I costi nascosti dei sistemi agroalimentari valgono il 10% del pil mondiale

Nel rapporto 2023 su “La situazione mondiale dell’alimentazione e dell’agricoltura” la Fao chiede di agire per un cambiamento profondo.

I costi nascosti dei sistemi agroalimentari attuali sono giganteschi. Dai punti di vista ambientale e sanitario, ma anche da quello economico. La cifra calcolata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) è incredibile: non inferiore ai 10mila miliardi di dollari. All’anno. Ovvero quasi il 10 per cento del pil (prodotto interno lordo) mondiale.

Le cifre sono contenute nell’edizione 2023 del rapporto su “La situazione mondiale dell’alimentazione e dell’agricoltura”, nel quale si indica come la maggior parte dei costi nascosti (più del 70 per cento) sia dipeso da diete ricche di grassi e zuccheri, per via di alimenti ultra-processati che causano obesità e malattie, con conseguenti perdite di produttività.

Secondo la Fao i dati sono perfino, probabilmente, sottostimati

Un quinto dei costi totali, inoltre, è legato all’ambiente. Sia in termini di emissioni di gas ad effetto serra che di azoto, ma anche con riferimento al consumo di suolo o all’uso sconsiderato delle risorse idriche. E si tratta di problemi che riguardano tutte le nazioni del mondo: secondo la Fao, probabilmente i dati sono perfino sottostimati, per via della mancanza di informazioni relative ad alcune aree.

In generale, però, sono le nazioni meno ricche quelle che patiscono le conseguenze peggiori legate ai costi nascosti dei sistemi agroalimentari: per loro il danno è pari ad oltre un quarto del prodotto interno lordo, rispetto al 12% dei paesi a reddito intermedio e a meno dell’8% degli stati più ricchi.

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Il modello agroalimentare mondiale è insostenibile e comporta costi nascosti immensi, secondo la Fao © James Baltz/Unsplash

Dalla Fao un appello ad agire per cambiare i sistemi agroalimentari

Proprio in ragione di tutto questo, la Fao chiede ai poteri pubblici e anche al settore privato di condurre con regolarità analisi dettagliate su tali costi invisibili. “Di fronte alle sfide mondiali che non cessano di aumentare, legate alla disponibilità alimentare, all’accesso al cibo, ai prezzi delle derrate, alla crisi climatica, alla perdita di biodiversità, alla povertà e al rallentamento economico, l’avvenire dei nostri sistemi agroalimentari dipende dalla nostra volontà di concedere a tutti il giusto valore. Siano essi grandi o piccoli produttori. Prendendo in considerazione i costi reali e comprendendo in che modo occorre agire conseguentemente per trasformare i sistemi agroalimentari, per il bene di tutti”, ha commentato Qu Dongyu, direttore generale dell’agenzia delle Nazioni Unite.

Un metodo suggerito dalla stessa Fao è di far sì che i governi adottino una contabilizzazione dei costi il più possibile completa e univoca, trasparente e coerente. Anche perché un cambiamento profondo negli strumenti di produzione dovrà comunque, inevitabilmente, essere adottato in ragione dei mutamenti profondi imposti dal riscaldamento climatico. È per questo che investire nella raccolta di dati rappresenta un buon modo per anticipare i tempi ed evitare di generare pericolose crisi nel settore in futuro.

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