Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
Cosa ha deciso il comitato dell’Unesco sui patrimoni mondiali
Il comitato dell’Unesco si è riunito volte dal 15 giugno a Doha, in Qatar, per decidere quali nuovi siti inserire e nella e, per assurdo, togliere dalla lista dei patrimoni mondiali. Le notizie positive uscite dalla 38esima sessione sono almeno due. La prima è che tra i nuovi siti scelti nel 2014 (finora sono 26)
Il comitato dell’Unesco si è riunito volte dal 15 giugno a Doha, in Qatar, per decidere quali nuovi siti inserire e nella e, per assurdo, togliere dalla lista dei patrimoni mondiali. Le notizie positive uscite dalla 38esima sessione sono almeno due.
La prima è che tra i nuovi siti scelti nel 2014 (finora sono 26) ce n’è uno anche italiano: le colline delle Langhe, Roero e Monferrato. Una zona vitivinicola che si sviluppa su 11mila ettari di territorio delle province di Cuneo e Asti, nel basso Piemonte. È qui che si producono alcuni dei vini più pregiati al mondo come il Barolo e il Nebbiolo, il Barbaresco, il dolcetto d’Acqui e quello d’Alba, la Barbera. Con questo nuovo ingresso, l’Italia conferma il suo primato ospitando 50 siti diventati patrimonio dell’umanità, seguita dalla Cina con 47 e dalla Spagna con 44.
La seconda è che il comitato dell’Unesco ha deciso di respingere la richiesta di revocare lo status di patrimonio mondiale una parte di foresta della Tasmania, considerata, a torto secondo l’organizzazione, già degradata. La richiesta era stata avanzata dal governo australiano guidato dal primo ministro conservatore Tony Abbott. Gli ambientalisti hanno accolto con soddisfazione la decisione che altrimenti avrebbe aperto allo sfruttamento commerciale 74mila ettari di area verde. Al comitato sono bastati sette minuti per trovare un accordo all’unanimità sul rigetto. La delegazione portoghese ha definito “debole” la richiesta che, se accolta, avrebbe creato un precedente inaccettabile. Il governo australiano, invece, si è definito “deluso”.
Il numero di siti patrimoni mondiali dell’Unesco ha superato quota mille (attualmente sono 1.007). Il millesimo è stato il delta del fiume Okavango, nel nordest del Botswana, “un esempio eccezionale – secondo la scheda ufficiale – di interazione tra processi climatici, idrogeologici e biologici. Il delta dell’Okavango è la casa di alcune tra le specie di grandi mammiferi più a rischio, come il ghepardo, il rinoceronte bianco, il rinoceronte nero e il leone”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Anche nel 2023 il centro e il sud America sono state le zone del mondo più pericolose per i difensori dell’ambiente, conferma la ong Global witness.
I tre Paesi del Pacifico, assediati dall’innalzamento degli oceani, hanno presentato proposta formale alla Corte penale internazionale.
Si parla per ora di 230 vittime, di cui 128 uccise da frane e inondazioni improvvise. Centinaia di migliaia di persone evacuate e danni alle fabbriche
Il 22 aprile 2021 è entrato in vigore l’accordo di Escazú, per la tutela delle persone che si battono per l’ambiente in America Latina.
Dopo il sì della Corte costituzionale, anche in Colombia può entrare in vigore l’accordo di Escazú per la tutela degli attivisti ambientali.
Il rapporto di Legambiente conferma lo stato critico del mare italiano, tra abusi edilizi, sversamenti, pesca illegale e cattiva gestione dei rifiuti.
Dom Phillips e Bruno Pereira, giornalista e avvocato che indagavano i traffici nell’Amazzonia brasiliana, sono stati uccisi il 5 giugno 2022. Dopo due anni, le indagini subiscono un duro colpo.
L’alluvione a San Felice a Cancello, in Campania, conferma la fragilità del nostro territorio. Ma le misure di prevenzione stentano ad arrivare.