L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Il presidente Donald Trump ha definito alcune persone che arrivano in California come degli animali. Non è chiaro se si riferisse ai membri di una gang o agli immigrati in generale.
Un’altra conferenza di Donald Trump, un altro equivoco: il presidente degli Stati Uniti ormai ci ha abituato a errori e gaffe, ma ogni volta le sue parole raggiungono i titoli dei giornali per i motivi sbagliati. Durante un incontro con alcune autorità della California, Trump si è lasciato andare a dei commenti negativi contro gli immigrati, soprattutto messicani e sudamericani, che ogni giorno provano a entrare negli Stati Uniti. Questa volta, il politico repubblicano ha paragonato i migranti a degli animali, ma ci sono ancora dubbi su quale fosse il gruppo di persone cui faceva riferimento.
‘Americans overwhelmingly oppose sanctuary cities’ https://t.co/s5QvsJWA6u
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 21 febbraio 2017
Nel mezzo di un incontro nella capitale americana Washington, con una delegazione di capi della polizia californiana, lo sceriffo di Fresno Margaret Mims ha raccontato delle difficoltà che i suoi sottufficiali hanno nell’arrestare gli immigrati: “A causa delle leggi della California, non possiamo interrogare o seguire i sospetti che vengono dall’estero. Non possiamo nemmeno fare domande in carcere agli arrestati, questo ci impedisce di fare il nostro lavoro al meglio”, ha detto la poliziotta. Mims si riferiva alle leggi californiana note come “sanctuary laws”: grazie a degli emendamenti speciali infatti, gli immigrati in California sono maggiormente protetti rispetto al resto degli Stati Uniti. I poliziotti non possono chiedere i documenti a chiunque e non possono fare indagini senza prima ricevere un mandato.
Una differenza con gli altri stati americani che in un certo senso spiega la lunga storia di immigrazione, soprattutto dal Messico, che caratterizza lo stato di Los Angeles, dove ancora oggi la popolazione latina è presente in maniera considerevole.
Mims nel suo discorso ha anche detto che: “Potrebbero esserci membri di gang come MS-13 fra gli immigrati che vogliamo interrogare, eppure è molto difficile arrivare a farlo”. Per rispondere a Mims – probabilmente una delle poche sostenitrici di Trump in California, dove dominano democratici e liberali – il presidente Trump ha usato parole dure, rispondendo nel seguente modo: “Abbiamo molte persone che entrano nel nostro paese, o che cercano di entrare. Non credereste quanto siano cattive queste persone. Queste non sono persone. Questi sono animali. E le stiamo portando fuori, ma a causa delle leggi deboli, arrivano velocemente, le prendiamo, le rilasciamo, le riprendiamo, le tiriamo fuori. È pazzesco”.
“Queste non sono persone. Questi sono animali”
Il dubbio fra i giornali americani è se il presidente si riferisse agli immigrati in generale o solo ai membri delle gang. In ogni caso, Donald Trump ha intenzione di sfidare le leggi californiane, portandole davanti a un giudice, per far sì che i controlli anche in quello stato siano severi e continuativi. Questo però potrebbe creare una vera e propria rivolta nella pacifica California dove le leggi restrittive e repubblicane sono da sempre malviste.
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