
Il cocker spaniel è fra le razze canine più popolari e famose. Nato per la caccia, si è riciclato agevolmente come cane da compagnia metropolitano.
Il dalmata è un cane decisamente popolare. Ma per gestire al meglio questa razza famosa è necessario informarsi sulle sue origini e sulle sue attitudini.
Il dalmata appartiene al gruppo dei segugi, ma è ormai soprattutto un cane da compagnia. Famosissimo per il suo mantello con macchie nere o marroni, ha fatto parlare di sé per essere stato il protagonista di un celebre cartoon e di numerosi film.
Un’ipotesi volta a spiegare il suo nome ne vedeva l’associazione con il leopardo, simbolo della Dalmazia, una regione della costa orientale del mar Adriatico,per via del manto maculato. Alcuni sostengono che il suo progenitore sia il bracco o il pointer, altri che appartenga alla famiglia degli alani, soprattutto quelli arlecchino per via delle macchie che ne contraddistinguono il mantello. Sembra tuttavia che questi cani siano arrivati con le invasioni dei popoli slavi, diffondendosi man mano nei territori conquistati per la caccia e per il fiuto dimostrato nello stanare le prede.
Più avanti i dalmata sono spesso raffigurati nei dipinti dei pittori fiamminghi del XVII secolo nel ruolo di cacciatori infaticabili accanto all’uomo. Divennero però popolarissimi nel 1800 perché venivano impiegati per proteggere da animali e altre minacce i cavalli e le carrozze, trottando al loro fianco. Nel 1912, poi, vennero specificatamente addestrati come “cani staffetta” durante le guerre balcaniche in virtù della loro resistenza e della velocità della corsa.
Il dalmata è un cane elegante e agile, di taglia media, ma muscoloso e di indole tenace. La coda è abbastanza lunga e presenta una leggera curva rivolta verso l’alto. Il mantello è corto e denso, con macchie marroni o nere su fondo bianco. Il maschio è alto circa 60 centimetri, le femmine poco meno. Entrambi arrivano a pesare tra i 25 e i 35 chilogrammi. I cuccioli alla nascita sono completamente bianchi. I primi segni neri, o di tonalità fegato a seconda degli esemplari, appaiono verso le due settimane di vita e si presentano all’inizio come piccoli puntini di tinta tenue. Con il passare dei giorni le macchie aumentano di grandezza e si fanno più scure per diventare man mano più evidenti con la crescita progressiva del piccolo.
Nato per la caccia e la vita all’aria aperta, il dalmata si è progressivamente trasformato in un cane metropolitano anche sulla scorta dei numerosi film e cartoni animali – la famosa Carica dei 101 di Walt Disney – che lo hanno reso famoso e molto pubblicizzato. Ma questa eccessiva pubblicità ha fatto sì che la razza si sia a poco a poco impoverita, presentando soggetti nervosi, poco socievoli e con problematiche comportamentali. Solo ora che la fama del cane a pois si è affievolita, la razza sta iniziando a riprendere le sue caratteristiche iniziali che ne fanno un ottimo compagno dell’uomo in ogni circostanza.
“Il dalmata è stato oggetto di una moda passeggera per il suo essere protagonista di diversi film e cartoni animati. Questo ha comportato con troppa frequenza l’eccessiva riproduzione di esemplari con caratteri poco desiderabili per far fronte alla crescente domanda. È bene sapere che si tratta di un cane che ha bisogno di sfogare la sua energia e ha anche bisogno di tantissimo movimento. Può non essere adatto a chi vive in appartamento, a meno che in famiglia non ci si impegni ad accompagnarlo in lunghe camminate, sport appositamente studiati per essere praticati col cane o corse giornaliere”, nota Bruno Ferrari, educatore cinofilo. Il dalmata è infatti adatto a chi conduce una vita attiva e pratica molto sport all’aria aperta. Un’esistenza sedentaria, solitaria e una mancanza di socializzazione provocano spesso l’insorgenza di problemi comportamentali a carico di questi elegantissimi cani.
Cane affettuoso e devoto, sviluppa spesso un attaccamento fortissimo nei confronti del proprietario e ne cerca incessantemente l’attenzione e l’affetto. Ma non esita a ripagare la famiglia che lo ospita con un amore incondizionato e leale che lo porta anche a essere un attento guardiano dei bambini di casa.
“Sono cani allegri, ma possono presentare tratti ‘lunatici’ se non ben gestiti ed esposti a situazione non sempre idonee e prevedibili. Mostrano una discreta collaborazione se educati nel giusto modo e se correttamente motivati per attività ludiche e sportive. La socializzazione è comunque basilare nel cucciolo e nel cucciolone”, conclude Ferrari.
Il dalmata è un cane che ha bisogno di poche cure quotidiane. Privo di sottopelo, il suo mantello conserva la naturale lucentezza con pochi colpi di spazzola e uno straccio umido appena imbevuto di aceto per togliere cattivi odori e residui di polvere. La mancanza di sottopelo lo rende però sensibile al freddo, all’umidità e al caldo eccessivo. Un buon riparo se vive all’aperto o un impermeabile quando esce nelle giornate di pioggia potranno essere utili per tenere lontane piccole malattie da raffreddamento.
Come ogni cane di taglia medio grande anche il dalmata può essere affetto da displasia dell’anca. Una lastra specifica e l’intervento di un veterinario ortopedico in fase adolescenziale potrà essere utile per scongiurare la malattia o prevenirne gli effetti in vecchiaia.
Spesso la razza soffre di sordità congenita mono e bilaterale. “Nei cuccioli è sempre bene testare questo aspetto con l’aiuto del veterinario curante. Spesso, infatti, i cani di questa razza soffrono di problematiche comportamentali proprio perché sordi e quindi incapaci di reagire convenientemente a comandi e segnali vocali da parte del proprietario”, aggiunge Bruno Ferrari.
I dalmata sono anche predisposti geneticamente ai calcoli renali a causa di un difetto nel metabolismo dell’acido urico. Attenzione, quindi, alla salute dell’apparato renale e della vescica soprattutto con l’avanzare dell’età. A ogni modo i dalmata sono cani longevi che possono arrivare tranquillamente ai 15 anni di vita.
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