
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Dal 2021 la Costa Rica eliminerà gradualmente la plastica usa e getta, sostituendola con materiali più sostenibili. Addio a shopper, cannucce e imballaggi.
L’annuncio l’ha dato direttamente il ministro dell’Ambiente e dell’Energia della Costa Rica, Edgar Gutiérrez: “Entro quattro anni vogliamo essere il primo Paese al mondo ad avere una strategia nazionale per eliminare le materie plastiche monouso”.
La decisione del Paese centroamericano fa parte del piano per diventare una nazione “carbon neutral” entro il 2021: oltre ad eliminare la plastica monouso, la Costa Rica ha già raggiunto infatti straordinari traguardi per quanto riguarda le rinnovabili. Per mesi infatti l’intera energia elettrica prodotta proveniva da fonti non fossili.
Leggi anche: Il 98% dell’elettricità in Costa Rica proviene da fonti rinnovabili
La Costa Rica oggi ha un enorme problema con i rifiuti. Si calcola infatti che almeno un quinto delle 4 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno non venga nemmeno raccolta, e finisca nell’ambiente, inquinando fiumi, spiagge e mari.
“Essere un paese libero da plastiche monouso è il nostro mantra e la nostra missione. Non sarà facile, e il governo non può farlo da solo”, scrive il ministro Gutiérrez. “Per promuovere questi cambiamenti, abbiamo bisogno di tutti i settori – pubblici e privati – in modo che si impegnino in azioni per sostituire la plastica monouso attraverso cinque azioni strategiche: incentivi comunali, politiche e linee guida istituzionali per i fornitori; sostituzione dei prodotti in plastica monouso; ricerca e sviluppo e investimenti in iniziative strategiche”.
La plastica abbandonata è diventata un problema di portata globale. Secondo uno studio condotto dal World Economic Forum e la Fondazione Ellen MacArthur, il 32 per cento dei quasi 80 milioni di tonnellate di plastica prodotti ogni anno finisce negli oceani. Come sversare in mare un camion di spazzatura ogni minuto. Secondo una stima, il 99 per cento degli uccelli marini entro il 2050 avrà ingerito resti di oggetti in plastica.
Anche l’Ismar Cnr, con uno studio pubblicato su Scientific Report, avverte che la presenza di microplastiche nel Mediterraneo occidentale ha una delle concentrazioni più alte nel mondo. “La microplastica è costituita da quei frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri che, per quanto non visibili ad occhio nudo, sono stati trovati a galleggiare pressoché ovunque nel Mediterraneo, con concentrazioni tra le più alte al mondo. Ad esempio, nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale nel 1999 sono stati stimati circa 335.000 frammenti di plastica per km2, mentre in Mediterraneo si parla di una media di circa 1.25 milioni”.
Leggi anche: Microplastiche, è il mar Mediterraneo il più invaso dai rifiuti
Le microplastiche inoltre finirebbero anche nei rubinetti di casa, così come riportato da un recente studio realizzato da Orb Media, in collaborazione col Guardian.
Secondo la ricerca che ha testato 159 campioni di acqua potabile sparse in varie città di tutto il mondo, l’83 per cento dei campioni risulta contaminato da microplastiche. Il che significherebbe che la si potrebbe trovare anche nei cibi preparati con tale acqua: pane, pasta, zuppe che mangiamo quotidianamente sarebbero intrise di micro granuli di plastica.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
In Russia si vuole autorizzare l’abbattimento di oltre 762 ettari di foresta. Le ruspe, oltre al turismo di massa, sono l’ennesima minaccia al fragile ecosistema del Bajkal, che contiene il venti per cento dell’acqua dolce non congelata di tutto il Pianeta.
Una mappa del Guardian mostra come l’inquinamento dell’aria in Europa sia diffusissimo. La Pianura Padana tra le aree peggiori in assoluto.
Nove giudici si sono espressi contro il marco temporal, la legge che avrebbe tolto il diritto dei popoli indigeni a vivere sulle loro terre.
Arriva anche in Italia una proposta di legge per il reato di ecocidio. Jojo Mehta, fondatrice di Stop ecocide International, spiega perché è essenziale.
Nonostante indicazioni contrastanti da parte degli studi, la Commissione europea non vuole applicare un principio di precauzione sul glifosato.
L’università Queen Margaret di Edimburgo ha annunciato la scoperta di una sostanza in grado di sostituire l’olio di palma.
L’ong African parks ha acquistato il più grande allevamento di rinoceronti bianchi del mondo e ha deciso di reintrodurli nel loro ambiente naturale.
Il Sinodo dei Vescovi che si terrà a ottobre compenserà le proprie emissioni di CO2 con il supporto del progetto Impatto Zero di LifeGate.