come i rinoceronti. I bracconieri assetati di corni e avorio, infatti, stanno diventando tecnologicamente evoluti e potrebbero sfruttare le vostre foto da turisti inconsapevoli caricate su Facebook e Twitter (per non parlare di Foursquare) per annotarsi le coordinate gps esatte in cui si trova quell’esemplare di pachiderma.
This is a quintessentially 21st century photo pic.twitter.com/rXvB12xMm6
— Tim Bennett (@flashman) 5 Maggio 2014
Secondo il magazine online Quartz, non è chiaro se la foto inclusa in questo tweet (sopra) sia vera, né tantomeno quale sia il parco nazionale dove è stata scattata. Non è la prima volta, però, che viene sollevato questo tipo di preoccupazione. Contribuire a localizzare un rinoceronte può essere un’operazione compiuta anche accidentalmente. Le nuove macchine fotografiche digitali inseriscono in modo automatico una serie di tag sulla posizione geografica dove la foto è stata scattata. E se questa viene caricata sui social network senza alcuna modifica (come in questo caso) potrebbe mettere in seria difficoltà il povero animale immortalato.
Il bracconaggio di rinoceronti è aumentato, un po’ come quello di elefanti, a causa dell’aumento della domanda di corni in parecchi paesi del continente asiatico. Secondo credenze popolari più volte smentite dalla scienza, i corni avrebbero proprietà medicinali. Nel 2013 solo in Sudafrica sono stati uccisi più di mille rinoceronti, il 42 per cento in più rispetto al 2012.
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