Ebru Timtik era arrivata al 238esimo giorno di sciopero della fame. Nella sua cella, l’avvocata turca di 42 anni era ormai uno scheletro: pesava poco più di 30 chilogrammi. Giovedì 27 agosto è morta. Ha preferito dare la vita piuttosto che piegarsi di fronte alla condanna a tredici anni di reclusione per «appartenenza ad un’organizzazione terrorista». Accusa che ormai è la norma per gli oppositori del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Rabbia a Istanbul per la morte dell'attivista Ebru Timtik dopo 238 giorni di sciopero della fame #ANSAhttps://t.co/FCWocfwAsM
Ebru Timtik aveva difeso la famiglia di un adolescente morto nel 2014
Membro di un’associazione di avvocati specializzati nella difesa di casi considerati “sensibili” (in particolare persone accusate dalle autorità turche di atti di opposizione al potere), Ebru Timtik, per mesi, aveva reclamato «un processo equo» sulla sua vicenda. La legale aveva in particolare difeso la famiglia di un adolescente morto nel 2014 a causa delle ferite che gli erano state inferte nel corso di una manifestazione antigovernativa a Gezi Park (Istanbul).
Le autorità di Ankara hanno accusato l’associazione di essere legata ad organizzazioni marxiste-leniniste. In particolare al Fronte Rivoluzionario della liberazione popolare (Dhkp-C), responsabile di numerosi attentati e considerato terrorista dal governo della Turchia. Timtik ha sempre respinto l’accusa. E per questo ha deciso di avviare lo sciopero della fame.
La mobilitazione internazionale per Ebru Timtik e per Aytac Unsal
A partire dal mese di luglio, il suo stato di salute si era gravemente deteriorato. Un referto medico aveva indicato in particolare che il mantenimento della donna in cella avrebbe messo a rischio la sua vita. È stata quindi trasferita in un ospedale di Istanbul, ma troppo tardi. Nonostante una mobilitazione internazionale alla quale hanno partecipato associazioni di avvocati e di difesa dei diritti umani.
Avukat Ebru Timtik adil yargılanma talebiyle girdiği ölüm orucunun 238'inci gününde hayatını kaybetti @HaticeKamer'in haberihttps://t.co/rjXH2zKgyp
In particolare l’organizzazione Lawyers for Lawyers, che ha allertato a più riprese sui rischi corsi da Ebru Timtik e dal collega Aytac Unsal, membro della stessa associazione turca, anche lui in galera e anche lui al 192esimo giorno di sciopero della fame.
441 avvocati condannati in Turchia
Irma van den Berg, di Lawyers for Lawyers, ha ricordato che negli ultimi anni più di 1.500 gli avvocati sono stati trascinati in tribunale, 605 arrestati e 441 condannati a un totale di 2.728 anni di reclusione. Sempre con l’accusa di collusioni con organizzazioni terroristiche. «Si tratta – ha commentato van der Berg – di un’oppressione sistematica per gli avvocati della Turchia». Una situazione che «è peggiorata fortemente dopo il colpo di stato fallito nel luglio del 2016».
La sorte di Ebru Timtik è la stessa che ha patito Helin Bolek, cantante 28enne di un gruppo di sinistra radicale, i Grup Yorum. Anche lei è morta in prigione mentre rifiutava di mangiare, chiedendo una revisione del suo processo.
Nell’ultimo attacco alla libertà di espressione in Turchia, tre professori universitari che hanno firmato una petizione di pace nel gennaio 2016 sono stati incarcerati da un tribunale di Istanbul con l’accusa di propaganda terroristica. I tre sono stati arrestati il 15 marzo 2016, in attesa del completamento dell’indagine penale. Le forze di sicurezza hanno chiesto pene detentive