Edilizia, si moltiplicano le sinergie nel settore per far fronte alle sfide ambientali

Fiera Milano unisce quattro importanti appuntamenti del settore edile. Si chiama Miba e rappresenta una sinergia per migliorare le conoscenze sul tema.

  • Il settore dell’edilizia è, negli ultimi anni, al centro di politiche in merito allo sviluppo sostenibile.
  • L’85 per cento degli immobili europei ha più di 20 anni. In Italia, la metà ne ha più di 50.
  • Sono diversi gli esempi di sinergia nel settore: uno è quello promosso da Fiera Milano e si chiama Miba.

Oggigiorno il 15 per cento degli edifici europei si ritrova nella classe energetica più bassa. Con la direttiva case green, l’Europa punta sulla riqualificazione energetica e l’efficientamento dell’edilizia: entro il 2028, chi si ritrova in classe G dovrà passare a una classe superiore (per gli edifici pubblici questo obiettivo andrà raggiunto un anno prima).

Più in generale, l’85 per cento degli immobili europei ha più di 20 anni e appena lo 0,2 per cento di questi è sottoposto a ristrutturazioni profonde che ne riducono il consumo di energia. In Italia, la situazione è ancora più emblematica: su un parco edilizio di circa 13,5 milioni di abitazioni, la metà ha più di 50 anni, secondo i dati di Energy&Strategy del Politecnico di Milano.

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Un edificio in ristrutturazione © Laura Fay/iStock

Miba, nasce un’alleanza tra fiere dell’edilizia

Il settore dell’edilizia è in costante crescita: subito dopo il primo lockdown, in Italia è stato introdotto l’incentivo conosciuto come Superbonus 110 per cento, che ha trainato il settore delle costruzioni ma ha coinvolto finora solo una minima parte del parco edilizio italiano. Inoltre, il settore ha ancora bisogno di rendere efficienti, non solo gli edifici in sé, ma anche i materiali, le tecnologie e gli impianti. Insomma, tutto il comparto deve progredire verso una riduzione degli impatti sull’ambiente.

A questo proposito è nata un’alleanza tra fiere: si chiama Miba (che sta per Milan international building alliance) e ne fanno parte quattro importanti appuntamenti fieristici che si tengono ogni due anni a Milano: Global elevator exhibition (Gee), Me-Made Expo, Smart building expo e Sicurezza. Le quattro fiere si terranno quest’anno dal 15 al 17 novembre (fatta eccezione per Me-Made Expo che proseguirà fino al 18 novembre) e ciascun evento è un punto di riferimento per i rispettivi settori di appartenenza. Dietro l’organizzazione di queste kermesse c’è un unico soggetto, Fiera Milano, e in breve si occuperanno di:

  • Gee, Global elevator exhibition, è l’evento interamente dedicato alla mobilità all’interno degli edifici, ovvero ascensori, scale mobili, tappeti mobili e relativi componenti;
  • Me-Made Expo è una delle manifestazioni di riferimento in Italia per il mondo delle costruzioni ed è articolata in due saloni, costruzioni e involucri, entrambi orientati ai topic dell’innovazione e della sostenibilità;
  • Smart building expo sarà invece la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica. Organizzata da Fiera Milano e Pentastudio, si tratta di una fiera organizzata per discutere di smart city, dal momento che si sta sviluppando sempre di più un mercato in cui gli edifici sono sempre più automatizzati, connessi e multitasking;
  • Sicurezza, infine, è la manifestazione di riferimento in Italia e tra le prime in Europa dedicata a security e fire. Offre una panoramica completa su videosorveglianza, controllo accessi, antintrusione, rivelazione e spegnimento incendi, ma anche sulle nuove frontiere cyber della sicurezza.

Miba racconterà tutto questo, grazie alla sinergia tra le quattro manifestazioni dedicate al settore dell’edilizia e che, nel loro insieme, offriranno una visione a tutto tondo dello sviluppo del costruito, dall’involucro alla progettazione, fino alla gestione intelligente dell’edificio, alla tutela di beni e persone e alla domotica, per arrivare alle ultime soluzioni tecnologiche e di design del mondo della mobilità.

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Paolo Picozzaro, direttore di Fiera Milano © MIBA

Innovazione e sostenibilità, i due driver per decarbonizzare il settore

Da un’analisi dei dati forniti dalle regioni e dalle province autonome al Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica (Siape), realizzato e gestito da Enea, emerge che quasi l’80 per cento degli edifici non residenziali e il 90 per cento di quelli residenziali in Italia si trovano nelle classi energetiche D o inferiori. Questo dato è comprensibile se si considera che oltre la metà del parco edilizio nazionale è costituito da edifici costruiti prima del 1970.

Per questo serve innovare, oltre che rinnovare, il comparto edilizio. Di questo ne è convinto il direttore manifestazioni tech di Fiera Milano, Paolo Pizzocaro: “Innovare, lavorare su nuovi materiali a basso impatto e nuove tecnologie, vuol dire non solo adeguarsi alle nuove normative e traguardare gli obiettivi europei, ma anche, concretamente, diminuire l’impatto sul pianeta e favorire un maggiore comfort abitativo per tutti. Quindi maggiore inclusività degli edifici, che altro non è che un altro volto della sostenibilità”, conclude Pizzocaro.

Fare sistema, integrarsi e condividere sono obiettivi che, finalmente, fanno parte anche del nostro settore come leve competitive”, aggiunge Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. “La turbolenza del mercato ci ha dato ragione ed è un valore per tutti ripensare alle relazioni contrattuali tra committenti, progettisti, esecutori, produttori, venditori”. De Albertis non crede che una direttiva come quella in discussione al parlamento Europeo possa risolvere il problema italiano. “Il raggiungimento dell’obiettivo posto dalla bozza di direttiva presuppone uno sforzo epocale in termini di investimenti e di filiere produttive impiegate: circa 1,8 milioni di edifici residenziali in 7 anni, circa 182mila interventi all’anno a cui andrebbero aggiunti tutti gli altri edifici. Le stime Enea parlano di quasi 60 miliardi all’anno di investimenti per cinque anni!”.

Ergo ci vuole un adeguato sostegno economico. Ci sono moltissimi fondi a cui l’Italia può attingere, come ha fatto sapere l’europarlamentare irlandese Ciarán Cuffe, relatore della direttiva: la Banca europea per gli investimenti, la Banca centrale europea, i fondi del Recovery fund, i fondi strutturali. I soldi ci sono, quindi. Ma oltre alla governance ambientale, “serve attivare anche altre leve come quelle della legalità, sicurezza e regolarità del lavoro, scelte consapevoli nella catena di fornitura e impegno sociale”, conclude Regina De Albertis che attraverso l’Ance ha promosso un codice di condotta volontario. Si chiama “Cantiere impatto sostenibile” e si articola in 8 impegni misurabili con livelli crescenti di responsabilità. Tra questi impegni anche quelli alla sostenibilità e alla decarbonizzazione. Un modo anche per valorizzare ciò che già le imprese fanno in termini di sviluppo sostenibile e per attrarre sempre più impegni su questo tema.

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