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L’Ecuador vive una lunga crisi economica e sociale, che ora è anche politica. Il presidente Lasso ha accentrato tutti i poteri nelle sue mani.
Il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso ha sciolto il parlamento e governerà da solo per decreti presidenziali per i prossimi sei mesi. Su Lasso nei giorni scorsi era stata aperta una procedura di impeachment da parte dell’Assemblea Nazionale a causa di alcuni scandali corruzione che lo riguardano. Lasso ha respinto le accuse e per evitare di subire l’impeachment ha fatto ricorso a una clausola costituzionale che gli permette di sciogliere il parlamento monocamerale. Entro sei mesi dovranno tenersi elezioni ed è probabile che la tensione salirà nel paese durante il periodo, vista la scarsa popolarità di Lasso e le accuse di autoritarismo.
Guillermo Lasso è stato eletto presidente dell’Ecuador nel maggio 2021. Ex banchiere e appartenente al mondo conservatore, tanto da essere membro dell’organizzazione cattolica Opus Dei, è leader del partito di centrodestra Creando opportunità ed è il primo presidente conservatore degli ultimi due decenni nel paese.
I suoi due anni di presidenza non sono andati come sperava. Il paese è sprofondato in una crisi economica e sociale molto complessa, per effetto del coronavirus ma anche di scelte politiche non lungimiranti. L’impennata del costo della vita ha ridotto in povertà sempre più famiglie e nel corso del 2022 molte persone sono scese in piazza contro il governo. Soprattutto le comunità indigene, le più colpite dalla crisi in corso ma anche quelle meno prese in considerazione dalle istituzioni. Proprio per effetto delle profonde proteste in corso nel paese, a giugno 2022 il presidente Lasso è stato messo sotto impeachment dal parlamento monocamerale. Ma è rimasto al potere, visto che la maggioranza dei parlamentari ha votato contro la sua destituzione.
Nei giorni scorsi Lasso è tornato però a vivere la stessa situazione. Il presidente è finito al centro di uno scandalo corruzione legato a due società pubbliche del settore petrolifero. L’accusa è che sarebbe stato a conoscenza di una truffa legata ai loro contratti, ma avrebbe fatto finta di niente. Il presidente è poi anche accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici. Per questo motivo nella giornata del 16 maggio l’Assemblea Nazionale ha nuovamente messo sotto impeachment Lasso.
Se nel 2022 erano poche le possibilità che l’impeachment contro Lasso ottenesse la maggioranza dei voti parlamentari, ora le cose sono diverse. Il malcontento della popolazione contro il presidente è cresciuta e questo si è tradotto anche nel recente voto per rinnovare l’Assemblea Nazionale.
Nelle elezioni per rinnovare il parlamento dello scorso week end Virgilio Saquicela, appartenente all’opposizione di centrosinistra, ha ottenuto la presidenza dell’organo legislativo, mentre il partito di Lasso ha ottenuto solo 25 seggi alla Camera. Una posizione di minoranza, che di fronte alla nuova procedura di impeachment non gli avrebbe garantito la sopravvivenza. E Lasso ha allora fatto appello a una clausola speciale della Costituzione dell’Ecuador, chiamata muerte cruzada. Essa dà al presidente, davanti a una situazione di crisi politica, il potere di sciogliere il parlamento e di accentrare il potere nelle sue mani. A condizione però di indire nuove elezioni nel giro di sei mesi. Una sorta di omicidio-suicidio, atttraverso cui Lasso però scamperà l’impeachment e potrà governare ancora per qualche tempo con pieni poteri, cercando di ricostruire il suo consenso e giocarsela alle elezioni.
Un’eventualità però molto remota. Il suo consenso bassissimo è ulteriormente crollato dopo l’appello alla clausola muerte cruzada, che non era mai stata usata nella storia dell’Ecuador. Rafael Correa, ex presidente del paese, ha criticato la mossa del suo successore ma ha sottolineato che si tratta di un’ottima occasione di mandarlo a casa. Le comunità indigene nel paese, in primo piano nelle proteste del 2022, hanno annunciato nuove proteste contro Lasso nelle prossime settimane. E davanti al palazzo presidenziale sono stati schierati mezzi militari e sono aumentati i dispositivi di sicurezza. L’Ecuador ferito e arrabbiato rischia di trasformarsi in una polveriera.
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