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Il 25 maggio si vota per il Parlamento europeo. Una giornata che darà una direzione concreta ai nostri prossimi cinque anni.
Dal 22 al 25 maggio si tengono le elezioni del Parlamento europeo (Pe) nei 28 stati che fanno parte dell’Unione europea (Ue). In Italia il 25 maggio. A votare sono oltre 500 milioni di cittadini chiamati a scegliere 751 deputati che restano in carica per cinque anni. Possono votare tutti i cittadini che abbiano compiuto 18 anni, ad eccezione dell’Austria dove l’età minima per votare è di 16 anni. La prima elezione diretta a suffragio universale si è svolta nel 1979, prima di allora il Pe era composto da rappresentanti dei vari parlamenti nazionali.
Il sistema elettorale è proporzionale e i cittadini possono esprimere le loro preferenze (fino a un massimo di tre) ai candidati della circoscrizione di appartenenza. In Italia ce ne sono cinque per un totale di 47 milioni di persone che possono recarsi alle urne: nordoccidentale, nordorientale, centrale, meridionale e isole. La soglia di sbarramento per far sì che un partito ottenga dei seggi in parlamento è al 4 per cento. Una volta eletti, i parlamentari sono chiamati a eleggere il presidente della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Ue, su proposta del Consiglio europeo.
Quest’anno i deputati eletti sono 751. 73 gli italiani, come quelli del Regno Unito. Più di noi solo la Germania con 96 e la Francia con 74 deputati. Novità di quest’anno è che i partiti hanno deciso di esprimere in anticipo la preferenza sul futuro presidente della Commissione. Una proposta in linea con il Trattato di Lisbona che prevede che il presidente debba essere eletto “tenendo conto del risultato delle elezioni”. Una scelta che la Commissione si augura possa fungere anche da stimolo per portare l’affluenza alle urne ai livelli della prima elezione, nel 1979, quando andarono a votare l’85,6 per cento degli italiani e il 62 per cento di tutti gli europei (nel 2009 è andato a votare rispettivamente il 65 e il 43 per cento).
Il Pe ha un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana e con il passare degli anni le sue competenze e il suo peso sono aumentati. Insieme al Consiglio discute e approva le norme europee che poi hanno effetto in tutti i paesi europei in diversi settori come l’agricoltura, la politica energetica e quella ambientale, l’immigrazione. Controlla le altre istituzioni al fine di garantire un’azione che rispetti le norme dei trattati comunitari. Discute e adotta il bilancio dell’Ue. Il Pe lavora in commissioni specializzate, esattamente come succede per il parlamento italiano, che però si riuniscono a Bruxelles, capitale d’Europa e sede della Commissione.
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