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Un nuovo software segnala se l’imballaggio si può riciclare o riutilizzare in modo efficace: il progetto di Henkel è a disposizione di tutte le aziende.
Per le aziende che vogliono progredire nella direzione della sostenibilità, quello del packaging è un nodo cruciale. E non sempre facile da affrontare. Gli addetti ai lavori devono fare i conti da un lato con la sempre più pressante attenzione da parte dei consumatori, dall’altro lato con tutti i limiti imposti dalle normative, dai costi e dalle caratteristiche del prodotto. Ora però hanno una nuova freccia al loro arco: un software che esamina ogni singola componente dell’imballaggio e arriva a dire in modo oggettivo se, e quanto, sia possibile riciclarlo o riutilizzarlo. Il progetto è stato sviluppato da Henkel, la multinazionale tedesca leader nel campo della detergenza, della cosmetica e degli adesivi e sigillanti, che ha deciso di metterlo a disposizione di tutti gli operatori del settore, all’insegna della condivisione.
Investire per rendere più sostenibili gli imballaggi non è soltanto una questione di sensibilità. È anche una scelta lungimirante in termini di mercato. Accenture ha intervistato 6mila consumatori in undici Paesi, scoprendo che l’83 per cento del campione ritiene “importante” o “estremamente importante” che le aziende progettino i prodotti già nell’ottica di poterli riciclare o riutilizzare in futuro. Il 72 per cento afferma di comprare prodotti con caratteristiche green più spesso di quanto non facesse fino a cinque anni prima, mentre l’81 per cento ha intenzione di incrementare questi acquisti nell’arco dei prossimi cinque anni. Uno dei primi elementi che si prendono in considerazione per decidere se una marca merita fiducia, spesso, è proprio il packaging. Questo trend è valido anche in Italia. Interpellati da Ipsos, quattro nostri connazionali su dieci sostengono che un’azienda, per essere definita sostenibile, debba utilizzare materiali ecologici per i suoi imballaggi. Secondo un intervistato su tre, invece, deve ridurre il volume degli imballaggi stessi o eliminare gli sprechi di materiale.
La questione però si fa un po’ più complicata se si considera il fatto che l’imballo serve per garantire l’igiene del prodotto, tutelarne le caratteristiche organolettiche, fare in modo che si conservi più a lungo. E per il consumatore diventa davvero arduo distinguere le soluzioni sostenibili da quelle che non lo sono. Tanti tendono a demonizzare un singolo materiale, ma questa linea rischia di rivelarsi un po’ semplicistica, tanto più perché la maggior parte delle confezioni è costituita da un mix di elementi diversi.
Sustainability at all stages – with Henkel’s new tool Easyd4r, the recylability of packaging can be measured in the early stages of product development. The tool is made public and can be found here: https://t.co/sqtJGmfy0u#Sustainability #HenkelUK pic.twitter.com/Q4UQum2eKh
— Henkel UK & Ireland (@HenkelUK) October 11, 2019
In un’ottica di economia circolare, la possibilità di riciclare o riutilizzare questi materiali va presa in considerazione fin dal momento zero, quello della progettazione del packaging. È sulla base di questo principio che Henkel ha sviluppato il software EasyD4R.
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Come funziona, nel concreto? Ogni imballaggio viene suddiviso nell’elenco dei materiali che lo compongono, prendendo in esame anche le etichette, i sistemi di chiusura e così via; di ciascuno di essi si misurano il peso e la proporzione sul totale. Per valutare le loro caratteristiche, EasyD4R si appoggia ai database ufficiali pubblicati da organizzazioni indipendenti e autorevoli come l’associazione europea dei riciclatori di materie plastiche (Plastic Recyclers Europe). Macinando tutti questi dati e mettendoli in relazione con quelli inseriti dal produttore, la piattaforma arriva a valutare le performance dell’imballaggio in termini di economia circolare, tramite un intuitivo sistema a semaforo che permette al produttore di capire a colpo d’occhio se è sulla buona strada o meno. Se per esempio emerge che è particolarmente difficile staccare e riciclare il sistema di chiusura, è possibile intervenire in modo mirato.
Il software è stato sottoposto anche al Fraunhofer institute for environmental, safety and energy technology, un istituto tedesco con trent’anni di storia e una fitta rete di partner internazionali, dedito a sviluppare ricerche e nuove tecnologie nel campo dell’energia e della gestione dei materiali. L’idea di Henkel è quella di introdurre gradualmente questo strumento in tutte le proprie sedi, per verificare in modo sempre più veloce e accurato il potenziale impatto ambientale dei vari prodotti. Con un grande traguardo da raggiungere entro il 2025: arrivare al 100 per cento di packaging riutilizzabile, riciclabile o compostabile.
È evidente, però, che questo tema è molto più vasto rispetto ai confini di una singola impresa. È per questo che, in un’ottica di collaborazione, la multinazionale tedesca ha deciso di rendere disponibile EasyD4R a chiunque ne faccia richiesta compilando un modulo di contatti pubblicato nel sito ufficiale. “Vogliamo promuovere la collaborazione aperta e accelerare la transizione verso l’economia circolare”, ha dichiarato Thorsten Leopold, a capo della divisione internazionale per lo sviluppo del packaging dei prodotti per la casa di Henkel. “Questo può accadere soltanto se tutti i membri della filiera collaborano, soprattutto con definizioni chiare e valutazioni coerenti”.
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