Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
L’Emilia-Romagna investe 8 milioni di euro per piantare alberi
Meno smog, più alberi, più investimenti per le aziende agricole locali: la regione punta su imboschimento e coltura delle specie autoctone.
Per combattere l’inquinamento e al contempo sostenere l’imprenditoria, a volte, non servono grandi leggi o tecnologie avanzate. Come dimostra l’Emilia-Romagna, basta investire nella riforestazione: la regione ha appena messo a disposizione quasi otto milioni di euro, tramite tre diversi bandi per estendere le aree boschive che contribuiscono al sequestro e riduzione di gas serra risultando anche una fonte di reddito per le aziende agricole.
“Con questi interventi – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – vogliamo promuovere un’economia del bosco pienamente sostenibile da un punto di vista ambientale anche in collina e montagna, dove l’agricoltura dà meno reddito”.
Cosa prevedono i tre bandi
Il primo bando riguarda la riforestazione permanente di terreni agricoli e non, di pianura e di collina: sono a disposizione circa 3,8 milioni di euro. Il costo unitario massimo che viene accettato per le spese di impianto è di 7.500 euro per ettaro. Il contributo previsto copre il 100 per cento del costo effettivo e gli interventi possono essere realizzati in terreni sia agricoli che non agricoli, in pianura e in collina.
Il secondo bando riguarda l’arboricoltura da legno consociata ecocompatibile: grazie a 2,4 milioni di euro l’operazione finanzia al 100 per cento interventi fino a un massimo di 7.000 euro nel caso di impianti di arboricoltura consociata, cioè con presenza di diverse specie forestali autoctone. Nel caso di impianti di pioppicoltura ecocompatibile riconosce un costo massimo di 4.000 euro per ogni ettaro. Le percentuali di contributo sono comprese tra il 70 e l’80 per cento del costo effettivo.
Il terzo bando si occupa invece di arboricoltura da legno: Si tratta di pioppicoltura ordinaria. L’operazione può contare su quasi 1,4 milioni di euro di fondi, il costo massimo è di 4.000 euro per ettaro e il contributo previsto è del 40 per cento.
Quanti boschi ci sono in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna la superficie boschiva è cresciuta del 20 per cento negli ultimi trent’anni e oggi copre 611mila ettari, quasi un terzo dell’intero territorio. Numeri che la collocano tra le regioni con il più alto indice di boscosità in Italia. Il 30 per cento dei boschi si trova all’interno delle aziende agricole e solo il 3 per cento è presente nella fascia di pianura. In tutto sono 685 le aziende agricole con attività principale nel settore della silvicoltura, 1.990 quelle con attività secondaria.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La siccità continua, sempre più vicino il “giorno zero” per Città del Messico. Ma nelle altre città la situazione non è migliore.
È la domanda che ci ponete più spesso. Abbiamo provato a dare alcune risposte e a dare delle buone ragioni per investire in brand etici.
In un mondo in cui 2 miliardi di persone non hanno accesso quotidiano ad acqua potabile, l’inquinamento idrico è una piaga da debellare: come si può fare?
Con l’arresto di due politici e un ex capo di polizia i giudici brasiliani muovono i primi passi per fare chiarezza sulla vicenda di Marielle Franco, accogliendo la richiesta di giustizia della società civile.
Caldo e assenza di neve stanno trasformando le gare di Coppa del mondo di sci. Che ora deve reinventarsi per evitare di essere consegnata agli archivi di storia dello sport.
Con il Club alpino italiano (Cai) raccontiamo le sfide e opportunità delle terre alte, da un approccio più consapevole alla loro tutela e valorizzazione.
Gli orsi nel nostro paese sono una specie a rischio. I motivi? Leggi non rispettate o poco conosciute. E una sempre più palese mancanza di coscienza ambientale.
La montagna va ascoltata la tecnologia può aiutare: è la ricetta di Gianfranco Pederzolli, presidente dei consorzi di bacino imbrifero montano.