Greta Thunberg è stata nominata persona dell’anno 2019 dalla rivista Time. È la più giovane ad essere mai stata insignita di questo titolo. Tutte le motivazioni.
Desertificazione ed erosione del suolo minacciano il Sud America
Oltre il 68 per cento del suolo sudamericano è vittima dell’erosione. Tra le cause principali la deforestazione per creare i pascoli e la siccità.
Viene spesso sottovalutato e considerato alla stregua di qualcosa da calpestare, ma il suolo è vitale per la nostra esistenza, ci fornisce cibo, combustibili, fibre e prodotti medici. È anche indispensabile per la sopravvivenza della biodiversità e degli ecosistemi, è il più grande serbatoio di carbonio terrestre, immagazzina e filtra l’acqua e aiuta a fronteggiare inondazioni e siccità grazie alla sua naturale resilienza.
La scomparsa del suolo in Sud America
Attualmente oltre il 68 per cento del suolo in Sud America è minacciato dall’erosione, cento milioni di ettari di terreno sono stati danneggiati dalla deforestazione, mentre settanta milioni di ettari sono stati sfruttati eccessivamente. La desertificazione, ad esempio, affligge il 55 per cento della regione nord-orientale del Brasile ed ha serie ripercussioni sulle principali colture alimentari ad uso umano, come mais e fagioli. In Argentina, Messico e Paraguay, oltre la metà del territorio soffre problemi legati al degrado del suolo e alla desertificazione. In Bolivia, Cile, Ecuador e Perù tra il 27 e il 43 per cento del territorio deve resistere alla desertificazione. Particolarmente grave è la situazione della Bolivia, dove sei milioni di persone, il 77 per cento della popolazione, vivono in aree degradate.
L’America Centrale non ride
La situazione non è molto più rosea in America Centrale, secondo l’Atlante del suolo di Sud America e Caraibi del 2014, l’erosione affligge il 75 per cento della terra in El Salvador, mentre in Guatemala il 12 per cento è minacciato dalla desertificazione.
A rischio la sicurezza alimentare
La Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sottolinea che fino al 95 per cento del cibo consumato in tutto il mondo proviene dal terreno e che circa il 33 per cento dei terreni a livello mondiale è degradato. Secondo la Fao vi è un legame stretto tra povertà, desertificazione e degrado del territorio.
Come combattere desertificazione ed erosione
Per sensibilizzare governi e opinione pubblica sul problema del degrado del suolo il 17 giugno si celebra la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione, istituita dalle Nazioni Unite. Le cause principali del problema sono la deforestazione, l’abuso del suolo e delle risorse, la siccità e i cambiamenti climatici. Occorrono misure concrete e immediate per invertire questa preoccupante tendenza, il primo passo consiste nel realizzare una mappa aggiornata sul degrado del territorio, con l’obiettivo di progettare e attuare misure strategiche di adattamento ai cambiamenti climatici.
Foreste contro i deserti
La riforestazione, da effettuare piantando piante autoctone, è l’arma migliore per arrestare la desertificazione. Parallelamente è necessario rafforzare le misure di protezione delle foreste superstiti. Altrettanto importante è la corretta gestione agricola dei suoli, evitando il ricorso a cattive pratiche che privilegiano risultati a breve termine esercitando grande pressione sul terreno. Secondo la Fao l’adozione di pratiche agricole sostenibili renderebbe possibile la produzione di 58 per cento in più di cibo, oltre a proteggere il terreno per le future generazioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nina Gualinga È diventata il volto degli indigeni Kichwa, impegnati nella protezione dell’Amazzonia ecuadoriana. Gli abitanti del suo villaggio, Sarayaku, hanno finora difeso il loro territorio dall’esplorazione petrolifera, anche facendo causa al governo di Quito nel 2012. Gualinga era a Parigi durante la Cop 21: ha navigato la Senna a bordo di una canoa costruita
Il cambiamento climatico è in atto, la natura resiste, ma il peggio deve ancora venire. È questo il quadro definito dal rapporto del secondo gruppo di lavoro dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) pubblicato lunedì 31 marzo alla fine dell’incontro tra scienziati e delegati che si è tenuto in Giappone. Lo scopo di questo testo
Osservazioni satellitari effettuate a partire dal 1986 rivelano un netto aumento della copertura verde nella Penisola Antartica.
Con un grande progetto di ripristino, Baltimora vuole riportare in salute oltre 200mila metri quadrati di zone umide lungo 18 km di costa.
Il riscaldamento globale ha spinto la Federazione internazionale dello sci e l’Organizzazione meteorologica mondiale a firmare un protocollo d’intesa.
Tutti i premi che si assegnano in questa settimana, giorno per giorno, nel campo della medicina, fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Crisi climatica? Riscaldamento globale? Fenomeni estremi? Secondo TotalEnergies si può comunque aumentare ancora l’uso di petrolio e gas.