Bombe e spari sui fedeli in una moschea in Egitto: arriva a 305 il numero delle vittime

Un commando di terroristi ha assaltato una moschea gremita di fedeli nella provincia del Nord-Sinai, in Egitto, provocando una carneficina.

È drammatico il bilancio di un attentato terroristico avvenuto oggi, venerdì 24 novembre, in Egitto. Già dopo poche ore si è delineata una cifra di oltre trecento persone morte all’interno della moschea di Al Rawdah situata nel villaggio di Bir al-Abed, a una quarantina di chilometri da Al-Arish, capoluogo della provincia del Nord-Sinai. Tutte le vittime erano all’interno del luogo sacro per la preghiera settimanale.

Le ricostruzioni indicano che un commando armato ha assaltato la moschea. Le fotografie circolanti poco dopo già mostravano un autentico massacro.

L’attacco è avvenuto piazzando bombe nel luogo di culto e sparando sui fedeli

L’ultimo bilancio è di 305 morti (di cui 27 bambini) e 128 feriti. Gli attentatori sarebbero giunti sul posto su fuoristrada. Pare siano stati addirittura usati lanciarazzi all’interno del luogo di culto, sparando poi sui fedeli che fuggivano dopo le esplosioni. Le stime delle vittime provengono dalla Procura generale egiziana al Cairo.

Le prime immagini dell'attentato a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, in Egitto. I terroristi avrebbero collocato ordigni artigianali intorno a una moschea, facendoli esplodere all'uscita dei fedeli al termine della preghiera del venerdì
Le prime immagini dell’attentato a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, in Egitto. I terroristi avrebbero collocato ordigni intorno a una moschea, facendoli esplodere all’uscita dei fedeli al termine della preghiera del venerdì.

Sarebbero anche andate in fiamme una decina di auto parcheggiate davanti alla moschea, ha riferito un consigliere comunale, Salama El Rokei.

Il luogo di culto islamico si trova lungo la cosiddetta “autostrada internazionale” ed è frequentato anche da automobilisti di passaggio.

L'attacco è avvenuto a circa 40 chilometri da al-Arish, capoluogo del governatorato. Il presidente Al-Sisi: "Vendicheremo i nostri martiri, le forze armate risponderanno con forza brutale". Nella regione è attivo un gruppo jihadista alleato dell’Isis ma il luogo di culti colpito è frequentato da una tribù attiva nella lotta allo Stato islamico. Fonti locali: "Uccisi 15 terroristi"
L’attacco è avvenuto a circa 40 chilometri da al-Arish, capoluogo del governatorato. Il presidente Al-Sisi: “Vendicheremo i nostri martiri, le forze armate risponderanno con forza brutale”. Nella regione è attivo un gruppo jihadista alleato dell’Isis ma il luogo di culto colpito è frequentato da una tribù attiva nella lotta allo Stato islamico. Fonti locali: “Uccisi 15 terroristi”

Pare stia emergendo dalla stampa egiziana che l’imam della moschea organizzasse due volte a settimana cerimonie sufi e aveva ricevuto di recente minacce che puntavano a farlo smettere. Lo stesso religioso sarebbe stato raggiunto da una ventina di colpi. Il sufismo è una dottrina e disciplina di perfezionamento spirituale islamico che alcuni gruppi considerano eretica. L’attentato non è stato ancora rivendicato, ma l’Isis aveva già attaccato la comunità sufi del Sinai, uccidendo e decapitando alcuni maestri molto venerati.

L’Egitto ha annunciato un lutto nazionale di tre giorni per le vittime.

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Mappa dell’Egitto tratta da Google Maps che mostra il luogo dell’attentato.

In Egitto una lunga sequenza di attacchi terroristici

Il Governatorato del Sinai del Nord (arabo: محافظة شمال سيناء, Muḥāfaẓat Shimāl Sīnāʾ) è un governatorato dell’Egitto che si trova nel nord della penisola del Sinai. Il capoluogo è al-Arish, e confina con la striscia di Gaza.

Dal 2013, ovvero da quanto l’esercito ha destituito il presidente islamico Mohamed Morsi, la nazione nordafricana non trova pace. I gruppi jihadisti  legati all’organizzazione Stato Islamico hanno perpetrato numerosi attacchi, prendendo regolarmente di mira la stessa provincia.

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