Giornalisti uccisi a Gaza, l’Onu chiede indagine indipendente

Il portavoce dell’Onu, Stéphane Dujarric, ricorda il diritto internazionale: “I giornalisti devono essere rispettati e protetti”

Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto che sull’uccisione dei sei giornalisti palestinesi attaccati dall’esercito israeliano a Gaza si svolga un’indagine indipendente e imparziale. Lo riporta il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, nel comunicato rilasciato dall’organizzazione.

“Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono il conflitto in corso”, ha affermato Dujarric. Il portavoce ha ricordato che i giornalisti “devono essere rispettati e protetti, e devono essere messi nelle condizioni di fare il proprio lavoro liberamente, liberi dalla paura e liberi dalle aggressioni”.

Cosa è successo

La sera del 10 agosto, Anas al-Sharif, Mohammed Qreiqeh, Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa – tutti giornalisti dell’emittente araba Al-Jazeera – sono stati attaccati con un drone nella tenda in cui lavoravano con altri colleghi presso l’ospedale di Al Shifa. Altri giornalisti sono rimasti feriti, come il freelance Mohammed Al-Khaldi, poi deceduto per le ferite riportate.

Israele ha rivendicato l’attacco, sostenendo che i giornalisti uccisi avrebbero solo finto la professione di reporter, e che in realtà avrebbero costituito una “cellula terroristica” con l’obiettivo di attaccare civili e militari israeliani.

Secondo l’osservatorio Euro-Med Monitor, l’uccisione dei giornalisti è avvenuta dopo un discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha attaccato duramente i media indipendenti, colpevoli di portare avanti una copertura mediatica che mette in cattiva luce l’operato dell’IDF e ha poi promesso di portare a termine il progetto di occupazione di Gaza city.

Gli ultimi sei giornalisti uccisi di una tragica serie

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I dati raccolti da EuroMed-Monitor a 600 giorni dal conflitto Gaza-Israele. © EuroMed Monitor

Se si aggiungono gli ultimi 6 reporter presi di mira, il numero di giornalisti uccisi a Gaza supera i 240 dall’inizio del conflitto, almeno secondo i dati pubblicati da Euro-Med Monitor, fermi allo scorso 28 luglio. Quasi cinque volte tanto rispetto alla prima e alla seconda guerra mondiale messe assieme, come dimostra lo studio pubblicato ad aprile dalla Watson school of international and public affairs della Brown University (Rhode Island, Stati Uniti).

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Giornalisti e operatori dei media uccisi. © Whatson School of international and public affairs.

La dichiarazione del Segretario generale dell’Onu è in linea coi principi del diritto internazionale e le risoluzioni 2222 del 2015 e 1738 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, secondo cui prendere di mira i giornalisti è considerato crimine di guerra. L’articolo 79 del Protocollo Addizionale I alle Convenzioni di Ginevra del 1977 sancisce inoltre l’obbligo di proteggere i giornalisti impegnati in missioni professionali pericolose in aree di conflitto armato.

Al-Jazeera piange i colleghi

Nel frattempo, nella sede centrale di Doha di Al-Jazeera, i giornalisti si sono riuniti per una veglia funebre, per ricordare i colleghi uccisi da Israele e ribadire che le accuse dello stato ebraico sono del tutto infondate.

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