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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Cosa si aspettano gli automobilisti dalle auto elettriche del futuro? Maggiore autonomia, una superiore rapidità di ricarica e prezzi più contenuti. In estrema sintesi, una crescita nella fruibilità e accessibilità della mobilità a zero emissioni. Un trend che rivela come vi sia una rilevante percentuale di persone pronta ad abbandonare – o quantomeno a ridurre
Cosa si aspettano gli automobilisti dalle auto elettriche del futuro? Maggiore autonomia, una superiore rapidità di ricarica e prezzi più contenuti. In estrema sintesi, una crescita nella fruibilità e accessibilità della mobilità a zero emissioni. Un trend che rivela come vi sia una rilevante percentuale di persone pronta ad abbandonare – o quantomeno a ridurre sensibilmente – il ricorso ai carburanti fossili in favore dell’alimentazione a batteria, ma bloccata dinanzi al grande passo da preoccupazioni che solo la ricerca tecnica è in grado di dissipare. Ricerca che, ora, sembra in procinto di fornire risposte molto concrete.
Il 62 per cento degli acquirenti di auto nuove è propenso a prendere in considerazione una vettura elettrica nei prossimi dieci anni e, tra questi, il 71 per cento ritiene plausibile che, entro quindici anni, la propria famiglia si muova esclusivamente a bordo di veicoli a zero emissioni. A patto, beninteso, che vengano sciolti alcuni nodi legati all’accessibilità della propulsione a batteria. Lo rivelano i dati raccolti dal colosso tedesco Bosch, specializzato nella componentistica e nell’elettronica per la mobilità, che in occasione del recente Salone dell’auto di Detroit ha presentato un’inedita piattaforma modulare per auto elettriche e ibride, in grado di ridurre sensibilmente i costi di sviluppo a tutto vantaggio del prezzo finale pagato dagli utenti. Un “pacchetto completo” che i costruttori possono integrare nei modelli nuovi e persino in quelli già esistenti, consentendo di trasformare la maggior parte delle automobili tradizionali in veicoli a ridotto impatto ambientale.
Bosch è un fornitore di primaria importanza nel mondo automotive. Per intendersi, gran parte dei dispositivi attivi a bordo delle auto che guidiamo, spaziando dai sistemi d’iniezione alle centraline, dalle tecnologie di assistenza alla guida ai comandi tattili, sono prodotti dal colosso tedesco che, ora, è pronto a fornire un sistema propulsivo ibrido o elettrico – denominato eAxle – modulabile e intercambiabile. Una soluzione che consentirebbe di tagliare del 10 per cento i costi rispetto al prezzo dei singoli componenti. Il pacchetto Bosch si compone di un inverter, vale a dire un convertitore di corrente, un motore elettrico e una trasmissione monomarcia. Il “cuore” di un’auto a ridotte emissioni. Il tutto abbinabile, nel caso degli ibridi, al propulsore principale della vettura che può essere montato all’avantreno o al retrotreno e integrarsi in uno schema di trazione anteriore, posteriore o integrale. Il massimo della flessibilità.
Il sistema Bosch eAxle può essere personalizzato in funzione delle esigenze dei costruttori, così da erogare un vasto range di potenze e lavorare in abbinamento a diverse tipologie di software. Un’innovazione che, complice la gestione ottimale delle temperature d’esercizio dei componenti, promette di portare in dote un consumo d’energia inferiore del 25 per cento rispetto allo standard, a tutto vantaggio dell’autonomia delle vetture, e di trovare nelle stazioni messe a punto dal colosso tedesco, denominate Level 2 240V, il supporto ideale per una ricarica sino a cinque volte più rapida di una colonnina da 110V. La via verso la mobilità a zero emissioni passa anche attraverso la fornitura di sistemi completi, pronti all’uso. Una pratica fondamentale per consentire a tutti i costruttori, compresi i più piccoli, di voltare pagina e abbandonare i combustibili fossili.
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